Marchette, la rivista Mio Vino attacca Civiltà del Bere


Gaetano Manti

Di solito cerchiamo di tenerci fuori da queste polemiche personali ma stavolta non è possibile perché siamo stati, sia pure non come oggetto di attacco, coinvolti. Gaetano Manti, editore della rivista Mio Vino, critica con un pezzo anticipato ieri sera via mail, tra l’altro, a numerose aziende campane e lucane, a muso duro il suo diretto concorrente accusandolo di scorrettezze. Di più: di violazione della legge che impone una netta separazione tra produzione giornalistica e materiale pubblicitario.
Qui troverete il testo

Siccome molti produttori mi hanno girato il Pdf, ed essendo noto alla luce del sole il mio rapporto professionale con tutte le aziende che ho incrociato in questi quindici anni di attività, del resto oggetto dell’ultimo mio libro pubblicato con la Newton Compton ,vorrei solo precisare il mio ruolo in questa vicenda perché scripta manent.
Con Civiltà del Bere ho pubblicato anni fa un dettagliato pezzo sul Fiano di Avellino e i rapporti con il caporedattore Alessandro Torcoli sono sempre stati corretti e cordiali.
In occasione di uno speciale che sarà in edicola a febbraio interamente dedicato all’Aglianico, mi ha chiesto un commento di presentazione del vino e del vitigno.
Cosa che volentieri ho fatto, tra l’altro, in via amicale avendo piacere che la rivista più antica del settore si occupasse dell’Aglianico.
Di tutto il resto non so.
Certo Gaetano Manti non è nuovo alle polemiche, e questa è diretta ad un suo diretto concorrente nella raccolta pubblicitaria.
Ma al di là degli aspetti caratteriali e dello scopo, in Italia dobbiamo imparare a parlare entrando nel merito delle questioni sollevate.
E la questione della netta separazione tra lavoro giornalistico e promozione pubblicitaria non è di poco conto anche se ormai molti la ritengono pura formalità.
Per me no perché la fiducia accumulata in questi anni è proprio il frutto di una netta e chiara separazione dei due mondi, entrambi legittimi si badi bene, ma che non devono essere mai confusi. Soprattutto quando ci si accosta ad un settore (non solo) commerciale qual è quello del vino
L’editore di Civiltà del Bere replicherà se lo riterrà opportuno alle accuse di Manti. Io tanto dovevo a voi.

Per chi ha voglia: qui il mio commento che sarà pubblicato sul numero di febbraio

2 Commenti

  1. buongiorno, io credo che nel nostro bel paese l’essere un pò bigotti sia quasi di moda:guai a noi se qualuno mette in dubbio le nostre idee! però concordo quando si parla di traspareza: mi sono stancata di ricevere mail un pò da tutte le parti di persone (più o meno note) del settore “recensioni e varieedeentuali ” che spacciano degustazioni e un posto al sole gazie al pagamento di una marchetta. personalmente mi chiedo: sono sicura che assaggeranno davvero i miei prodotti? o a prescindere da essi, in quanto pagata l marchetta, saranno comunque recensiti come eccellenti? che almeno si dica che è pubblicità occulta così almeno ci si mette il cuore in pace…. e si paga.

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