Le Selezioni dei Vini nei Seminari di Beviamoci Sud
di Antonio Di Spirito
Il 6-7-8 maggio si è svolto l’atteso evento Beviamoci Sud a Roma organizzato da Andrea Petrini di Percorsi di Vino e Marco Cum di Riserva Grande, ideata ed allestita con il giornalista Luciano Pignataro e giunta, ormai, alla quinta edizione; la manifestazione è dedicata ai grandi vini del Sud Italia. Il primo evento si tenne nel 2019 con il titolo Aglianico a Roma, titolo un po’ esclusivo, allargato, poi, nel tempo, a tutti i grandi vini del sud.
Oltre 80 i produttori espositori per un totale di circa 500 etichette in degustazione; la regione Lazio ha assunto un ruolo preminente proprio perché regione ospitante e per la prima volta sono stati invitate aziende della regione Abruzzi, ripescata nel Sud per ragioni storiche: era parte integrante della Terra di Lavoro, Regione del Regno Borbonico.
In questa edizione ci sono state importanti novità: sono stati istituiti dei premi in varie categorie; e, poi, l’evento è stato strutturato in tre giornate: è stata aggiunta la sessione del lunedì dedicata soprattutto agli operatori di settore, normalmente impegnati con il lavoro durante il weekend: chef e sommelier, stampa specializzata, Ho.Re.Ca.
Lunedì 8 maggio sono assegnati alcuni importanti riconoscimenti:
- In primis sono state premiate le “Eccellenze di Beviamoci Sud 2023”, selezionate da una commissione composta da degustatori esperti e giornalisti: le etichette di maggior pregio prodotte dalle aziende espositrici.
I vini che hanno superato gli 85 punti, selezionando 1 etichetta per azienda, sono stati ben 27.
I vini che hanno guadagnato le MENZIONI SPECIALI, ottenendo oltre 90 punti di valutazione, sono i seguenti, elencati nelle rispettive categorie:
MIGLIOR SPUMANTE
Asprinio Metodo Classico Dosaggio Zero – Altocampo – Campania
Asprinio Metodo Classico Mattia – De Angelis Asprinio – Campania
La Stipula Bianco – Cantine del Notaio – Basilicata
MIGLIOR BIANCO
Fiano D’Avellino Riserva Sequoia – Fonzone – Campania
Principe G Bio – Spadafora Vignaioli in Sicilia – Sicilia
Valle D’Itria Bianco Silos – Lasorte Cuadra – Puglia
MIGLIOR ROSATO
Cirò Rosato Segno – Librandi – Calabria
Piluc Orange Wine – Poggio Alla Meta – Lazio
Rosato Torre-Kalena – Steiger-Kalena – Molise
MIGLIOR ROSSO
Cirò Rosso Superiore Riserva Ripe del Falco – Ippolito 1845 – Calabria
Parco Marano – Giancarlo Ceci – Puglia
Quæstio – Masseria di Sessa – Campania
MIGLIOR VINO SPECIALE
Bianco al miele Elixir – Agricoltura Pacienza – Calabria
Moscato Passito di Saracena – Cantine Viola – Calabria
- Gli “Ambasciatori di Beviamoci Sud 2023”, consegnati agli esercizi che maggiormente supportano e valorizzano la produzione vinicola del Meridione e che corrispondono a requisiti di assoluta qualità e livello.
Sono stati premiati ben 50 esercizi provenienti dalle più importanti regioni del Meridione e dal Lazio tra i quali: Almatò, 50 Kalò di Ciro Salvo, Alfredo alla Scrofa, Antica Pesa, Eggs, Armando al Pantheon, Idylio by Apreda, Le Tamerici, Mirabelle, Essenza, Ristorante President, Sora Maria e Arcangelo; Antica Osteria Nonna Rosa, Aria Restaurant, Hostaria Bacco Furore, Locanda Radici, Re Maurì, Ristorante Gambero Rosso, Ristorante Ruris, Ristorante Le Bubbole, Osteria degli Spiriti, PerBacco, Primo Restaurant.
Oltre ai banchi d’assaggio distribuiti nei saloni del Grand Hotel Palatino di Roma, erano stati previsti dei ricchi seminari, di cui vi diamo ampio resoconto.
Il primo seminario era dedicato ai grandi vini dell’Etna, condotto abilmente da Federico Latteri, giornalista e wine writer di “Cronache di Gusto, che, da molti anni ormai, vive il vulcano siciliano.
Etna: i segreti dei suoi versanti
Accompagnati da Federico e da Seby Costanzo (Consigliere Delegato Promozioni, Relazioni Esterne ed Eventi del Consorzio Tutela Vini Etna DOC) abbiamo fatto un viaggio attraverso le Contrade dell’Etna, approfondendo le caratteristiche generali della viticoltura etnea andando, successivamente, alla scoperta delle differenti sfumature dei vini in base ai quattro versanti del vulcano: Versante Nord (a preminenza vini rossi), Versante Est (preminenza bianchi), Versante Sud Est e Versante Sud Ovest per vini bianche e rossi.
Sull’Etna c’è un importante patrimonio di vecchie vigne pre-fillossera e molti vitigni sono tuttora materia di studio e di identificazione per una eventuale iscrizione al Registro Nazionale.
Sono poco più di 1.000 gli ettari vitati iscritti alla DOC, per una produzione totale di 4,5 milioni di bottiglie (il 2% del vino siciliano), delle quali poco più del 70% di rossi e 27% di bianco; la quantità di rosato è minima.
Il seminario è stato arricchito dall’intervento della giornalista Titti Casiello, che ha curato la presentazione, per la prima volta a Roma, della nuova “Guida ai Vini dell’Etna 2023”, edita da “Cronache di Gusto”.
I vini in degustazione:
Torre Mora – Etna Rosato Scalunera 2022
Profumi minerali di pietra focaia, crema di pistacchi e rosa tea; al palato porta sapori fruttati, è salino, molto speziato, scorrevole, ben strutturato.
Cantine di Nessuno – Etna Bianco Superiore Milus 2020
Bouquet ricco e variegato con profumi di crema di pistacchi, macchia mediterranea, zagare, mentuccia, foglia di limone, glicine; al palato l’acidità è in prima linea, offre sapori fruttati e di mandarino, è speziato, affilato, scorrevole.
Travaglianti – Etna Bianco 2020
Foglie di agrumi, note vegetali secche, tabacco, frutta carnosa, note minerali di pietra focaia e sbuffi sulfurei pervadono il naso; è rotondo in bocca, comunque affilato e speziato, salino e lungo.
Nicosia – Etna Bianco Contrada Monte Gorna Vecchie Viti 2019
Al naso offre profumi dolci di frutta e floreali; al palato porta sapori freschi, è poco fruttato, ma molto minerale, speziato ed abbastanza persistente.
Mecori – Etna Rosso Duo Contrada Muganazzi 2021
Inizialmente un po’ chiuso, poi emana profumi di rosa e fruttati; sorso molto fruttato e fresco; il tannino rinviene inizialmente asciugante, poi levigato e vellutato; comunque minerale, sapido, appena speziato.
Tenute dei Ciclopi – Etna Rosso 2020
Profumi di rosa, frutta rossa e tizzone spento; al palato offre una acidità elevata, ha un tannino vellutato, ha corpo agile e scattante, è sapido e speziato.
Zumbo – Etna Rosso Manata 2017
Nerello mascalese in purezza, prodotto in Contrada Trimarchisa; matura solo in acciaio. Molto fruttato e poco floreale, tipico delle annate calde, ed esprime molta mineralità, quasi metallica; saporito al sorso, molto persistente, di grande personalità, lascia la bocca piena di spezie; ancora giovanissimo.
Fischetti – Etna Rosso Muscamento 2015
Floreale di viola e poco fruttato, con una buona dose di mineralità; scorrevole e sapido in bocca, ha tannino vellutato; sorso appena magro, ma di buoni sapori; tipico d un’annata fredda.
Il secondo seminario è stato dedicato alla denominazione del Vesuvio (Alla scoperta dei Vini del Vesuvio) ed è stato condotto da chi, più di tutti, conosce quel territorio, dove viticoltura e storia si intrecciano da secoli: Luciano Pignataro.
Affiancato, nell’occasione, da Ciro Giordano, Presidente del Consorzio Tutela Vini Vesuvio, abbiamo degustato sei vini bianchi tipici della denominazione: tre vini a base caprettone e tre Lacryma Christi. Peccato non ci fosse alcun piedirosso! Il territorio, collocato tra il Golfo di Napoli, la catena montuosa dei Monti Lattari (che si sviluppano sulla penisola Sorrentina) e l’Appenino Irpino, si caratterizza per un suolo sabbioso di origine vulcanica ricco di potassio dove, da tempo immemore, sono coltivati principalmente i vitigni Caprettone e il Piedirosso, considerati ormai da diversi anni l’espressione della produzione vitivinicola del territorio.
Il Consorzio consta di 150 soci tra Viticoltori, Vinificatori ed Imbottigliatori e rappresenta il 97% della produzione totale.
Bosco De’ Medici – Pompeiano Bianco IGT “Pompeii” 2022
Inizialmente chiuso e riottoso, poi si apre su note agrumate e frutta a pasta gialla con una punta di cera d’api; il sorso è sapido, freschissimo, speziato, lungo ed affilato.
Casa Setaro – Caprettone Vesuvio DOP 2021 “Aryete” 2021
Al naso si presenta con note vegetali e minerali oltre ad una ricca coppa di macedonia di frutti tropicali maturi e mela annurca; il sorso è fresco, agrumato, speziato, sapido e dal finale leggermente amaricante.
Cantine Olivella – Caprettone Vesuvio DOP 2021 “Emblema” 2021
Molto ricco il ventaglio olfattivo di questo vino ben fatto: frutta gialla, foglie di agrumi, nespole, lavanda ed erbe mediterranee; il sorso è fresco sapido, speziato, pulito, lungo ed appagante.
De Falco Vini – Lacryma Christi Vesuvio Bianco DOC 2021
Prodotto con uve coda di volpe 85% e falanghina 15%, emana forti note minerali, erbe aromatiche e frutta gialla; il sorso è ricco e saporito, fresco, sapido, agrumato ed abbastanza lungo, scorrevole e speziato.
Sorrentino Vini – Lacryma Christi Vesuvio Bianco DOC “5 Viti” 2021 BIO
In questo vino il caprettone concorre per il 90% e si completa con la falanghina. Mineralità in primo piano all’olfattiva, ben equilibrata da profumi di agrumi e crema di nocciola; il sorso è molto fresco e compatto, ma scorrevole, sapido e chiude con una leggera speziatura.
Cantina del Vesuvio – Lacryma Christi Vesuvio Bianco Superiore 2021
Solo caprettone per questo vino dal colore paglierino dorato; ha profumi di frutta gialla ed esotica con la solita nota minerale-vulcanica; il sorso è molto fruttato, freschissimo ed asciutto e, in chiusura, libera una vena amaricante e speziata.
Il Terzo Seminario è stato dedicato ad un altro importante territorio campano: il Sannio.
La Grande Bellezza del Sannio
Il Sannio, con le sue bellezze paesaggistiche, con i suoi resti romani molto ben conservati, ha vigneti che si estendono per circa 10 mila ettari (la zona campana a più alta densità viticola) suddivisi tra decine di vitigni autoctoni per produrre 60 tipologie di vini; la rinascita del territorio è passata attraverso la riorganizzazione delle varie denominazioni inglobate nella Sannio DOC.
Nel comparto si contano quasi 8.000 imprenditori viticoli ed un centinaio di aziende imbottigliatrici.
La degustazione, come da consolidata tradizione, è stata effettuata alla cieca.
Anche questo seminario è stato condotto da Luciano Pignataro, affiancato da Pasquale Carlo, giornalista, Vicepresidente di Arga Campania, responsabile dell’Ufficio stampa del Sannio Consorzio Tutela Vini e coordinatore regionale della Guida Vini Buoni d’Italia, e dalla Vicepresidente del Consorzio Eleonora Moroni.
Fattoria Ciabrelli – Jenn’Emois 2021 Sannio DOC Coda di Volpe
Vitigno mai abbastanza amato; nel Sannio si esprime ai massimi livelli e questa etichetta ne è un esempio. Profumi di miele, fieno fresco e cera d’api; accattivante al palato, ha notevole acidità, ma ricco e speziato, sapido, caldo e lungo. La freschezza vince il confronto con un sorso piuttosto grasso.
Il Poggio Taburno – Falanghina del Sannio DOP 2022
Classici profumi di banana e frutti tropicali con una leggera nota di lavanda; la freschezza è la regina di un sorso saporito, fruttato, grasso, speziato, sapido, asciutto e lungo.
Fontana Reale – Falanghina del Sannio DOC Spumante di qualità Metodo Classico 2012
Una falanghina in versione “bollicina”. Carico di colore, bollicine a grana fine e molto persistenti; profuma di cedro, mela annurca e lavanda; ha un sorso consistente e grasso, ma scorrevole, agrumato, asciutto e speziato; ha un’ottima freschezza.
Fontanavecchia – Aglianico del Taburno DOCG Rosato 2022
Olfattiva molto aggraziata con profumi di frutta rossa e qualche nota agrumata; al palato è fresco e saporito, ha un leggero tannino, un po’ asciutto, ma dolce; leggermente speziato e lungo.
Cantina Morone – Nero Piana 2020 Benevento Barbera IGP
Molto travagliata la vita di questo vitigno, impropriamente chiamato come un piemontese; l’iter per il cambio del nome in “camaiola” è in dirittura d’arrivo. Ha ancora qualche problema di rusticità ma gode di un miglioramento generalizzato. Profuma di frutta rossa molto variegata; al palato è ricco di frutta rossa, fresco, saporito, con tannino asciutto, ma dolce; è speziato e lungo.
Fattoria La Rivolta – Aglianico del Taburno DOCG 2019
Un aglianico del Taburno tradizionale e di lungo corso. Molto profumato e floreale al naso; al palato è fruttato, asciutto, un po’ agrumato, fresco e sapido.
Torre del Pagus – Tumulto 2016 Aglianico del Taburno DOCG Riserva
Una pietra miliare delle “Riserva” del Taburno; ce lo ricordiamo sontuoso, come usava allora; oggi è “alleggerito”, troviamo ciliegia ed arancia sanguinella nel ventaglio olfattivo; il sorso si caratterizza per i suoi tannini imponenti, ma domati e dolci; tanta polpa, ma asciutto e fresco, sapido, scorrevole e piacevole.
Un commento
I commenti sono chiusi.
Big Antony.Sempre più preciso ed esaustivo.Un grazie di cuore da chi ,in quel fine settimana fitto di appuntamenti enoico-culturali nella capitale con sconfinamento al lunedì, non è potuto venì.Costretto a declinare questo ed altri inviti tutti interessanti con vini di qualità e, non possedendo la facoltà dell’ubiquità ,come avrebbe detto Totò,non ha capito ma si è dovuto adeguà.Capisco che dopo due anni di quasi fermo di ogni attività c’era voglia di tanta partecipazione come si usa dire oggi ovvero in presenza ma un po’ di coordinazione avrebbe evitato una infruttuosa nonché dannosa concorrenza.Ma tornando a capo noto con piacere che il buon Antonio da strenuo rossista si è dovuto adeguare alle nuove sensibilità delle pari opportunità recensendo almeno per la metà vini bianchi e questo ben gli sta:da qualche anno noi bianchisti siamo maggioranza e se democrazia deve esserci che lo sia anche per la “panza”.FRANCESCO