Ma vale la pena di andare avanti? Lettera di un fiduciario Slow Food


di Marco Contursi*

Ma  vale la pena continuare? Me lo sono chiesto più volte nell’ultimo anno ma molto seriamente oggi dopo che chiuse le prenotazioni per il Master sui formaggi mi sono accorto che a stento arriviamo alle 15 persone necessarie per farlo partire.E dire che l’ho pubblicizzato in tutti i modi possibili e immaginabili, dalla mailing list di oltre 300 contatti “interessati” ai blog di gastronomia passando per facebook e le locandine messe un po’ dovunque.

E dire che abbiamo appena terminato un corso sull’olio realizzato con appena 10 euro a persona grazie alla disponibilità del dottor Orlando, tecnologo alimentare e del Comune di Sant’Egidio del Monte Albino che ha messo la struttura dove farlo .Preciso che abbiamo assaggiato tutti oli premiati. Quanti partecipanti?13!!!!

C’è crisi mi dicono……sicuramente ma perché allora trovo spesso affollati locali che con 20-30 euro ti fanno abbuffare indiscriminatamente mischiando carne, pesce, latticini e quant’altro ti entra nello stomaco?Questo ritorno ai posti “intufapancia”è preoccupante. E mi chiedo,dove sono finite le persone a cui il Master poteva interessare? Chi sono mi domanderete,vediamolo insieme premettendo che il Master sui formaggi costa 110 euro (cifra non impossibile), dura 4 lezioni di 3 ore l’una ed è tenuto dal dottor Palumbo grande esperto dell’arte casearie e permette di assaggiare formaggi altrove introvabili come alcuni delle malghe alpine:

1)    I soci Slow Food. Ebbene la mia condotta ne conta oltre 90 ma quanti davvero interessati? Pochissimi, c’è chi lo diventa per moda e magari dopo un corso sul vino ne fa un altro sulla vela e poi un altro sul mandolino col risultato di non saper distinguere un nebbiolo da un aglianico, una boa da una boma (trave orizzontale n.d.r) e “o sole mio” da” i duje paravise”. C’è poi chi partecipa ma” solo se si fa il giovedì dalle ore 21 alle 22 a non più di 50 metri da casa”. O chi ancora,vorrebbe venire ma in quel giorno ha una partita di calcetto irrinunciabile perché fare sport è importante e poi magari pesa 200 kg. E ssere socio vuol dire partecipare perché si è parte di un progetto importante di salvaguardia delle tipicità locali e della diffusione di un consumo alimentare consapevole a 360 gradi. Ma questo è chiaro a pochi.

2)    I ristoratori e addetti al settore. Ottimo, ditemi voi quanti spendono soldi per aggiornarsi. Pochissimi. Almeno tra quelli che conosco io e ne conosco tanti di ristoratori. Quanti ristoratori ne capiscono di olio o di vino?e di formaggio? Ho trovato Olii rancidi anche in locali blasonati. Stendiamo poi un velo pietoso sui salumi visto che in tutta la Campania di maestri assaggiatori Onas ce ne sono solo due e uno è chi scrive e ormai i salumi di maiale nero della stessa azienda li trovo ovunque dalla Costiera al monte Taburno.

3)    Coloro che si definiscono appassionati di gastronomia e hanno appreso del corso sui blog dedicati che gentilmente ne hanno dato notizia e su facebook. Anche qui la percentuale è nulla se è vero che neanche una persona mi ha contattato anche solo per avere qualche notizia in più e sicuramente l’hanno letto in parecchi dell’inizio del corso.

Il quadro è avvilente, ancor più se guardiamo la situazione della provincia di Salerno e in particolar modo dell’agro nocerino sarnese, terra di grandi prodotti agricoli ma anche una delle meno visitate dai turisti del gusto. Basti pensare che non c’è una enoteca importante o che non esiste una delegazione AIS O ONAF così come pure corsi di degustazione eccezion fatta per quelli che a fatica cerco di organizzare io. Senza tralasciare che da marzo 2011 ad oggi ben 6 locali della mia zona, con alle spalle anni di attività hanno chiuso o cambiato gestione. Colpa anche della Politica locale e provinciale visto che a differenza di altre province dove qualche sensibilità in proposito è palesata dalla organizzazione da parte di enti pubblici di manifestazioni gastronomicamente valide, a Salerno e provincia,soprattutto nell’agro nocerino si fa poco e niente e quel poco, spesso fa pure schifo come improbabili sagre della patata, della fragola, dello gnocco e chi più ne ha più ne metta. Mesi fa l’appello del presidente del Consorzio del San Marzano Ruggiero che invocava maggior attenzione per il territorio è caduto nel vuoto.

Ma vi sembra possibile una sagra del prosciutto in una zona come l’agro nocerino dove la tradizione norcina è pari a zero, sagra che poi si riduce a qualche dolce e gli immancabili panini con contorni dai profumi preoccupanti?

E della gastronomia di Salerno città vogliamo parlare?Appena pochi giorni fa mi è stato impossibile trovare in qualche negozio (ne ho girati una decina tra enoteche e gastronomie), una bottiglia di olio che avesse vinto qualche premio soprattutto della provincia stessa di Salerno (Torretta,Pietrabianca ecc). Vi sembra normale?Inoltre ben due gastronomie hanno cercato di vendermi una bottiglia da mezzo litro di un olio vecchio (campagna 2010, scadenza giugno 2012) a ben 13 euro solo perché due anni fa aveva vinto un premio……appunto due anni fa. Io credo che la gastronomia tutta abbia bisogno di una tirata di orecchie che veda coinvolti produttori-ristoratori-giornalisti di settore-consumatori perché solo da uno sforzo corale può provenire la spinta che risollevi un settore che altrimodo rischia il tracollo. E almeno nella mia zona nell’ultimo anno sono diversi i locali che hanno tirato giù la saracinesca.

Io provo a  fare la mia parte anche quest’anno con la festa in Condotta…….2 luglio…..tessera Slow con cena in Omaggio…30 euro….l’anno scorso un successo ma che è rimasto fine a se stesso……Quest’anno? Solo una grande abbuffata a costo zero o il punto di partenza per dire:”Io faccio la mia parte per un CIBO BUONO PULITO E GIUSTO”? Quanti con me sul serio?

*Fiduciario Condotta Agro-Nocerino

30 Commenti

  1. Non conosco la realtà in cui operi, manco da troppi anni dalla Campania, però ti posso dire che si cantano le stesse canzoni anche qui nelle condotte del bergamasco e del bresciano. La butto lì: può essere che Slow Food abbia esattamente il pubblico che deve avere? Dalle ultime iniziative cui ho preso parte, ho visto un numero di partecipazioni preoccupante. Devo però anche dire che alcune condotte qui – non tutte, la bresciana lotta strenuamente per non scadere, vedi in questi giorni Brescia con gusto – vanno a caccia di adesioni proponendo serate, cene e appuntamenti alla stregua di quelle esperienze “intufapancia” di cui parli tu. La proposta di un’estrema attenzione alla produzione ai fini del consumo è qualcosa che le “persone”, quelle che fanno numero e che mancano ai tuoi conteggi e a quelli dei tuoi colleghi di altre condotte, non percepiscono come un problema. Lo dico meglio: se ne fottono… Questo però, anche se scoraggiante, non può essere ragione per mollare. Forza!

  2. Il tuo sfogo è condivisibile al 100%,la battaglia che hai intrapreso è veramente tutta in salita.Concordo vivamente con te quando ti riferisci all’abbandono subito da Salerno provincia,ma la colpa è soprattutto nostra.
    Non bisogna aspettare il buon messia che ci viene a salvare,ma un pò dobbiamo mettercelo anche noi.
    I produttori devono farlo dimostrando maggior serietà e voglia di lealtà,i locali e le aziende devono impegnarsi a sviluppare maggiormente il “MADE nell’agro nocerino sarnese”.
    Per il resto sono cose che ci diciamo spesso.Quindi se lo vogliamo si può………..WWW L’agro Nocerino Sarnese….TUTTI INSIEME!!!

  3. PERFETTO MARCO !!!!
    AL MOMEMTO TI DICO SOLO CHE SONO CON TE AL 101 PER CENTO….NON MI SENTO DI APPROFONDIRE IN QUESTO MOMEMnTO..PERCHE’ QUESTA E UNA COSA CHE TENGO A CUORE PARLIAMO DEL MIO TERRITORIO …CHE AMO ..QUINDI RIFLETTERO’ SUL DAFARSI E TI AGGIORNERO’

    TIENI DURO NON MOLLARCI!!!!

  4. Caro Marco Contursi, pur con il massimo rispetto mi verrebbe da dire che Slow Food sta raccogliendo quello che ha seminato in questi anni.
    Questa battuta, ladidaria e apparentemente un po’ maleducata, naturalmente ha bisogno di una spiegazione.
    Slow food le ha azzeccate davvero tutte sul fronte delle grandi idee di fondo, quindi bravissimi.
    Ma quando ha dovuto trasformare le idee un po’ visionarie di Carlin in pratica, cioè in azioni concrete, è stato vittima sin dall’inizio del suo retaggio culturale da circolo ARCI, dove tutto costa poco, meglio se niente, e quasi tutto si basa sul volontariato esasperato e gerarchizzato. Un volontariato che però esige parecchie energie e molto tempo, spesso sottratto alla famiglia per chi ce l’ha, (molti leader del movimento non hanno neanche avuto il tempo di crearsela).
    All’inizio è stato bello dedicare tempo ed energie, gratificante ricevere inviti ed essere riconosciuti e riveriti, ma molti fidiciari slow food mi hanno confidato di essere ora piuttosto stanchi e di sentirsi sfruttati. Sfruttati perchè di denaro attorno a Slow food ne gira (girava?!) molto e a loro rimanevano le briciole. Attenzione, nulla in contrario sul volontariato vero, ma parecchi “slow promoters” hanno da tempo iniziato, lecitamente, qualche calcolo. Quello che non mi entra dalla porta lo faccio entrare dalla finestra… Giusto, ogni operaio è degno della propria mercede ci ricorda persino Gesù.
    Ma questa mancanza di chiarezza e di gestione imprenditoriale del movimento, impegnato per anni a realizzare consenso a tutti i costi, ha creato dei mostri, cioè soci slow abituati ad avere, anzi ad esigere, a prezzi stracciati quello che invece sarebbe stato da pagare il giusto.
    Soci slow magari tesserati per far numero attraverso operazioni di reclutamento molto allettanti (vedi tessera Slow con cena in Omaggio…30 euro….), persone spesso poco consapevoli dei valori etico-socio-culturali espressi dal movimento ma assai interessati a qualche mangiata e bevuta “cut price” in allegra compagnia (chiamasi socialità slow), oppure a poter entrare a prezzi di favore ad eventi e degustazioni organizzate sul territorio o in giro per la penisola.
    Slow Food è un grande movimento, ma oggi, complice la crisi e una certa disaffezione sulle tematiche enogastronomiche, sta raccogliendo esattamente quello che ha seminato.
    Comunque si può sempre provare con un’offerta che non si può rifiutare: partecipa gratis e ti regalo anche una bottiglia di vino e un caciocavallo… forse per qualche anno può funzionare ancora!
    Con affetto

  5. Mi sento in dovere precisare che quello a cui io mi riferivo non è un problema di Slow Food in quanto associazione che con i suoi pregi e i suoi difetti porta comunque da anni avanti un dscorso importantissimo.Il problema è del mio territorio visto che investe anche parecchi ristoranti che hanno chiuso,un territorio abbandonato dal punto di vista della promozione gastronomica,dalle istituzioni.Poi c’è l’innegabile fatto che oggi la maggior parte delle persone non riese a portare avanti con continuità un discorso di associazionismo serio e questo non riguarda solo slow food ma tante altre associazioni.

    1. Che poi tanti oggi si avvicinino alla enogastronomia per soddisfare manie di protagonismo altrove mortificate è innegabile e penso a quella storiella,non so se vera ma molto carina,che vuole un giovane cliente andare nello stesso ristorante ogni sera con una ragazza diversa e mandare indietro sempre la prima bottiglia dicendo che sa di tappo.E quando un giorno il ristoratore gli chiede il perchè di questa cosa,lui risponde “per fare bella figura con la mia lei di turno”.E credetemi alcuni dei partecipanti ai Master non si discostano tanto dal simpatico latinlover,perchè non trovo altra spiegazione per tutti quei soci della mia condotta che hanno fatto il master vino senza partecipare mai più ad una sola degustazione successiva.Gli importava solo il pezzo di carta,ma di vino non capiscono e non vogliono capire nulla.Ma essere socio slow food è ben altro.E’ credere nella promozione gastronomica di un territorio e sostenere chi produce e trasforma con serietà,in poche parole chi crede in un Cibo Buono Pulito e Giusto.Anche perchè chi conosce la vera qualità non può poi scegliere la mediocrità a meno di non essere masochista per quanto possa costare poco.

  6. il problema e’ che il 90% dei soci slow food, non capisce un tubo di cibo e se ne sbatte una mazza delle iniziative dell’associazione, cioe’ si sono iscritti giusto per intofarsi a sbafo tra cene , cenette e degustazioni varie, con pochi euro o sconti per soci………io non mi sono mai iscritto per questo motivo, ho partecipato ad un paio d’iniziative e son rimasto allibito e disgustato, le solite cose a pane e’ puparuol’…….non se la prenda a male, ma e’ lo sfogo di un appassionato, purtroppo molto deluso

  7. Si continua a prendere Slow Food di mira,ma il mio discorso era rivolto al territorio sia perchè in altre condotte la partecipazione è notevole sia perchè le mie iniziative sono sempre state di altissimo profilo,e quindi non ha senso fare di tutta un’erba un fascio.Fare un corso sull’olio a 10 euro mettendo in degustazione i vincitori del Sirena d’oro è solo possibile se ci credi fino all’anima in ciò che fai.Il fatto poi che nell’agro nocerino non ci siano corsi di altre associazioni come Ais o Onaf la dice lunga in proposito.

  8. Purtroppo hai colto nel segno, l’esempio del latinlover e’ emblematico e mai tanto azzeccato, purtroppo questa e’ la realta’ molto triste e deprimente…….la gente si atteggia(sono socio slow) ma poi non capisce un cazzo di vino, olio, formaggi, salumi, ecc,ecc……..ma peggio di peggio non comprende la vera essenza o il significato dell’esser socio, per non parlare del valore di certe iniziative

  9. E’ pur vero che le cose quando non vanno nel verso giusto, sicuramente qualcosa non va.!!!! Si dovrebbe anche pensare però alle tante manifestazioni ben riuscite, di cui personalmente ho partecipato con qualche azienda che rappresento.
    Credo ad una selezione più decisa, incollare l’adesivo fuori ad una vetrina di un ristorante non è tutto. Bisogna far comprendere che codesta associazione ha delle regole, e vanno rispettate.

  10. E su questo concordo,ma la mia era una denuncia di altro e cioè l incoerenza dei cosiddetti appassionati di gastronomia,soci e non,e l inerzia delle istituzioni,tutto ovviamente riferito al mio territorio anche se alcune considerazioni possono essere valide anche altrove.Il fatto è che stanno finendo i tempi in cui girare il calice era Figo.Tuttavia è vero che nell’agro nocerino sarnese la crisi del settore si senta piu che altrove a causa di una profonda ignoranza e apatia gastronomica della maggior parte delle persone e anche dei ristoratori.Le iniziative di qualità non riscuotono il successo che meritano e questo indipendentemente se le organizzo io come Slow food o altri.Ma se posso capirlo da chi non ha mai sentiti parlare di qualità non riesco ad accettarlo da chi come socio ha avuto accesso a talune informazioni o campagne di sensibilizzazione.La classe politica poi fa pena circa la valorizzazione del patrimonio gastronomico,emblematico che ben due sindaci della zona abbiano detto durante interventi pubblici che il San Marzano non esiste piu e uno abbia messo come piatto tipico in una brochure per la Bit,lo gnocco con la mozzarella quando anche i bambini sanno che si chiama alla sorrentina.E la festa del 2luglio vuole essere soprattutto un modo per urlare a tutti:L agro nocerino sarnese di qualità esiste!!!!

  11. Vedi Marco, questo è l’amaro calice che ho bevuto prima di te……
    la città capofila dell’Agro e buona parte dello stesso è abitata da strani individui, pronti all’invidia ed al rancore poco propensi a riconoscere agli altri dei meriti e/o delle capacità.
    Non amo i miei i sono cose perchè loro non amano la mia città; pronti a fare armi e bagagli e passare le serate in quel di Cava e/o di Salerno, pur di dire sono andato a…….., ho mangiato da………come se fermarsi a bere un bicchiere in piazza o andare a mangiare un boccone da Quod Libet ( e cito quei ragazzi, perchè non avevano da invidiare niente a nessuno) fosse qualcosa da disgraziato o sfigato.
    Però vanno a mangiare in locali che se per caso arrivassero i NAS metterebbero gli astanti in quarantena, e raserebbero al suolo gli stessi come novelli Attila.

    Mi dispiace per la tua passione, che conosco genuina e disinteressata, ma il tessuto su cui ti muovi è purtroppo questo.

    Per quanto mi riguarda ho lasciato Slow Food da qualche anno perché ritengo che ci sono cose che non mi tornano ma se hai bisogno di un appoggio, conta pure su di me.
    Saluti

  12. “……Non amo i miei concittadini perchè loro non amano la mia città; pronti a fare armi e bagagli e passare le serate in quel di Cava e/o di Salerno…”

  13. marco come hai visto sui miei menu non mancono mai i prodotti del agro che grazie a te ho aprezzato tantissimo e trovo tanta difficolta a farli conoscere e a apprezzarli ci vogliono piu marco contursi piu fam ruggiero e piu chi ama i prodotti del territorio e ai miei amici chef nei piatto dobbiamo mettere piu cibo buono e giusto forza marco sfogati ma ricaricati subito noi abbiamo bisogno di te

  14. Caro Marco,

    non dobbiamo arrenderci. Condivido il tuo sfogo, e so che questo ultimo anno è stato duro, ma delle piccole soddisfazioni ci sono sempre. Perdere un fiduciario come te sarebbe come togliere la spina dorsale all’agro. Stiamo facendo molto e forse dobbiamo fare ancora di più, sicuramente non dobbiamo mollare! Dobbiamo ancora di più sensibilizzare, educare, fare capire che ciò in cui crediamo è la base per un rilancio anche economico di un territorio così ricco. Tieni duro Marco, teniamo duro.
    Un abbraccio forte e un GRAZIE da tutti quei soci che ti sostengono e credono in te. Non mollare, non ci abbandonare.

  15. Caro Marco la mia solidarietà e al 100° per cento , ma fino a quando non si capirà che l’unione fa la forza non si andrà da nessuna parte , fino a quando il territotorio non percepirà che solo attraverso una coalizione compatta di ristoratori,produttori, fiduciari, sommelir ecc.ecc. sarebbe fondamentale remare tutti all’unisono nella stessa direzione ma quanti hanno l’umiltà di capire determinati concetti legati al territorio? >Fino a quando ognuno tirerà acqua al suo mulino risultati zero. Predicare nel deserto non ha mai fatto crescere nessuno le inizitaive vanno conocordate con tutte forze presenti su territorio anche quelle politiche ma fino a quando a lottare saremo sempre gli stessi i risultati non saranno mai confortanti hai tutto il mo appoggio nn mollare forse tu sarai la molla che smuoverà la situazione di stallo io sono e sarò sempre con te,,,,,,,,,,,,,,,,tony irollo chef ristorante il cavaliere sarno

  16. Buongiorno a tutti sono l’altro maestro assaggiatore onas di cui parla Marco,
    di solito non è mia abitudine intervenire in queste discussioni perché ritengo che troppo facilmente alle volte si sfoci dal confronto alla polemica. A me non piace litigare quindi non frequento né questo forum né altri.
    L’analisi che fa Marco è a mio avviso lucida e competente, non posso dire se ne vale la pena andare a avanti, ma io spero che si vada avanti. Sono proprio queste realtà territoriali a permettere a chi come me,che non è strettamente legato a un territorio, ma ama muoversi nella regione ad anche al di fuori di essa, di aumentare le proprie conoscenze, di fare esperienze e di formarsi. Tante piccole realtà rappresentano una vasta scelta anche solo a livello regionale di eventi tra cui scegliere.
    Un grazie a Marco e a chi continua a lottare nonostante tutto.

  17. Se tutti avessero un briciolo della tua passione e esperienza caro Fabrizio il mondo Dell enogastronomia sarebbe diverso.

  18. Gentili,
    leggo lo “sfogo” di Marco e i commenti di persone appassionate al territorio e all’ enogastronomia. Non è affatto poco concentrare energie su un argomento cosi interessante ed importante. L’Agro è un territorio difficile, lo sappiamo tutti, soprattutto chi lo vive e lo “racconta” come mi capita da cronista di un quotidiano, ma perchè non cercare di fare rete con quelli che ci sono ? Lo sfogo e provocazione di Marco potrebbe essere ottimale se ben canalizzato, e non è detto che tutto sia cosi impossibile. Anche con il sistema confesercenti, stiamo cercando di dare un contributo, anche quest’anno organizziamo Gusto Tipico, al Castello Doria di Angri dal 22 al 24 giugno. Facciamo tutto da noi, non abbiamo contributi, paghiamo pure la struttura che ci ospita e lo facciamo solo per valorizzare uomini e donne che lavorano qui ed ora in un settore che in un modo o nell’altro li fa campare, puntando alla qualità seppur per piccoli numeri e non arrendendosi. Se vi va il programma non è ancora stato completato, alcune iniziative potrebbe essere concentrare nei tre giorni, e magari riusciamo a dare un segnale in pù. Noi ci siamo, forza Marco e avanti tutta, l’Agro siamo noi e i nostri parenti intonfapancia che a loro volta sono parenti di gente che si spacca la schiena per piantare ortaggi e lavorare su prodotti che riempiono la pancia e si spera il cuore di milioni di uomini e donne. Per i contatti su Gusto Tipico cercate su facebook, http://www.gustotipico.net oppure contattatemi su face. cari saluti

  19. Ciao Marco, il tuo sfogo è condivisibile, ma spero che resti solo uno sfogo. Devo dirti, con tutta sincerità, che qualche colpa di Slow food c’è se esiste una quantità esigua ai corsi che organizzi. Infatti per la sola Campania esistono 27 condotte e nella tua zona (o nel raggio di 30 km) ne esistono almeno 5 (Monti Lattari, Penisola Sorrentina, Vesuvio, Costa D’amalfi, Agro Nolano, oltre all’Agro Nocerino Sarnese), mi sembra che la capillarità delle condote stia diventando peggio di quelle delle banche o dei supermercati. Ciò porta solo ad una notevole dispersione. Inoltre, se poi a capo di queste condotte ci sono non appassionati della gastronomia ma produttori, ristoratori o commercianti enogastronomici che vogliono rivestire un ruolo per promuovere la loro attività….certo che non si da una buona immagine e allora la gente due conti se li fa. Per quanto riguarda i ristoratori della zona sono pochissimi che veramente hanno una cultura di ciò che mettono nei loro piatti. Avendo lavorato nel settore della ristorazione, ti posso dire che molti la prima cosa che guardano di un prodotto è il prezzo e pensano al margine che possono farci sopra. Non gli importa di ciò che danno e come lo danno. A questi corsi che organizzi in prima linea dovrebbero esseci proprio i ristoratori….ma quanti ne vedi realmente?! Ristoratore = imprenditore?! Se si, allora in quest’ottica economica, (mi diapiace dirlo) ma ci sta anche che abbassino la saracinesca. Per quanto riguarda la promozione territoriale da parte delle isituzioni locali, purtroppo, devo convenire sul fatto che sono miopi, poco lungimiranti e dei perfetti ignoranti sul contributo che i prodotti enogastronomici possono dare all’economia territoriale e all’ambiente. Dice tutto la sagra dello struzzo a Cava dei Tirreni……se lo sapesse la buon’anima di mio nonno, allevatore e contadino dell’agro, rabbrividirebbe…..credo che nemmeno lui abbia mai visto uno struzzo correre per l’agro…..e poi il termine sagra non indica una festa popolare e tradizionale per valorizzare i prodotti del territorio?! Sarò ignorante ma quando sento struzzo lo associo all’Africa o all’Australia. Se invece vai in comune per far organizzare una sagra sul pomodorino di Corbara o sul cipollotto ti ridono in faccia e ti dicono: “ma che vuò fa?! Il cipollotto?! e cos’è?!. Infine, ti consiglierei di non arrabbiarti per il “latin lover” tanto è uno che per lo meno, per moda o no, ha seguito comunque un corso e sicuramente saprà distinguere il vino di un euro da uno buono. Stesso discorso vale per coloro che si “abboffano” con mangiate da 15 €, avranno solo la pancia piena di prodottacci….mica puoi arrabiarti per il loro fegato?! Visto che sei uno che ci crede veramente nella cultura dei prodotti locali….CONTINUA! Un cordiale saluto Gerardo

  20. Concordo su tutto tranne quando dici che sono troppe le condotte poiché Vesuvio agro e penisola seppur vicini hanno caratteristiche diverse oltre che un bacino di utenza enorme.La mia condotta abbraccia 12 comuni alcuni dei quali con oltre 50 mila abitanti,il problema è culturale.La sagra dello struzzo è un chiaro esempio,il fatto poi che l assessore provinciale al turismo sia stato arrestato la dice lunga sul versante politico.

  21. Ringrazio gli chef Pappalardo e Irollo due bandiere insieme a Lorenzo Principe e a pochi altri della promozione delle eccellenza Dell agro.

  22. Caro Dani i corsi da me organizzati sono sempre di altissimo profilo e cerco sempre di arricchirli rispetto alla didattica già completa di slow food ad esempio offrendo compreso nel prezzo anche un piatto caldo visto che si fanno la sera e c e chi viene senza cenare.Il problema è culturale,le persone spendono in scarpe e telefonini ma non in formazione.

  23. Caro Marco,
    leggo la tua lettera solo adesso ed i numerosi commenti di stima e solidarietà ricevuti…penso che in questi anni oltre alla crisi mondiale economica si sia affacciata una crisi di IDEE in tutti i personaggi coinvolti nella filiera dell’enogastronomia, ne è prova quello che tu hai denunciato nella lettera. Il nostro impegno è e resterà sempre la salvaguardia di antichi saperi, tradizioni e sapori che mai devono scomparire dal nostro Agro Nocerino Sarnese!!! Io come te sono pronto…già dal prox Master Slow dei Formaggi!!!

  24. Caro Marco, certo che ne vale la pena. Invece di affliggerti ad analizzare l’antropologia di chi si iscrive (o non si iscrive, chi se ne frega, mica siamo solo quello!) ai Master, pensa a cosa sarebbe il tuo territorio, adesso, se non ci fossi stato tu a fare le cose che hai fatto in questi anni. Escludo che sarebbe stato migliore ed escludo che sarebbe stato la stessa cosa. Le cose fatte bene rimangono, nascoste, a volte invisibili, negli interstizi della società, ma rimangono… sono semi. Pure se ti sembra di non raccogliere per quello che hai seminato, qualcuno raccoglie e raccoglierà al posto tuo. E poi, quello che fai fa bene alla salute (mentale) tua, a quella dei nostri figli, e pure a quella di chi non ci conosce o non ci apprezza. Che vuoi di più? Abbiamo un territorio mortificato da difendere, facciamolo con quanti più amici possibile. Facciamo qualcosa insieme? Al limite delle nostre condotte c’è il Parco Regionale del Fiume Sarno, è inutile che ti dica quanto ci sarebbe da fare. Facciamo qualcosa sul fiume coinvolgendo tutte le associazioni che possiamo. Parliamone davanti ad una anguilla fritta… e non facciamoci deprimere da chi non ha fantasia e interessi. Ti abbraccio forte e vai avanti così, senza cambiare una virgola.

  25. Ciao Marco,faccio parte da poco della grande squadra Slowfood ma insieme alla mia famiglia siamo stati sempre promotori, anche se con tanti sforzi , dei prodotti dellAgro Nocerino Sarnese ,personalmente vengo da due famiglie che hanno vissuto di quello che la natura potesse offrirgli giorno dopo giorno e ti posso assicurare che continueremo a perseguire questo ideale.Ti auguro Buon lavoro.
    Gianluca

  26. la crisi finanziaria dell’italia ha causato l’erosione del cosiddetto “ceto medio” (vera spina dorsale dell’associazionismo), con conseguente abbassamento del livello di vita di tutti noi. tutto il blocco dei consumatori d’un certo (ma non altissimo) livello s’è improvvisamente abbassato. tant’è che è diminuita la spesa media per generi alimentari di qualità, resistendo solamente la fascia del biologico, dei cibi molto cari e/o molto tipici e dei cibi specializzati (infanzia/sport/ecc.). pertanto, le associazioni enogastronomiche non possono che alzare il proprio livello, spostandosi in fascia alta, se non vogliono scomparire. è quello che ci chiedono i mercati.

  27. Caro Marco,
    sono tornato da poco da Fasano e non avevo ancora trovato il tempo di leggere il tuo spunto e la tua denuncia.
    Tutto condivisibile. Se ti può confortare (non so fino a che punto…) la situazione è identica anche qui nel Cilento, come tu ben sai. Per organizzare una serata eno-gastronomica o soltanto la degustazione dei vini locali bisogna affidarsi alla fortuna. La gente è pigra, disinformata e inculturata. Ti ricordi l’anno scorso ad Ascea Marina sul lido? Per fortuna le cose vanno molto meglio quando vado a Gallarate, perché là c’è più attenzione, passione e competenza.
    Abbiti la mia piena solidarietà.
    Abbracci.

  28. Grazie ad Enrico e Lello quando una serata insieme a base di San Marzano e iammarielli?

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