Libera Terra: la vera follia è pensare che le mafie non possano essere sconfitte, la campagna Mad in Italy
Indossa una camicia di forza e ha una sola certezza: «La vera follia è pensare che le mafie non possano essere sconfitte». Gianluca Faraone, presidente della cooperativa «Placido Rizzotto» e del consorzio Libera Terra Mediterraneo, è ritratto così nella campagna pubblicitaria «Mad in Italy» sul sito
www.progettomadinitaly.it che si è occupata delle alternative pulite offerte dalle cooperative Libera Terra.
Al motto «Se mi lasci non vali. I folli che restano fanno grande l’Italia», il progetto Mad in Italy racconta, con un gioco di parole, le storie di successo di quegli imprenditori italiani che hanno scelto di non abbandonare il nostro Paese ma di portare avanti «con lucida follia un’idea di impresa coraggiosa che promuova creativamente il made in Italy».
«Le cooperative che confluiscono nel consorzio Libera Terra Mediterraneo danno lavoro a più di 100 persone – spiega Faraone – nel 2010 hanno raggiunto un fatturato di circa 4 milioni di euro e gestiscono più di 600 ettari di terreno attraverso tre strutture agrituristiche. Sono nate anche una cantina e un centro ippico e stiamo partendo a Castelvolturno, in provincia di Caserta, con un caseificio che produrrà mozzarella di bufala all’interno di un impianto confiscato ai Casalesi. È importante uscire dai luoghi dell’associazionismo antimafia e andare sul territorio, per questo abbiamo scelto di non fuggire all’estero e di dare una prospettiva al nostro Paese».
Oltre 150 aziende italiane si sono iscritte al sito della campagna per segnalare storie di successo e alternative possibili al progetto, impegnato anche in un tour negli atenei del Paese per trovare giovani talenti.
«La scelta di fare impresa in un momento economico così difficile merita rispetto e Libera Terra incarna al meglio lo spirito di Mad in Italy – osserva Giampiero Cito, direttore creativo dell’agenzia di comunicazione Milc – Operare in un contesto ostile alle attività che scelgono di non seguire un’impronta mafiosa richiede un certo livello di follia e una grande fiducia verso il futuro».
(Ansa)