Libero Taburno Falanghina del Sannio Vendemmia Tardiva Dop 2017 – Azienda Fontanavecchia
di Enrico Malgi
Vanno bene sicuramente il Fiano di Avellino ed il Greco di Tufo come vini estremamente longevi a bacca bianca della Campania. E la Falanghina? Si anche la Falanghina può contrastare il tempo che avanza con ottimi risultati, specialmente se si tratta di quella prodotta nel Sannio, che si avvale di un terroir particolarmente favorevole.
Ecco qui due tangibili esempi della iconica azienda Fontanavecchia di Torrecuso.
Taburno Falanghina del Sannio Vendemmia Tardiva Dop 2017. Soltanto Falanghina vendemmiata ad inizio di ottobre. Maturazione per l’80% in acciaio ed il restante 20% in barriques. Tasso alcolico di quattordici gradi. Prezzo finale di 22,00 euro. Riassaggio questo millesimo giusto a distanza di due anni per valutarne la tenuta e se nel frattempo è cambiato qualcosa.
Alla vista si appalesa un coreografico e lucente colore giallo paglierino vividamente giovanile. Bouquet custode geloso di un sontuoso, variegato e poliedrico scrigno di elegiaci profumi, che evocano in progressione profusioni di pesca bianca, albicocca, mela verde, pera spadona, melone bianco, clementina, banana (acetato d’isoamile), mandorla, gelsomino, ginestra, fiori di limone, eucalipto, aghi di pino, balsamo, mentolo e chiodi di garofano (eugenolo). In bocca penetra un sorso che subito seduce le papille gustative attraverso godibili percezioni tattili, che trasmettono un’ottima freschezza, seguita appresso da una spiccata avvolgenza e morbidezza, mineralità e tonicità, equilibrio ed eleganza, succosità e raffinatezza, leggiadrìa e piacevolezza, grazia e soavità. Palato trascinante per struttura, contrasto e persistenza. Zenit ancora molto lontano. Fraseggio finale lungo, appassionato e sospiroso. Vino che non dà alcun segno di cedimento e che risulta perfetto per accompagnare un risotto ai frutti di mare, carne bianca ed anche qualche piatto più strutturato.
Scheda del 22.08.2022
Nel bicchiere si staglia un luminoso colore giallo dorato. Il timbro aromatico sancisce un grande impatto olfattivo, attraverso deliziose effusioni di mela annurca, pesca, mandorla, litchi, ginestra, macchia mediterranea, miele e chiodi di garofano. Approccio palatale tonico, profondo, ammaliante, generoso, fresco, sapido, elegante, aggraziato e balsamico. Verve raffinata, equilibrata, ben modulata ed armonica. Longevità tutta sa esplorare. Ben calibrato e sontuoso il retroaroma. Si tratta di una grande Falanghina da abbinare a piatti di mare, ma va bene anche con qualche preparazione più consistente.
Scheda del 28.10.2021 del 2001 Falanghina Beneventano Igt
Si può parlare di un vino che non esiste più, o almeno non è più in commercio da tanto tempo? Si, certo che si può, per una ragione molto semplice perché è uno dei vini bianchi tra i migliori che ho assaggiato negli ultimi tempi in modo assoluto.
Andiamo con ordine. Recentemente ho fatto visita all’Azienda Agricola Fontanavecchia di Torrecuso, appartenente alla famiglia Rillo di papà Orazio con i figli Libero e Giuseppe per degustare undici meravigliosi vini, tra cui una chicca rara e prestigiosa: 2001 Falanghina Beneventano Igt. Pensate una Falanghina vecchia di venti anni “non filtrata e non stabilizzata, affinata in barriques di rovere francese” come recita la controetichetta, come fosse un Fiano di Avellino, un Greco di Tufo, un Vermentino di Gallura, oppure un Riesling Alsaziano. I gradi alcolici sono quattordici e mezzo. Libero mi ha confessato che ne ha conservato circa sessanta bottiglie ormai fuori commercio, di cui questa l’ha aperta in mio onore per farmela assaggiare. Ringrazio Libero per la sua premurosa generosità.
Vediamo allora com’è questo vino straordinario. Alla vista si presenta un colore giallo dorato quasi ambrato, ma ancora giovane, vivo e brillante. Il sensitivo bouquet che si apre al naso è dotato di un meraviglioso appeal olfattivo, che cattura e tiene in ostaggio le narici per molto tempo. Lo spettro aromatico, infatti, è segnato da solidi, fini, invitanti e persistenti profumi empireumatici, idrocarburici, balsamici e tartufati ma, soprattutto, è detentore di calibrate e sospirose nuances di una rilevante scorta di frutta assolutamente integra come la mela annurca, la pera, la pesca, l’albicocca, il bergamotto, la mandorla e tutto il corredo esotico. In appresso risaltano afflati di miele di acacia, fiori di camomilla, salvia e rosmarino.
L’impatto del sorso sulla lingua è impressionante per avvolgenza, acidità, opulenza, grassezza, morbidezza, sapidità ed equilibrio e senza alcuna deriva ossidativa. Sviluppo palatale pervasivo, polposo, vibrante, minerale ed irradiante. Non so quando tempo ancora gli resta da vivere, Libero mi dice che sono alcuni anni che questo vino si è assestato senza rilevare alcun cedimento. Un vino davvero sorprendente, che riesce ad esprimere ancora intatto un respiro organolettico prettamente tridimensionale per il colore, la vista ed il gusto. Con che lo possiamo associare? Con tutto quello che volete va bene comunque, anche sorseggiandolo da solo.
Agricola Fontanavecchia
Contrada Fontanavecchia – Torrecuso (Bn)
Tel 0824 876275
[email protected] – www.fontanavecchia.info
Enologo: Emiliano Falsini
Ettari vitati: 20 – Bottiglie prodotte: 180.000
Vitigni: Aglianico, Piedirosso, Falanghina, Fiano, Greco e Coda di Volpe.
Bravo Enrico, belle recensioni. I vitigni Campani, se coltivati e prodotti con la giusta cura, affrontano l’età senza grossi problemi.