Le nuove annate di Le Macchiole
di Antonio Di Spirito
In un recente incontro, Cinzia Merli, titolare di Le Macchiole, ci ha portato in assaggio la nuova annata, la 2015, dei vini aziendali; e lo ha fatto in un tempio dedicato al buon cibo ed ai grandi vini: nel ristorante Pierluigi a Roma.
Mentre ti dirigi al tavolo, non puoi fare a meno di buttare lo sguardo sulle preziose etichette esposte nelle vetrine lungo le pareti: quasi quasi incutono soggezione.
Poi, quando ti siedi al tavolo e ti ritrovi i vini di Le Macchiole, non solo svanisce la suggestione, ma ti senti fortemente felice di essere lì per pasteggiare con quei vini!
E così, tra un piatto e l’altro, abbiamo degustato quei quattro “Moschettieri”!
Voglio iniziare enunciando una mia convinzione: i vini di Le Macchiole non sono mai stati stucchevoli; hanno sempre avuto carattere forte, grande equilibrio ed eleganza.
Ormai è banale parlare di “cure maniacali” in vigna od in cantina; se non esegui con accuratezza certe pratiche, non farai mai un grande vino.
A Le Macchiole queste attenzioni sono entrate nei vari processi sin dai primi giorni di attività ed i risultati sono sempre stati positivi e ben visibili.
Bolgheri Rosso 2017
E’ un blend dei quattro classici vitigni bordolesi, coltivati a Bolgheri: Cabernet Franc 30%, Cabernet sauvignon 15%, Merlot 40%, Syrah 15%
Al naso si avverte la forte sensazione di fruttini rossi e neri (lamponi, ribes e mirtilli), note affumicate, un’idea di morbidezza; al palato è dirompente l’impatto dell’ottimo tannino; poi, quando si ammorbidisce, il sorso diventa fruttato, morbido e succoso, asciutto, ma sapido, fresco e persistente.
Paleo 2015
Cabernet Franc in purezza.
E qui si apre una parentesi molto ampia; lo dico subito: sono di parte! Tra i vitigni bordolesi ho sempre amato il cabernet franc. In effetti, il Paleo, il primo grande rosso della casa, nacque a cavallo degli anni tra il 1980 ed il 1990 ed era un blend di cabernet sauvignon “corretto” con un 10% di sangiovese: “bisognava imparare da chi già operava sul territorio”. Negli anni successivi ed in maniera graduale, il cabernet sauvignon è stato sostituito dal cabernet franc ed il sangiovese è stato tolto: dal 2001 è cabernet franc in purezza!
E’ un vino che ti da l’idea della longevità: se ne hai in cantina, di qualsiasi annata, mantienilo ancora a lungo; se non ne hai, procuratelo; e la 2015 è un’ottima annata!
Il colore è cupo, ma molto lucente; il ventaglio olfattivo offre piccoli frutti neri e rossi, note affumicate, cardamomo, lauro, refoli intermittenti di note morbide che assomigliano vagamente al cioccolato ed, infine, note di macchia mediterranea ed erbe aromatiche; al palato impressiona la densa succosità della frutta nera; la freschezza lo rende scorrevole ed una leggera speziatura ne accompagna una frettolosa deglutizione per ingordigia; e allora ne ribevi per individuare altri sapori ed altre sfaccettature che ti erano sfuggiti nel sorso precedente; per esempio le note iodate, seppure molto leggere, ed un tannino morbido ma cocciuto. E’ un vino esplosivo, persistente, aristocratico e fiero.
Scrio 2015
Syrah in purezza
Profumi vellutati di fiori scuri, frutta croccante scura, note minerali e di cipria, foglie appassite; il sorso è fruttato, succoso, vellutato, denso e molto fresco, i tannini sono finissimi ed anche se piuttosto asciutto, è ritmato, scorrevole, vibrante e leggerissimo; la chiusura è molto ricca: polvere di caffè; grafite e speziatura precedono una piacevole nota amaricante. E’ un vino molto equilibrato.
Messorio 2015
Merlot in purezza
Profumi di rose e giaggioli, piccoli frutti, come mirtilli, more e ribes, note di tabacco, leggera affumicatura, foglia di lauro, un’idea di macchia medterranea e spezie a volontà. L’ingresso in bocca mostra subito tannini soffici, ma incisivi; il sorso è abbastanza fresco e denso, caldo, lungo, avvolgente e succoso; il cavo orale è intriso di note di china e iodio; è piccante, ma acidulo. Che finezza: è elegante, pur nella sua prima gioventù.