Malazé, il sole nel piatto: Coccia e gli altri per una nuova magia della pizza napoletana
E’ stata la Pizza fritta, la ancor per poco negletta sorella “grassa” della regina delle tavole napoletane, la protagonista della serata con la quale ieri sera Chic, con la sua madrina Laura Gambacorta, ha salutato la presentazione del docu-film a firma di Roberto Gambacorta all’hotel Agave di Monterusciello (Napoli) in occasione di Malazè.
Filo conduttore del lavoro che ha la regia di Alfonso Postiglione è la storia di Enzo Coccia, il noto pizzaiolo de La Notizia di Napoli e si snoda attraverso il racconto di alcune eccellenze agroalimentari della Campania.
Coccia si confessa spiegando come avvenga che un artigiano della pizza come lui possa aver fatto il gran salto attirandosi l’attenzione della critica gastronomica partendo dalla pizzeria di famiglia nel difficile quartiere Pendino (“nella Duchesca”, come la chiamano i napoletani).
Nel corso dei 50 minuti di montato, si succedono, dunque, i ricordi della sua giovinezza, dei suoi primi passi al bancone e delle prime battute della avventura che a via Caravaggio, con pochi soldi, lo ha visto aprire il locale che oggi – arricchitosi a maggio dello scorso anno del gioiellino nel quale sperimenta e propone abbinamenti inesplorati tra il disco di pizza e i migliori ingredienti tricolore – ha aperto una delle più creative finestre sul mondo della cucina tradizionale del capoluogo campano.
Accanto a Coccia emergono le figure di altri colleghi (Gino Sorbillo, i fratelli Pepe, Attilio Bachetti), pizzaioli che si sono imposti nell’ultimo anno alla attenzione dei media di settore per il proprio lavoro e che oggi rappresentano insieme a lui parte dello zoccolo duro di un’emergente realtà d’eccellenza nell’Arte che ha tutti i numeri per imporsi a livello internazionale come mai prima d’oggi.
Guidati da un Coccia – Diogene gastronomico – si scopre di più della pizza e dei suoi uomini, degli ingredienti e di alcune delle realtà produttive della regione che fanno della pizza di sempre – un alimento “non povero ma sicuramente popolare” dice il pizzaiolo – una pietanza superiore per qualità: le farine del Molino Caputo, i Pomodori del Piennolo vesuviano di Giovanni Marino, l’olio Dop Penisola Sorrentina Le Tore, la mozzarella campana di Nando Barlotti, i forni da pizza di Stefano Ferrara; e così via.
Un mix magico che Coccia racconta con entusiasmo e che fa della sua pizza “un sole nel piatto”.