Le proposte di F.M.P.I. alla Regione Campania in vista della fase 2
La Federazione Medie e Piccole Imprese (F.M.P.I.), già firmataria di una serie di accordi quadro regionali per il riconoscimento della cassa integrazione in deroga ex art.22 D.L.n.18/2020, tra i quali si citano quelli in Campania, Piemonte, Toscana, Veneto e della Convenzione definita dall’ABI in materia di anticipazione sociale in favore dei lavoratori beneficiari dei trattamenti di integrazione al reddito, socia di due enti bilaterali e firmataria, altresì, di numerosi CCNL, è un’associazione datoriale rappresentativa degli interessi delle imprese e dei datori di lavoro ad essa aderenti in tutto il territorio nazionale.
F.M.P.I., nella sua articolazione regionale della Campania, ha accettato l’invito del Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, di far pervenire le proprie sintetiche proposte e suggerimenti in vista della progressiva e prossima riapertura delle attività economiche con la conseguente attenuazione degli obblighi di permanenza domiciliare.
F.M.P.I., dopo aver già manifestato le proprie valutazioni e suggerimenti per contenere l’emergenza epidemica da COVID-2019 e per tutelare, allo stesso tempo il tessuto economico/sociale/imprenditoriale della Campania, nell’esprimere la propria preoccupazione in ordine alla tenuta complessiva del sistema imprenditoriale campano, costituito soprattutto da micro, piccole e medie imprese rassegna la necessità di avviare quanto prima il sistema imprenditoriale campano ad una situazione di normalità, massimizzandone la cornice di sicurezza.
F.M.P.I. è conscia che questo processo di progressivo ritorno alla normalità impone prudenza, da un lato, ma anche tempi quanto più celeri possibile, dall’altro, per evitare che il motore produttivo campano si arresti definitivamente, come rischia di avvenire in ogni settore ma soprattutto nei delicati e strategici comparti del turismo, dei pubblici esercizi e della grande distribuzione.
La ripresa produttiva, ad ogni livello, non potrà prescindere dall’applicazione scrupolosa del protocollo sulla sicurezza e salubrità dei luoghi di lavoro sottoscritto dal Governo e dalle parti sociali il 14/03/2020, finalizzato a proprio a contrastare e contenere la diffusione del virus Covid-19 nei luoghi di lavoro, almeno laddove esso precisa che “l’obiettivo prioritario è di coniugare la prosecuzione delle attività produttive con la garanzia di condizioni di salubrità e sicurezza degli ambienti di lavoro e delle modalità operative”. Ovviamente tale applicazione imporrà ulteriori costi al sistema imprenditoriale che fa sempre più fatica a sostenere in quanto essi si sommano a tutti gli altri costi che le imprese sono chiamate a sostenere.
Di seguito la Federazione precisa i punti ritenuti importanti, per il riavvio delle attività economiche ed imprenditoriali.
1) Apertura, in via prioritaria, delle attività in cui è possibile una interazione fornitore/cliente su prenotazione (es: servizi alla persona, concessionarie di rivendita e nolo di veicoli, attività professionali specialistiche, rivendita di mobili, attività di vendita nelle cantine e negli spacci aziendali collegati alla enogastronomia).
2) Incentivare, con ogni modalità, l’aggregazione tra imprese soprattutto laddove esse siano insediate in luoghi fisici riconoscibili, definiti e raggruppati quali aree ASI, Piani di insediamenti produttivi, distretti e nuclei industriali per sostenere, in un’ottica di abbattimento dei costi, l’acquisto e l’utilizzo in condivisione di strumenti, di attrezzature e sistemi destinati ad applicare quanto previsto nel protocollo sicurezza del 14/03/2020 (es. termoscanner, percorsi e aree dedicate, predisposizione di aree sanitarie attrezzate, etc.).
3) Sfalsare gli orari di inizio del lavoro per gli uffici pubblici, le scuole e le imprese private anche per evitare assembramenti e affollamenti impropri che impedirebbero, di conseguenza, il cosiddetto “distanziamento sociale” nei sistemi di trasporto, su gomma e su ferro.
4) Incentivi per sostenere ed agevolare una nuova organizzazione delle piccole aziende, negozi di generi alimentari, pizzerie e ristorazione per le attività di e-commerce e di trasporto di cibo in sicurezza direttamente presso il cliente.
5) Incentivi e sovvenzioni alle strutture extra-alberghiere e di accoglienza (B&B, Country House, Agriturismi, Aziende enoturistiche) per l’acquisizione dei dispositivi di sicurezza individuali e rafforzamento dell’accesso a momenti di promozione della propria immagine aziendale.
6) Riconoscimento definitivo ed incentivo del cosiddetto lavoro agile, laddove possibile, e dei sistemi webinar scormizzati in alternativa o in sostituzione di ogni attività formativa teorica che fino ad oggi si è tenuta in aula.
7) Sospensione per addivenire a proposte di saldo e stralcio e/o definizione bonaria, in scia a quanto previsto sul piano nazionale con la cosiddetta “rottamazione”, delle imposte e tasse di derivazione regionale non pagate a causa del Covid-19.
8) Rilancio in Campania delle Zone Economiche Speciali e dei Distretti Turistici Locali quali elementi di coesione ma anche per valorizzare aspetti in grado di agevolare le attività d’impresa forse ancora poco conosciuti allo stesso tessuto produttivo. Infatti le aziende insediate nelle aree individuate nelle ZES e nei Distretti Turistici possono beneficiare di specifici interventi e di condizioni favorevoli in termini doganali, fiscali, finanziari e amministrativi
Sono otto punti che unitamente alle iniziative già in corso da parte del Governo centrale e di quello regionale possono consentire una ripartenza economica, seppur in una condizione di assoluto e continuo monitoraggio.
A finanziare parte delle eventuali misure previste dagli otto punti potrebbero essere le somme recuperate da una rivisitazione e rimodulazione complessiva dei fondi strutturali europei, unitamente alle somme che potrebbero essere recuperate anche nelle pieghe dei bilanci degli enti locali ove sembrano giacere somme inutilizzate anche di derivazione regionale, soprattutto riguardanti opere pubbliche, non ancora realizzate, e somme, sempre inutilizzate, che risalgono addirittura alla gestione dei fondi del sisma del 1980.
Ovviamente, in un’ottica di collaborazione, la Federazione Medie e Piccole Imprese, presieduta da Antonina Terranova, resta disponibile per ogni chiarimento e approfondimento nell’esclusivo interesse del territorio campano e del suo sistema industriale ed imprenditoriale.