L’Irpinia del Vino premiatissima a “Radici del Sud”. Il Consorzio Diversi Vignaioli Irpini fa il pieno di riconoscimenti
di Annito Abate
Per decodificare un messaggio, soprattutto se complesso, è utile, a volta, utilizzare alcune parole chiave che hanno l’evidente capacità di sintetizzare una molteplicità di concetti in una indicizzazione semplice da codificare, da ogni forma pensante, sia essa elettrica o elettrochimica.
Brand – Radici – Vini – Territorio – Sud – Autoctono – Meridionale, sono le parole chiave per descrivere uno degli eventi significativi e pregnanti del Mondo del Vino e dell’Enogastronomia in genere: “Radici del Sud. Salone dei vini autoctoni meridionali”, ideato e voluto da Nicola Campanile, giunto, per questo 2013, alla ottava edizione.
Se in degustazione utilizziamo maggiormente l’olfatto ed il gusto è la vista che collabora ad “irrobustire” la tenuta emozionale; la Masseria Caselli a Carovigno (Brindisi), sede dell’evento, ha regalato ai partecipanti la luce, il colore ed il calore della Puglia, quella in armonia tra tradizione ed innovazione.
Tra gli ulivi ed i carrubi, tra le arcate in pietra e le terrazze, si staglia all’orizzonte il mare; i sensi sono “accarezzati”, tutti, e stimolati a dare il meglio nei wine-tasting previsti nei cinque meravigliosi giorni da trascorrere nel “Regno Enoico delle Due Sicilie” con i Vini di Puglia, Basilicata, Campania, Calabria e Sicilia, 141 Cantine, 236 vini, 2 Giurie (Nazionale ed Internazionale composte da 16+16 prestigiosi giudici), Produttori, Buyer, Wine-writer, Esperti di settore e, nell’ultimo giorno, porte aperte anche ai Wine-Lovers con i banchi di degustazione aperti al pubblico.
Le degustazioni, rigorosamente alla cieca, hanno decretato i vincitori nelle rispettive 20 categorie (Falanghina, Bianchi di Puglia e Basilicata,Greco Bianco, Bianchi da Vitigni Autoctoni (Minutolo, Fiano, Bombino), Catarratto, Fiano, Rosati da Vitigni Autoctoni di Puglia, Rosati del Sud (Calabria, Basilicata, Sicilia), Rossi Misti da Vitigni Autoctoni di Puglia, Nero Di Troia, Negroamaro, Magliocco, Nero D’avola, Aglianico, Aglianico del Vulture, Gaglioppo, Primitivo, Nerello, Taurasi e Biologico).
Veramente una “batteria” da esercito napoleonico in cui la Puglia, come è ovvio che sia, la fa da padrona … di casa!
Ma anche l’Irpinia ha sfoggiato il suo migliore parterre e le sue Cantine sono risultate premiatissime nelle categorie di territorio dei suoi vini-vitigno: Greco Bianco, Fiano, Aglianico, Taurasi.
Per i Greco è stata una staffetta in cui Terre d’Aione e Cantina Bambinuto si sono “inseguiti”, tra primo e secondo posto nella classifica della Giuria Nazionale ed Internazionale.
Per i Fiano Mastroberadino, Tenuta Sarno 1860, Villa Diamante e Colli di San Domenico si sono distribuiti i meritati premi.
Stessa cosa è accaduta per gli Aglianico con Donnachiara, San Paolo e Guastaferro e per i Taurasi con Lonardo (Contrade di Taurasi), Guastaferro e Tenuta Cavalier Pepe.
Ancora una volta è l’unione che fa la forza ed il Consorzio Diversi Vignaioli Irpini porta a casa un ottimo “bottino”, facendo il pieno di riconoscimenti. Tutte le Cantine aderenti, infatti, hanno vinto dei premi e raccolto un ampio consenso da parte della stampa nazionale ed internazionale presente, nonché dai buyers stranieri; i DI.VI.ni Irpini, infatti, sono piaciuti tantissimo sia nelle degustazioni alla cieca, sia negli incontri “B to B”.
Ecco i vini e le relative Cantine premiate del Consorzio:
Categoria Greco Bianco
- Picoli, Greco di Tufo DOCG, 2011 – Cantina Bambinuto
Categoria Fiano
- Fiano di Avellino DOCG, 2011 – Tenuta Sarno 1860
- Vigna della Congregazione, Fiano di Avellino DOCG, 2010 – Villa Diamante
Categoria Aglianico
- Meminì, Irpinia DOC, 2008 – Cantine Guastaferro
Categoria Taurasi
- Taurasi DOCG 2008, Cantine Lonardo
- Primun riserva, Taurasi DOCG, 2007 – Cantine Guastaferro
Una grande notizia per i prodotti vitivinicoli della Provincia di Avellino, avvalorata dal prestigio delle altre Aziende Partecipanti, di quelle che hanno ricevuto i premi e delle Giurie Nazionale ed Internazionale che le hanno selezionato e scelto queste eccellenze enologiche.
3 Commenti
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volevo comunicare che il taurasi vincitore a radici non è il riserva 2007(che uscirà nell 2014)ma il 2004 sperando in una rapida rettifica sia dei comunicati stampa usciti sia degli attestati che mi sono stati dati colgo l’occasione per fare ancora i complimenti per la manifestazione a nicola e a tutto il suo staff.
Grazie a Nicola Campanile , Luciano Pignataro , Franco Ziliani, la Regione Puglia che ci ha ospitato in una splendida cornice che ha reso ancor più fantastica questa manifestazione che anno dopo anno sta acquistando sempre di più prestigio e fascino. Complimenti a tutti , anche a coloro che faticosamente hanno lavorato dietro le quinte.Quanto al grande risultato dei DIVERSI VIGNAIOLI IRPINI, in qualità di Presidente , mi preme sottolineare che 5 aziende consorziate erano presenti , mentre altre tre , per motivi di lavoro erano assenti. Tuttavia le 5 aziende presenti , sono state tutte premiate:in particolare le cinque aziende hanno portato a casa ben 8 premi, come sopra specificato. In tal modo il Consorzio oltre a guadagnare la stima degli appassionati, consolida l’obbiettivo comune, che è quello di promuovere vini irpini di qualità.Un grazie speciale ai miei colleghi vigneron.
Colgo l’occasione per ringraziare le cantine del Consorzio Diversi Vignaioli Irpini che hanno partecipato a Radici conseguendo i meritati successi nelle categorie campane in concorso. Vi ringrazio per aver riposto fiducia nell’evento del Salone dei Vini Meridionali così come hanno fatto Luciano Pignataro, Marina Alaimo e Novella Talamo e i tanti altri produttori della regione Campania cui sono altrettanto grato per aver voluto onorare della loro presenza le attività della manifestazione. Sono convinto che aziende come le vostre rappresentino un brillante esempio da seguire e la prova concreta di come, attraverso il confronto tra le realtà enologiche delle varie regioni del Sud Italia, il patrimonio ampelografico meridionale possa svilupparsi e conseguire primati di tutto rispetto. Quando ogni anno al termine di Radici parlo agli ospiti stranieri che si congedano da noi stupefatti della bellezza del ritratto che emerge del nostro Sud attraverso gli incontri con le varie cantine, si rafforza dentro di noi organizzatori la sensazione che è immenso il potere seduttivo che si riesce a esercitare esaltando gli affascinanti tratti identitari che vitigni, territori e tradizioni riescono a esprimere.
Sarà pure un’ovvietà quello che dico ma la strada da perseguire per l’avvenire è proprio quella di dare voce alle eccellenti diversità di cui è disseminato il nostro meridione. Il nuovo per noi sta in questo.
Tutti voi Diversi Vignaioli Irpini, ad esempio, rappresentate allo stesso tempo sia un valore che un vantaggio per il consumatore perché questo trova compresenti in un Consorzio come il vostro tanti produttori di eccellenza, tanti vitigni e tanti vini di un unico territorio. Se esportassimo nel mondo questo schema allargandolo alla macro area del Sud Italia, daremmo filo da torcere all’entourage del vino mondiale al completo. Vedere estasiati giornalisti che assaggiano Magliocco, Bombino, Malvasia, Greco, Fiano, Nerello, Negroamaro, ecc. ecc., nelle varie occasioni che si sono presentate durante i cinque giorni dedicati alla conoscenza dei vini, è stato davvero sorprendente. Molte volte mi chiedo: ma se girano il mondo, se vanno per fiere, come mai non rimangono tracce forti nelle loro attività? Forse perché Radici come percorso intensivo di attività programmate e focalizzate solo sull’autoctono di una macroarea del Mediterraneo genera un particolare effetto. Il blind tasting prima, le verticali di alcuni vini durante, gli incontri poi con i produttori delle varie aree, alcuni educational tour alla fine e le cene tematiche accompagnate dalle varie etichette evidentemente riescono a lasciare un’impressione difficile da scordare.
Non per autocelebrarci, ma credo sia matura per noi tutti l’idea che Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia insieme a Molise e Abruzzo … non ce n’è neanche per i cugini d’oltralpe! ;)
Ovviamente e sottolineo ovviamente, perché non scoppi l’ennesima bagarre, è un ragionamento questo che va fatto in prospettiva. Dovremo aggiungere al lavoro di qualità dei produttori del Sud sempre in crescita una maggiore chiarezza ed efficacia nella comunicazione, affidandola a chi abbia la necessaria competenza in fatto di mercati e loro penetrazione. Inoltre, e una volta per tutte, i competitor a tutti i livelli nel nostro settore dovranno prima o poi farsene una ragione che al cospetto della sfida globale i veri avversari sui quali misurarci non devono più essere i nostri vicini di vigna.
Un grande grazie di cuore a tutti