Londra, ristorante NOPI di Yotam Ottolenghi
di Virginia Di Falco
Difficile, se siete in giro per Londra, non passare da Soho. Se subite il fascino degli anni Sessanta. Se puntate dritti ai negozi di Regent Street e Oxford Street. Se volete annusare un po’ di vero multiculturalismo. O se siete degli imbranati cronici e avete bisogno di Piccadilly Circus per orientarvi in città.
Forse Yatam Ottolenghi, chef di origini israeliane e imprenditore di successo, aveva in testa proprio questa ultima categoria quando ha deciso di chiamare NOPI la sua più giovane creatura aperta a Soho nel febbraio del 2011, cioè a “North Of PIccadilly”.
Così come gli altri suoi ristoranti e delicatessen disseminati nella capitale, questa brasserie si distingue per i colori luminosi, per le vetrate che aprono alla luce, e per la prevalenza di ottone, di legno chiaro e di bianco ovunque, dalle sedie al tovagliato. Aperto tutto il giorno, dalla prima colazione alla cena, colpisce da subito per l’immediatezza del servizio e del menu. Tempi veloci, quasi ritmati, ma mai aggressivi, sempre super professionali e navigati. Ed è per questo che anche un lunch veloce al banco può trasformarsi in una piacevole esperienza, da consigliare senza indugi. Una piccola carta dei vini, con qualche buona bollicina, delle chicche tra i vini biodinamici (anche italiani, come l’Aglianico irpino di Cantina Giardino) ma che sembra pescare un po’ a caso più che avere una proposta meditata — per non parlare dei ricarichi eccessivi, come quasi ovunque a Londra.
Anche il menu è piccolo ma ben organizzato; suddiviso in tre parti: vegetariano, carne e pesce. Con uno sguardo più attento alla cucina mediorientale, soprattutto alle spezie e ai colori del Mediterraneo anche se non disdegna di attingere alle ricette basiche di altri paesi.
Il benvenuto, nell’attesa, di certo non parla una lingua sconosciuta: insieme al pane di avena, l’olio extravergine di oliva di Planeta, direttamente dalla Sicilia. E non ci si allontana di molto dal Mare Nostrum con i due antipasti: la melanzana arrostita all’aglio nero, servita con feta, cetriolo sott’aceto e semi di zucca. Bella a vedersi e davvero gustosa, grigliata al punto giusto, con un bell’equilibrio tra grassezza e acidità così come tra morbidezza e effetto croccantino di semi e sott’aceti. Golose e appaganti poi le frittelle di zucchine e manouri, un formaggio greco di pecora a pasta molle, servite calde calde, con yogurt al cardamomo. Ne portano tre, ne mangeresti trecento.
Non è certo una ricetta che esalta la freschezza del pesce, ma nell’insieme risulta gradevole (anche per il perfetto punto di cottura) il dentice con i semi di senape e il Rasam, una ricetta tipica dell’India del Sud a base di tamarindo e cipolle, tra le preferite del pupillo di Ottolenghi: Ramael Scully, capocuoco del Nopi di origini malesi.
E anche il petto di anatra arrosto, con quinoa rossa e salsa al (finto) burro di birra e nocciole si distingue per la cottura indovinata: la croccantezza dell’arrosto fa da scrigno ad una carne che resta tenera e succosa. Ad accompagnare, una coloratissima insalata di cruditè, con indivia, radicchio e mela verde.
In chiusura, per dessrt, la versione al cucchiaio di marshmallows, con gelatina di Calvados, fragole disidratate e pistacchi.
Insomma, tra i tavoli come in cucina si respira quel multiculturalismo tipico del quartiere, per cui definire questi piatti come internazionali o etnici riulterebbe forse riduttivo. Un’atmosfera piacevole, poco o niente turistica, per un conto medio sui 50 euro.
Warwick Street, 21-22 (Soho)
Tel. 020 7494 9584
Aperto tutti i giorni:
– dal lunedi al venerdi: ore 8:00-22:15
– sabato: ore 10:00-22:15
– domenica: ore 10:00-16:00
www.nopi-restaurant.com