Maiori, Costa d’Amalfi. Ristorante Il Faro di Capo d’Orso e i piatti di Pierfranco Ferrara
“Credesi che la Marina da Reggio a Gaeta sia quasi la più dilettevole parte d’Italia; nella quale assai presso a Salerno e una costa sopra il mare riguardante, la quale gli abitanti chiamano la Costa d’Amalfi, piena di picciole città, di giardini e di fontane…”. Così Boccaccio descriveva già nel 1300, nella sua opera più famosa il Decameron, la Costiera Amalfitana. Un paesaggio unico al mondo, non a caso dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco e che fa pendant con una cucina di qualità altrettanto attraente. Basti pensare infatti che qui operano cinque ristoranti stellati Michelin e che sommati agli otto della confinante sponda Sorrentina fanno di questo comprensorio il territorio gastronomicamente più all’avanguardia dell’intero Meridione.
Uno di questi è quello de Il Faro di Capo d’Orso di Maiori, gestito dai simpatici e cordiali fratelli Pio, Luigi e Piefranco Ferrara. Lo chef è proprio quest’ultimo che ha vissuto e maturato una pregevole esperienza soprattutto in Francia, dove si è formato ed ha appreso tecniche culinarie presso strutture di gran classe come i tristellati Auberge de l’Eridan di Marc Veyrat e Les Prés d’Eugénie di Michel Guerard e i bistellati La Réserve de Beaulieu di Dimitri Droisneau e Le Chabichou di Michel Rochedy, oltre ad altri importanti ristoranti sempre francesi. Pierfranco è poi rientrato definitivamente a casa nel 2005 (l’anno della stella Michelin) e ora si dedica al suo locale e alla docenza presso “La città del gusto” del Gambero Rosso a Roma e a Napoli.
Il posto è magico ed incantevole, in bilico tra le rocce, i monti, il mare e il cielo, in cui svolazzano lieti stormi di uccelli. E poi lo sguardo, che attraversa le ampie vetrate, si perde nel vuoto, prima di posarsi sullo splendido scenario circostante. Qui tutto è cominciato negli anni ‘30, quando Luigi Ferrara tornò a Maiori, dopo l’esperienza vissuta in America come emigrante. Con i soldi racimolati, comprò una “Balilla” e un grosso pezzo di terra.
Nel 1950 il figlio Bonaventura inizia l’attività di ristorazione con un piccolo locale edificato su questo terreno, con la collaborazione della madre Anna, della sorella Pia e successivamente della moglie Pasqualina.
Adesso la struttura è formata da tre ambienti indipendenti: l’elegante e sobria sala degli eventi con 160 coperti; la sontuosa terrazza con vista mozzafiato; e il suggestivo ristorante Il Faro, posato proprio sugli scogli del promontorio. E’ un piccolo gioiello incastonato sulla roccia, a strapiombo sul mare e decorato poi con le classiche e preziose maioliche locali dipinte a mano. Uno spettacolo grandioso davvero!
La cucina di Piefranco, alquanto “francesizzata”, è artisticamente creativa, ricercata e fantasiosa; un mix di sapori gustosi ed originali, che non vogliono assolutamente stupire per forza, come il panorama intorno, ma l’impiego di materie prime eccellenti nelle particolari preparazioni entusiasma e coinvolge il commensale. Il servizio, curato e preciso nei minimi dettagli, è affidato a due ragazzi bravi e capaci: Alfredo Falciano in sala e il sommelier Roberto Mammato alla mescita.
L’ampia scelta dei pani, con ogni sorta di farcitura, è uno spettacolo per gli occhi, oltre che per il palato. S’inizia con uno stuzzichino sfizioso ed eterogeneo formato da insalata di totano nero, con fagioli di Controne e cipolla marinata; zucchina ripiena di stracciatella, bottarga di merluzzo e caramello alla menta; pacchero di patate con fiori di zucchine in pastella; palamita marinata all’olio d’oliva e peperoncino; magnum fritto di provola.
Poi
sotto con gli antipasti: Sandwiches di triglie e mozzarella in crosta allo zafferano, compressione di pomodoro ed aria di cipolla rossa. Bruschetta di pane integrale con polpo alla diavola, marmellata di pomodori, finocchietto selvatico e fave.
Bene, se l’inizio inizia con questo inizio… (Pascuttella in “Cupido scherza e spazza”). I Primi adesso: Risotto carnaroli al totano nero, cozze, rucola ed asparagi cotti e crudi. Spaghettoni di Gragnano mantecati con favette, limone e vongole sautè, seppie grigliate e peperoncino.
Qui devo dire che mentre il primo piatto mi ha molto entusiasmato, il secondo invece mi ha lasciato un tantino perplesso per via della durezza delle seppie. Unica nota stonata, a mio giudizio, comunque, di questo magnifico percorso gastronomico.
I secondi piatti, di contro, sono stati favolosi: Bianco di cernia confit in olio d’oliva all’erba cedrina, asparagi, puntarelle e salsa al limone.
Roast beef d’agnello cucinato lentamente, con salsa agli amaretti, purea di piselli, porro stufato e patate novelle grigliate.
Per finire i dolci: La piccola pasticceria. Il duetto di limone con olio extravergine d’oliva e basilico. Fragola e yogurt in trasparenza, con brina di piselli. Soffice di ricotta, consistenze di pera e gelato alla lavanda. Raviolo di ananas, con mousse all’arancia e cannoncino ripieno di crema chantilly. Che dire: paradisiaci.
A queste portate il sommelier ha abbinato in progressione: Greco spumante brut metodo Charmat dell’azienda Montesole; Costa d’Amalfi Tramonti bianco 2011 di Apicella; Costa d’Amalfi Tramonti bianco “Per Eva” 2010 di San Francesco; Fiano di Avellino “Ventidue” 2009 di Villa Raiano; Pallagrello bianco “Riccio” 2009 di Alepa; Fiano di Avellino “Vigna della Congregazione” 2006 di Villa Diamante; Pinot nero “Vigneti delle Dolomiti” 2011 di Pojer & Sandri; Colli Orientali del Friuli Picolit 2006 di Zof.
Tutte scelte azzeccatissime e molto interessanti. Nel complesso è stata un’esperienza molto positiva e da consigliare assolutamente, non vi perdete questa favolosa occasione, appena potete andateci!
Enrico Malgi
Ristorante Il Faro di Capo d’Orso – Via D. Taiani, 48 – Maiori (SA) – Tel. 089 877022 – Fax 089 852360 – [email protected] – www.ilfarodicapodorso.it – Chiusura settimanale martedì. Proposte: menù da cinque portate 65,00 euro; otto portate 130,00 euro, bevande a parte. Anche menù alla carta, naturalmente e cantina fornitissima con proposte regionali, nazionali ed estere di assoluta qualità.
4 Commenti
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Difficile concentrarsi sull’ottima cucina con un paesaggio simile ,ma conviene sempre tornarci sopratutto per una cena al chiaro delle lampare.
Non potevo non fare i complimenti al Faro di capo d’oro ogni volta è sempre un’esperienza unica irripetibile sono perfetti complimenti
Complimenti anche al sr. Enrico, che sa sempre raccontare e ricercare i luoghi più belli del nostro territorio.
[…] Maiori, Costa d’Amalfi. Ristorante Il Faro di Capo d’Orso e i piatti di Pierfranco Ferra… sembra essere il primo su Luciano Pignataro […]