Marigliano (Napoli). 'O Scialatiello
Via P. Pio, 55/57
Tel. 081.8855193 – 3394514078 – 3466805250
www.oscialatiello.it
aperto sempre, chiuso il mercoledì
Trionfano le tinte forti, il rosso e il giallo ocra, sulle pareti segnate dai finti archi di tufo e mattoni nella grande sala di questo locale, dove si giunge dall’ampio parcheggio posteriore costeggiando la cucina.
C’è sempre gente. Il fine settimana è affollato soprattutto per la pizza . D’estate si mangia anche fuori sotto un pergolato infinito.
Siamo a metà strada tra Brusciano e Somma Vesuviana: un buon indizio.
E così è. Il passa parola ha funzionato: la tavola di Salvatore Granato, il cuoco e proprietario, è una vera sorpresa.
Sapori decisi, pieni, che lasciano poco spazio alle inconsistenze e alle levità.
I ricordi della nonna e di mammà fanno capolino e dominano la scena.
Soprattutto perché trionfano, non a caso, il Baccalà e lo Stocco.
Siamo, infatti, a ridosso della patria dei baccalaiuoli, dove è viva la cultura del merluzzo conservato sotto sale o essiccato ai venti gelidi del nord.
Il baccalà giunge “d’oltremari” come scriveva Basilio Puoti nel suo Vocabolario della lingua napoletana e Salvatore, spesso aiutato dalla figlia, lo sa manipolare.
A cominciare dal bagno: altrimenti non potrebbe essere così buono il trancio di baccalà alla griglia che si può scegliere come antipasto, ma anche per secondo.
E neppure conserverebbe il suo nerbo il pezzo di stocco lesso, servito con le olive verdi adagiato in una emulsione di olio cilentano e limone appena agliata.
Le frittelle sono un po’ rustiche, ma piacciono per questo. Il crocché di patate e baccalà ha sapore.
I primi sono fatti con le paste fresche: scialatielli o paccheri con lo stocco sono i classici, ma non va trascurata una gustosa pasta e fagioli in bianco.
Così pure il pignatiello di cannellini e stocco va assaggiato, anche qui danno il giusto tono la bontà dell’olio e il piccante appena accennato.
Salvatore ha fantasia non mancano variazioni con le patate e neppure gli storici piatti di baccalà in cassuola o “arreganato”.
Il pane cafone (si è veramente fortunati di assaggiare quello che la nonna ancora inforna a 84 anni) accompagna bene.
Il vino rosso della casa, uno “spellecchiato”, ottenuto dalla premitura casalinga soltanto degli acini senza i raspi delle uve vesuviane, si presenta come un buon amico. Ma c’è pure qualche nota bottiglia campana.
I dolci sono quelli di Sal de Riso e la frutta quella del Monte Somma.
Che dire?
Ne vale la pena soprattutto per il prezzo: ancora 30 euro per un pasto completo.
Tommaso Esposito
sindaco (di Acerra) e gourmet