Massa Lubrense, Relais Blu e la cucina di Roberto Allocca
Via Roncato, 60, Località Termini
Tel. 081.8789552
www.relaisblu.com
Aperto la sera, chiuso il lunedì
Ferie, da novembre a marzo
Costo: dai 70 ai 100 euro
Non deve essere facile concepire una cucina all’altezza del panorama mozzafiato, quello di Capri e quello del tramonto dietro il momte Epomeo a Ischia, il mare e gli olivi, il Vesuvio e il silenzio. Ma è l’ambizione la molla del costruire e la famiglia Acampora sembra decisa a riprendere il discorso della cucina al massimo livello. Ed è stato uno degli elementi di quella che ormai definiscono “la campagna acquisti della Costiera”, un vero e proprio chef mercato, in cui alla lunga vince colui che resta solidamente al suo posto per un giusto periodo di tempo.
Questo il consiglio che ho dato Roberto Allocca, vincitore nel 2011 del premio chef emergente ideato da Luigi Cremona. Dopo essersi fatto le ossa con il sempre più bravo e spumeggiante (non spumoso) Paolo Barrale che ci ha regalato sinora il pranzo domenicale più appagante dell’anno, Roberto ha lavorato con Raffaele Vitale, ormai interprete del ruolo di “grande vecchio della cucina campana” perché ha sempre un consiglio per tutti, cuochi e imprenditori in primiis, e poi con Pino Lavarra con il quale sarebbe andato a Hong Kong se non fosse arrivata la proposta di Antonino Acampora.
La prima cosa che colpisce di Roberto è l’assoluta padronanza tecnica: nessuna sbavatura, nessuna incertezza e grande professionalità nel proporre una cucina ricca di guizzi ma comprensibile a tutti.
Se proprio dobbiamo beccare il pelo nell’uovo, possiamo dire che è una cucina in questo momento più preoccupata di non sbagliare che di osare e l’ago della bilancia è posizionato tra il morbido e l’abbastanza morbido per rubare un termine Ais. Ma assumere una responsabilità ai fornelli in un posto come questo da soli quattro mesi giustifica la prudenza: per crescere e assestarsi, spingere sulle acidità soprattutto nei piatti di mare c’è tempo.
Una parola anche al servizio di sala, appassionato e competente, e alla carta dei vini, non banale, ricca di spunti, con ricarichi molto calibrati come raramente si vedono in Penisola a cui manca solo il dimagrimento di vecchi morticini toscani di stile anni ’90.
Quandi prima abbiamo parlato di prudenza, ci riferivamo per esempio allo starter, un po’ troppo piacione, chi non apprezza salmone e formaggio?, ma comunque molto buono.
Più dinamici i cucchiai dell’aperitivo in terrazza, dove si evince una assoluta e grande padronanza di Roberto nell’estrarre sapore vegetali purissimi da ortaggi e verdure come pochi.
Un pregio che ritroviamo anche nella melanzana, davvero buona, che mi rimanda mentalmente a Niko Romito. L’idea, come qualsiasi terrone può facilmente intuire, è quella della tradizionale melanzana a barchetta.
Molto interessante e sfiziozioso il piccolo percorso con la carne di bufala.
La linguina è uno di quei lampi di grande cucina possibile anche con la pasta: fresca, iodata, servita non calda, perfetta. Un grande piatto che sicuramente avrà fortuna.
Buono anche se la foto purtroppo non rende la nuova interpretazione del classico totani e patate: il piatto rispetto alla tradizione è alleggerito e il sentore di bruciacchiato esalta ancora di più il ragù di mare.
Classico e ben eseguito il riso.
Di fronte Capri non si può non bere i ravioli capresi, perfezione e grande pomodoro.
Il percorso di mare è quello in cui Roberto spinge di più, e il piatto con la ricciola è un altro piccolo capolvoro di freschezza e di sapori centrati e perfetti.
Di scuola francese il maialino, però decisamente alleggerito.
Un approfondimento merita la pasticceria: la tradizione napoletana è stata esaltata dal babà come dalla zeppola in maniera imponente e senza mediazione dolce. Va però offerta anche una alternativa di alleggerimento finale, magari giocando su frutta, verdura, sorbetti.
In conclusione: una bellissima esperienza, appagante. Siamo convinti che se lo chef e la proprietà manterranno fede al progetto nei prossimi anni arriveranno grandi soddisfazioni.
Avanti così, dunque.
2 Commenti
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Da bambina andavo in vacanza a Regommone, la piccola e più “povera” baia della celebre Nerano. A Termini, a inizio agosto, andavamo a vedere i fuochi di artificio della festa del paese. Anche se avevo 10 anni, i miei genitori non mi lasciavano facilmente ma una sera decisero di affidarmi ad amici per concedersi una cena “da soli”, dal “Capitano” a Marina del Cantone.
Da allora, ho sempre pensato che la mia prima cena “da grande” sarebbe stata lì, o in un posto simile. Non l’ho ancora realizzata, ma credo che lo farò presto, e credo che visto che me la concedo con parecchi anni di ritardo dal raggiungimento dello status “di grande”, le mie cene saranno 2: a Marina del cantone e al Relais Blus. E la scelta non sarà solo per affetto verso i ricordi e quei luoghi, ma per i locali incantevoli e i menù che persino un palato non esperto come il mio, riesce a comprendere e immaginare.
Grazie del bel reportage: un sogno, un album, un’emozione.
alla fine il relais di pregio è arrivato, il sous è finalmente diventato executive!gli anni di gavetta sono stati duri pieni di sacrifici,altri ne verranno, poichè ora tocca confermarsi!la tenacia c è l ambizione pure,la serietà la professionalità saranno la stella polare per raggiungere ciò che ti prefiggevi quanto hai iniziato ragazzino imberbe con me nelle cucine scolastiche e poi nei primi anni di gavetta!ora ci sei roberto dacci dentro!fai vedere chi sei è questo il momento di farti valere ,ora sei il primo e tutti dipendono da te!