L’oste e il sacrestano: il piccolo gioiello di Licata
di Fabio Panci
Siamo negli intricati vicoletti del centro storico di Licata, per la precisione in via S. Andrea n° 19. Qui nell’ormai lontano fine Ottobre 2004, l’oste Peppe Bonsignore e la sua dolcissima metà Chiara Sabella aprono le porte del loro “nido culinario”.
Pochissimi tavoli, una sala ed una cucina divise da meno di 10 passi, bottiglie di vino in ogni dove e quella sensazione di essere al posto giusto nel momento giusto provata nettamente appena varcata la soglia d’ingresso.
L’ulteriore pezzo di storia da raccontare (premiando ancora di più la loro mission) è che i due lasciano un lavoro a tempo indeterminato a Firenze, per ritornare ai colori, agli odori ed a sapori (ed in parte anche alle difficoltà) della loro amata Sicilia.
Prima di andare a descrivere i piatti degustati nel corso di un piacevolissimo pranzo, contornato dalla mia famiglia e da amici carissimi, voglio rinnovare per iscritto (dopo averlo fatto di persona) i complimenti all’Oste Bonsignore per la sua idea di ristorazione. L’Oste ed il Sacrestano dovrebbe essere preso a modello per i numerosi giovani che in Sicilia (e non solo, mi permetto di aggiungere) vogliono iniziare un’attività imprenditoriale.
Per evitare di dilungarmi troppo (scusate ma quando vedi funzionare in maniera perfettamente sincrona cucina e sala, non puoi non sottolinearlo soprattutto in tempi come questi dominati da improvvisazione e dilettantismo in materia) ecco i piatti con cui lo Chef ci ha presentato la “Sua Sicilia”.
Partiamo subito con: Sfinge di baccalà e zucchine. Di incredibile morbidezza al palato, ravvivata dalla nota sapida del pesce, con un intingolo di pomodoro davvero pazzesco nella sua semplicità.
Giusto il tempo di scegliere la prima bottiglia, CDC Rosato 2015 dell’azienda Baglio del Cristo di Campobello di Licata (nero d’avola vinificato in bianco, di straordinaria facilità di beva), ed ecco arrivare la seconda portata: Crudo di gambero rosso di Licata e crema di mozzarella. Quintessenza del territorio, con prodotti tutti a “km zero”, di regale finezza senza mai dimenticare il gusto.
Continuiamo con la terza portata: Bresaola di tonno, crema di patata, pomodoro vaniglia, limone, capperi di Salina e oliva taggiasca. Senza ombra di dubbio il miglior piatto del giorno. Dolcezza, Sapidità, Acidità si scambiano vicendevolmente il ruolo di “leader gustativo”, in un tripudio di ricordi olfattivi isolani da pelle d’oca.
In una delle “soste” del nostro viaggio scoviamo in carta un CDC Bianco annata 2011. Dovrebbe essere l’entry-level (come piace direi agli americani, personalmente preferisco “vino d’ingresso”) sempre dell’azienda Baglio del Cristo di Campobello. Ergo ad oltre 5 anni dalla vendemmia dovremmo (il condizionale è ancora una volta obbligatorio) trovarlo nella “fase finale della sua vita”. Al contrario lo stupore comincia sin dalla parte olfattiva, con un concentrato di mandarino e cedro coadiuvati da un ricordo di zagara. Poi in bocca risulta ancora integro, vivo e vibrante. Perfetto per accompagnare la quarta portata: Polpo e Bieta. Qui i sentori di the verde celebrano il matrimonio perfetto tra mare ed orto, con freschezza delle materie prime come insostituibile base di partenza.
Proseguiamo con un altro capolavoro di gusto: l’Arancina A’Milanisa. Sarde e finocchietto, come farcia, sprigionano in bocca tutta la loro sicilianità. Ad ogni boccone aumenta il distacco con la realtà, dimenticando problemi e preoccupazioni. Un vero “piatto terapeutico”.
Arriviamo poi alla sesta portata: Filetto di Lampuga, con carciofo e patata affumicata. Materie prime di qualità eccelsa, cottura del pesce da dio e la capacità straordinaria dello Chef di “legare gli ingredienti” lasciando ad ognuno il suo giusto spazio.
Il degno finale viene lasciato alla fantasia dell’Oste Peppe. Ispirato dalla nota agrumata del vino (queste le sue parole al momento della presentazione del piatto) concludiamo con: CDCR. L’acronimo riporta il nome del secondo vino, a cui si aggiunge la lettera “R” in rappresentanza della ricotta vera regina delle preparazioni dolciarie locali. Completano il tutto il mandarino, presente nella duplice versione di scorza e gelee, ed un velo di cioccolato fondente. Gusto e freschezza allo stato puro.
Conclusioni
Location: Accogliente, calda, intima, familiare. Luogo ideale per vivere un’esperienza enogastronomica di altissimo livello.
Servizio: Passione e professionalità. Il cliente non è un “numero” ma viene fatto sentire il co-protagonista del film “Sicilia a tavola”, ideato e diretto dall’Oste Bonsignore.
Carta dei Vini: Ristretta, territoriale, molto ben fatta. Dominata da vini siciliani con buona selezione di bollicine.
Cucina: Territorio, Materie Prime, Tecnica, Classe e Passione. Se non sei mai stato a mangiare da Peppe Bonsignore non può dire di essere stato in Sicilia.
L’Oste e il Sacrestano
Via S. Andrea 19, 92027- Licata (AG)
Tel. 0922 77 47 36
www.losteeilsacrestano.it