Le migliori pizze a Roma? La nostra lista dopo le visite in anonimato | aggiornato 2021
di Virginia Di Falco
Pizza a Roma. Questa è una selezione – che si cerca con passione e costanza di aggiornare continuamente e dunque suscettibile di cambiamenti, a volte anche lievi, che spostano solo qualche posizione, come può accadere anche nei primi 5 posti, dove la variabilità e le variazioni in una serie di pizze (e pizzerie!) di livello alto sono davvero minime.
Si tratta dunque di 20 pizzerie molto molto buone della Capitale. Qualcuna molto vicina all’eccellenza.
Qualche precisazione. Cosa si intende per buona? Fermi restando i gusti personali che sono, per definizione, intoccabili e insindacabili, «buona» si declina attraverso alcuni criteri oggettivi che sono:
° una farina di qualità (o anche più farine, che vanno però sperimentate e provate, non messe insieme a casaccio o, peggio, per diktat modaioli)
° una buona idratazione della pasta e una lievitazione quanto più possibile naturale e accurata (non c’è altra via per ottenere leggerezza)
° ingredienti ottimi per il topping (che non vuol dire formaggio con latte della capretta di Heidi allevata in un monastero tibetano, ma un minimo di garanzia su selezione e stagionalità)
° cottura indovinata (se il forno è a legna le bolle bruciacchiate ci stanno, ma la pizza dovrà solo essere ben cotta, non quasi completamente nera, ovviamente)
° un rapporto equilibrato tra qualità e prezzo (equilibrato vuol dire rapportato sicuramente ai costi ma anche al fatto che una pizza non può avere il prezzo di un piatto di un ristorante bistellato)
° un locale accogliente. Una volta per tutte: fast food e street food non vuol dire «consumate presto e fate posto al prossimo!». Anche un pizzeria può – deve, se ha delle ambizioni di modernità – avere una sala organizzata e accogliente, con personale competente ed informato, e una selezione almeno decente di birra e vino.
Insomma, la pizza la si deve poter gustare tutta, cornicione compreso, e godere morso dopo morso della piacevole combinazione di pasta, farcitura e punto di cottura. Ma si deve anche dormire bene la notte dopo averla mangiata, senza svegliarsi per l’arsura della sete e, infine, sentirsi accolti in un posto gradevole con una sala organizzata per ricevere e non per distribuire cibo come nelle mense. La cosiddetta rivoluzione della pizza, come si sta avendo ormai da anni a Roma, Napoli – ma anche a Londra e New York – vuol dire proprio questo: resta un cibo povero, semplice, da strada, ma di qualità. Che mai e poi mai si traduce in cibo fatto male, né servito male.
E vediamo adesso a Roma quali sono i locali dove si può trovare un’ottimaa pizza, facendo un’ultima precisazione. In questa selezione abbiamo messo insieme tutte e tre le tipologie di pizza: napoletana, romana e quella in stile italiano (anche a spicchi, cioè ‘da degustazione’), cercando di giudicare innanzitutto la qualità della pizza nel suo complesso ma anche la struttura e il servizio.
1. SEU PIZZA ILLUMINATI
Siamo a Trastevere, e questa è la pizzeria fortemente voluta da Pier Daniele Seu e sua moglie Valeria, in una strada un po’ defilata rispetto al cuore turistico del quartiere, ma in una bella e spaziosa sala moderna, essenziale ed elegante. La pizza è sempre molto leggera, cotta perfettamente, con topping studiati ed originali. Il cornicione piuttosto pronunciato, ma praticamente etereo, si lascia mangiare che è un piacere. Fritti eccellenti, con i filetti di baccalà tra i migliori della capitale. Nota di merito, infine, per l’abbinamento di vini, birre e bollicine che accompagnano dall’antipasto al dessert. Con, in più, l’innovazione della «pizza dolce», assolutamente da provare!
2. 180g PIZZA ROMANA, Jacopo Mercuro non si batte: la migliore romana di Roma. La versione ‘scrocchiarella’ sottile e croccante, che per la prima volta qui è stata fatta oggetto di studio e ricerca, con l’obiettivo di riportarla in auge, pur rispettandone il carattere squisitamente popolare. Ad oggi, la più bella e più buona pizza romana della Capitale.
3. I QUINTILI Una delle aperture più recenti (inizio 2018) ma anche più clamorose per numeri e successo ottenuti. Marco Quintili ha lavorato sodo, non trascurando la fase importante della formazione e alla fine propone una pizza (e una favolosa batteria di fritti) che vale “il viaggio” verso la periferia di Tor Bella Monaca oppure, per i più pigri, nella nuova sede di Furio Camillo.
4. ANGELO PEZZELLA PIZZERIA CON CUCINA, tra le aperture più recenti, grazie all’esperienza di Angelo Pezzella questa pizzeria sforna pizze da campionato e ottimi fritti, tutto in una verace atmosfera partenopea.
5. GATTA MANGIONA
Nessuno come Giancarlo Casa ha lavorato a Roma per migliorare la pizza in stile italiano, liberandola dalle briglie di qualsivoglia etichetta. Un’idea di pizzeria completa, dove è possibile abbinare – sin dall’apertura – la pizza allo champagne.
6. SANT’ISIDORO PIZZA & BOLLE
Una delle ultime aperture a Roma. Senza tanti giri di parole: una delle più buone provate a Roma. Base sottilissima, umida ma non scomposta, sostiene perfettamente la farcia. Cornicione gonfio, ma lieve e non panoso, sta al suo posto senza invadere il campo e si lascia mangiare. E poi, una carta di bollicine, vini e cocktail notevole.
Forse la pizzeria più grande di Roma, certamente tra le più accorsate. Il pizzaiolo ischitano Ivano Veccia h trovato la quadra e lo stile napoletano ha qui forse il suo punto di riferimento più importante, accompagnato da un servizio incredibile.
8. I BELCASTRO, dopo un paio di anni in Viale Trastevere, Mario Belcastro, ha aperto la sua bella nuova pizzeria nel quartiere Trieste, migliorando notevolmente ambiente e servizio, con una pizza tra le migliori della Capitale. Calabrese, pieno di entusiasmo, con grande attenzione a materie prime e stagionalità, sempre lontano mille miglia da scorciatoie turistiche.
9. SBANCO
Una buona pizza nel quartiere San Giovanni, ben cotta, farcita con ottimi ingredienti, un menu studiato e collaudato, che regala spesso piacevoli sorprese fuori carta. Una bella sala moderna, con servizio più che rodato e grande vivacità nella carta delle birre.
10. MATER A FIANO ROMANO. Siamo fuori Roma, è vero. Ma i soli 30 chilometri non sono un buon motivo per non annoverare qui la pizza da lievito madre di Amalia Costantini, nelle sue eleganti versioni ‘a degustazione’. Grande passione e un impasto notevole, con farciture dalle combinazioni interessanti.
11. LA VERA NAPOLETANA A ROMA, Siamo a San Giovanni, sulla centralissima via Gallia, in una piccola pizzeria aperta alla fine del 2019. La pizza, è del tipo “a canotto”, cornicione dunque pronunciato, ma ben lievitato e, soprattutto, ben cotto; gradevole al gusto. Base davvero napoletana, sottile e scioglievole, ma non ‘macerata’ nel latticino di base: sostiene perfettamente gli ingredienti.
12. A ROTA PIZZERIA ROMANESCA Ancora una scrocchiarella romana, di altissimo livello, per fattura e qualità degli ingredienti. Mani (e mattarello!!) sono di Sami El Sabawy, giovane talento di scuola bonciana.
13. BERBERE’ in zona Salario, direttamente dalla provincia di Bologna, la pizza (il progetto, sarebbe più giusto scrivere) dei fratelli Aloe. Pizza con due diversi tipi di impasto, servita a spicchi, da degustare, con ingredienti selezionati e cambio di menù stagionale.
14. PICCOLO BUCO. A due passi dalla Fontana di Trevi un piccolo grande miracolo: una pizzeria con cucina che non cede alla tentazione facile del locale turistico e propone una bella selezione di prodotti regionali da tutta Italia. Nell’antico forno a legna del 1916, e in una sala appena rinnovata, una ottima pizza – tipologia “a canotto”, cioè dal cornicione molto pronunciato – farcita con eccellenti ingredienti.
15. EMMA
Ad oggi, ancora tra le migliori romane de Roma della classifica: super ‘scrocchiarella’, leggera come l’aria, il top del topping. Imperdibile per gli amanti del genere.
16.PROLOCO PINCIANO Tutti i prodotti del Lazio, questa volta a Porta Pia, sempre dalla benemerita selezione D.O.L. di Vincenzo Mancino, su una pizza indovinata per farine e cottura.
17. SPIAZZO ad Ostiense si conferma un indirizzo sicuro per gli amanti della pizza in stile italiano con base croccante. Da degustare anche a spicchi, con diverse soluzioni stagionali oppure ‘spiazzanti’ come recita il menù, sempre aggiornato, per le pizze più originali. Molto buoni anche i fritti e gustosa la variante della pizza nel ruoto.
18. MOMA PIZZERIA ROMANA, Nel quartiere Tuscolano, tra le prime di nuova generazione ad offrire una pizza romanesca di qualità. Bella squadra giovane e preparata, locale moderno dove viene servita una pizza croccantissima, leggera, molto gradevole e, soprattutto, che non tradisce mai.
19. IL CARROCCIO
Pizzeria di quartiere a pochi passi dalla stazione Tiburtina e da Piazza Bologna, dove si torna con piacere ogni qualvolta si ha voglia di una pizza verace napoletana in un posto semplice, senza pretese.
Infine dobbiamo ricordare tre presenze squisitamente napoletane nella capitale:
– Da Michele a Flaminio con la classica ruota di carro che rientra nella catena di «Michele In The World»
– Sorbillo a Roma a Campo Imperatore
– E infine, ultima arrivata, La Masardona
52 Commenti
I commenti sono chiusi.
L’alta velocità ha davvero esteso il confine, per cui Napoli sembra quasi un paesino a Sud di Roma. Grande pezzo per emigranti e appassionati, bellissime pizze, che hanno (quasi utte) un’aria partenopea. C’è solo da chiedersi perchè –oltre a un ottimo ristorante romano a Salerno– non ci sia stato anche il processo opposto: qualche buon nome romano a Napoli. Manca solo a me una grande carbonara all’ombra del Vesuvio? Eppure persino a Ny pare che trionfi quella…Virginia, convinci tu qualche oste romano!
GRAZIE TANTE VIRGINIA !
A quando la lista dei migliori ristoranti con carta vini…?
… Eh si mi ha molto colpito la definizione cosmica ” dei due universi di sofficità e croccantezza ” che devono sovrapporsi per portare nella 4 dimensione del piacere gastronomico….Interessante esame dei locali che provano a volte anche con successo a raggiungere i livelli partenopei della pizza piatto che rappresenta un linguaggio universale da Bagdad a Bangkok , da New York a Parigi…..
Attendo però adesso una ricerca duale in Campania ossia la classifica dei locali che preparano la migliore Carbonara in Campania…. perchè no??
Eve, c’hai ragione: una buona carbonara o un’amatriciana fatta bene ogni tanto ci vorrebbe proprio anche a Napoli. Ma non c’è niente da fa’: è la pizza il piatto che viaggia – e viaggerà – sempre anche senza Schengen ;)
grazie a lei Montosoli! quella delle osterie c’è già, su questo sito!! quanto ai vini: per carità. A Cesare quel che è di Cesare :)
Sembra allora che valga la pena farsi sto giro…
kg a parte!
L’importante è non finire a lavare piatti per conti troppo salati!
Sempre dettagliata nelle spiegazioni. Ma professionale e spiritosa ! I tuoi servizi sono di grande aiuto a chi, non essendo di Roma, ha validi punti di riferimento per mangiare bene. Mi è piaciuto il dettaglio del prezzo esoso e della disaffezione alla presunzione…Anche i Romani faranno tesoro dei tuoi suggerimenti, che dà il giusto merito e credito a chi lo merita.
Fantastiche quelle pizze e a vedere l’aspetto anche buone.
Bei nomi, ma manca una delle migliori, Proloco Dol, forse perché si tratta di pizza servita al piatto ma cotta in teglia? Comunque una delle migliori di Roma. Carroccio purtroppo di lievitazioni lunghe non ne fa, o almeno, c’è qualcosa che non va nel loro processo di produzione visto che la pizza lievita nello stomaco.
Utile. Avere riferimenti certi, soprattutto in una grande città che per forza di cose diluisce e disperde le piccole eccellenze, è un servizio prezioso. Ottima Virginia, come al solito.
Grazie Virginia… proverò le pizzerie che ancora mi mancano!
Grazie Virginia per queste tue invitanti e bellissime dritte. Grandi pizze per gustose e piacevoli serate romane!
Grazie e alla prossima .
I meriti di proloco pinciano vanno a fiore e gastone
Grazie all attenzione sempre gradita di Virginia. Servono attenzione e competenza.
@ Paola: ProLoco D.O.L. a Centocelle non c’è perchè – come hai detto tu – è pizza in teglia. Tra le migliori di Roma, per me, per restare in tema. Quella all’amatriciana (ne ho parlato anche su questo sito) è semplicemente eccezionale.
Tutto il lavoro di selezione (nel senso di ricercare e battere il territorio) che fa ProLoco è imbattibile.
Farine’ non è in teglia? Forno elettrico?
Ciao Angela, sono Carlo della pizzeria Farinè. Non facciamo pizza in teglia ma tonda ed utilizziamo il forno elettrico per la tipologia del nostro impasto.
La cosa seccante è che si confonde un mezzo, un’attrezzatura per fare la pizza, dimenticando praticamente sempre ad esempio che tipo di farina si utilizza (il mulino).
Cmq se non ti va bene chiedi alla Di Falco di cancellarci dalla lista.
E Splendor Parthenope e/o Porto Fluviale?
La gatta mangiona è la più buona, nessuna però è napoletana. Bocciatissimo sforno.
Grazie mille Virginia per questo articolo, davvero interessante.
Sì è vero la pizza viaggia ma è altrettanto vero che è molto molto difficile riuscire a mangiare una pizza gustosa, realizzata con prodotti di qualità e ben digeribile.
Pier daniele Seu autodidatta self made pizzaiolo Gazometro 38 per me è il top. lo ha dimostarto anche a pizza emergente a Roma lo scorso giugno, a seguire per me, Callegari e Gatta Mangiona, dove non a caso uno dei pizzaioli Elio Santosuosso è di Agropoli :)
Infatti come tante è bello leggere ma la pizza bisogna mangiarla e talvolta anche chi ha il blasone pecca!
Grazie a Virginia e a Paola per aver citato proloco centocelle. Una precisazione importante proloco pinciano è un progetto condiviso con Fiorentina Ceres e Gastone Pierini, amici collaboratori e padroni di casa eccezionali. Virginia il tuo lavoro è sempre prezioso. Grazie
Manca completamente la pizza romana classica,quelle in classifica le reputo ibridi,eppure,sebbene turisticamente compromessa,la vecchia sede di “Baffetto”può rappresentare un buono esempio di “stile romano”prima che arrivassero gli”invasori napoletani”,a determinarne il cambiamento.Parola di partenopeo……
Per favore Sforno ha un buon impasto ma usa ingredienti mortificanti: di bassa qualità e dozzinali. La Pariolina fa un’ottima pizza con buoni ingredienti. Emma è molto buona ma non può consentirsi di servite le pizze “sbagliate” : nella norma di una pizzeria potrebbe capitare ma non per i per prezzi che ha. Il Carroccio l’ho provato una volta ma non mi è sembrato niente di che. Sarà che sono campana ma la pizza napoletana non è quella! Il problema di quasi tutte le pizzerie romane è la scarsissima qualità delle materie prime che scelgono per le loro preparazioni.
Scandalosa l’assenza di Spiazzo e la presenza di Giulietta assolutamente insufficiente sia nella versione napoletana che romana per non parlare dei supplì e dei fritti immangiabili.
Dalla lista manca la migliore e più nota Pizzeria di Roma.Troppo famosa e di alto livello per non citarla.
concordo quasi su tutto, Casa, Callegari e Seu per me sono il massimo. Michele devo riprovarlo perché quando sono andata qualcosa non ha funzionato nel forno e la pizza era quasi cruda.
Il Grottino è stata una grossa rivelazione e andrò presto da Farinè.
A me personalmente la pizza di Pier Daniele Seu non piace per niente, non riesco a comprendere tutto questo successo per una pizza fatta per la metà di bordo scondito…. alla fine più di mezza pizza è bianca indipendentemente dal gusto scelto.
Tornate da Michele, che la fa bruciata ahimè, alcune parti immangiabili per il sapore di bruciato. Da Giulietta c’erano i fratelli Salvo, e la pizza ERA meravigliosa. Ma adesso non ci sono più…manca TRIESTE a Monti veramente fantastica e non delude mai. Da Tonda qualche problema di digestione, i Magnifici e Farinè non dovrebbero essere in classifica. Senza personalità. Non bastano solo le materie prime buone anche se fanno il più del risultato. Questo ovviamente a mio parere. Spero sia utile.
a me, invece, la pizza di Farinè mi ha ormai condizionato! sempre leggera, ben fatta, non resta mai la mappazza sullo stomaco… grande fantasia, sapienza e ricerca dei prodotti, per le specials…
Antica Stabia sulla Tiburtina, poco conosciuta, locale basico , ma con Margherita e Marinara fra le migliori di Roma
La Pizza del Piccolo Buco e’ Straordinaria sia per qualità e sia per la selezione dei prodotti . Ha ricominciato a fare pizza
Ci sta il senza glutine?
Sofia, sì, alcune delle pizzerie citate fanno anche la pizza senza glutine.
A mio avviso i quintili a tor bella monaca merita di essere fra le prime 15…lista molto condivisibile, a parte qualche dettaglio che è spesso soggettivo
grazie Paolo!
Sono stato alla pizzeria La Tonda per verificarla. L’impasto molto gommoso e al centro troppo sottile (si affloscia eccessivamente senza reggere il condimento), nessun profumo di ritorno, ne di legna ne dalla farina/e e cottura approssimativa. Il topping bocciato, condita con zucchine e peperoni crudi e non conditi (le verdure se fossero oliate e salate in precedenza darebbero un altro gusto!) insieme ad una mozzarella di dubbia qualità e un sugo di pomodoro che sa molto di sale e poco di pomodoro … Se a tutto questo aggiungiamo, un locale spartano, prezzi stratosferici (margherita 7.50 , birra alla spina da 0.20 3 euro, acqua naturale microfiltratra 2 euro..), menu presentati su un cartoncino di un ristorante di basso livello, zanzara attaccata sul fondo del bicchere, crocchette di patate color marrone molto scuro (dubbia qualità dell’olio di frittura) allora non ci siamo proprio. Il personale sempre con il sorriso stampato sul viso (a volte innaturale) e velocissimo ( troppo) .
Vi segnalo ‘I Quintili’ zona Tor Bella Monaca
La società Ferlie s.r.l., titolare del marchio Farinè la pizza, richiede nuovamente di non essere recensita su questo sito web. Grazie.
Gentile Teodori, le ricordo che in Italia esiste evidentemente un cosa che mi pare a lei sfugga: si chiama libertà di stampa e di espressione, garantita dalla Costituzione. Finché il Suo resta un esercizio pubblico e non un circoletto privato, noi abbiamo il diritto, oltre che il dovere, di dare conto ai nostri lettori come facciamo dal 2015 pagando e scrivendodel suo locale, peraltro bene. Le sembrerà strano, ma noi scriviamo per loro e non per la sua pizzeria. Rivolga analoga richiesta a TripAdvisor e alle altre guide che la recensiscono e riceverà uguale risposta. Ah, già, forse anche Lei appartiene al partito “Io sono io e gli altri non sono un c., o meglio, sono tutti corrotti”. Se poi avrà modo di sostenere che i nostri articoli sono condizionati da altro che non sia il nostro giudizio, allora sarò felice di sentire le sue spiegazioni in tribunale. Buona vita, rispetti i suoi colleghi e chi lavora seriamente. Se poi vuole l’abolizione della libertà di stampa e di espressione non le resta che votare Casa Pound e dintorni.
Ricordo ancora con piacere l’ottima pizza alla romana del Nuovo Canestro in Via Cairoli zona Stazione Termini grande oltre il piatto, croccante il giusto con buoni ingredienti ottima la mozzarella e alici.
1IL DIRITTO all’ESCLUSIONE
È vero che non c’è, attualmente, il diritto a essere escluso da Tripadvisor o dalle guide.
È vero, comunque, che famosi chef, anche tristellati, hanno chiesto e ottenuto dalla Michelin di non essere più inclusi.
Basta ricordare il grande e indimenticabile Gualtiero Marchesi.
Recentemente, nel 2018, un tristellato francese ha visto soddisfatta la sua richiesta.
Ma, come dicevo all’inizio, non è un diritto e Tripadvisor o una guida può non accoglire la richiesta.
Questo prevede, attualmente, la legislazione.
Ma non è immodificabile e, secondo me, si potrebbero prevedere dei casi in cui sia possibile chiedere e ottenere l’esclusione da Tripadvisor, dalle guide e dalle classifiche.
Penso, per esempio, a condizioni di stress che possono compromettere lo stato di salute di un ristoratore(S. L.)
Penso che siano pochi i ristoratori(S. L.) che non vogliono apparire su TripAdvisor, sulle guide e nelle classifiche:
per cui non vedo perché negare a qualcuno la possibilità di essere escluso, specialmente quando va a compromettere la salute.
2
La LIBERTÀ di ESPRESSIONE.
Amo la libertà di espressione del pensiero.
Nel caso di Tripadvisor, guide e classifiche essendo locali pubblici è possibile esercitare la
libertà di espressione(e di stampa).
Ma, attenzione, qui tocchiamo un punto nevralgico:
la libertà di espressione del pensiero ha dei limiti?
Si può dire tutto quello che pensiamo?
O vi sono dei limiti?
E se vi sono, quali sono questi limiti?
Chi stabilisce fino a che punto può spingersi
la libertà di espressione del proprio pensiero?
Secondo me ci sono dei limiti.
Ma 10 persone starebbero giorni per trovare un punto d’accordo su quali siano questi limiti.
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Conclusione.
Se è vero che un esercizio pubblico può essere recensito e inserito in una guida o in una classica è anche vero che Tripadvisor, una guida, una classifica o un food blog può essere oggetto di valutazione.
E se questa valutazione fosse negativa o molto negativa si può esprimere?
E fino a che punto?
La legge è molto precisa e non ammette domande retoriche o filosofiche o considerazioni paramediche sullo stress. La libertà di pensiero ha come unico paletto il reato di diffamazione e di calunnia. Nel primo caso se dico qualcosa che non è vera che incrina la reputazione dell’altro. Non posso scrivere non sa fare il pizzaiolo, posso scrivere però “secondo me non è un bravo” pizzaiolo perché rientro nel giudizio. Non posso scrivere “quel giornalista è un pennivendolo”, ma posso scrivere “quel giornalista si sbaglia nel giudizio”. Nel secondo caso, la calunnia, se attribuisco un reato inesistente, ade esempio: questo pizzaiolo avvelena la gente. In questo caso, anche se è un modo di dire diffuso, di fatto attribuisco a x un vero e proprio reato.
Decine sono le cause intentate contro recensori e recensioni, ma tutte si sono risolte a favore dei critici proprio perchè la nostra Costituzione prevede la libertà di stampa e di opinione. Non esistono casi di guide condannate per avr inserito contro la propria volontà un lcoale per lo stesso motivo.
La verità è che spesso ristorantori e pizzaioli confondo comunicazione con infomrazione. La prima si paga ed è a carico di chi vuole comunicare, la seconda non si paga. O meglio, non di dovrebbe. Ma sappiamo che negli ultii anni si è creata una zona grigia. Questp sito è una testata regolarmente registrata e rispetta dunque la Legge sulla Stampa che impone una netta divisione tra redazionali e pubblicità. Divisione che deve esser eben visibile al lettore per legge ma che per i blog non esiste. Ecco il motivo di tanta confusione e di tanti approfittatori che per una foto o un post si fanno pagare. Ma i furbi esistono perché ci sono i fessi. Se uno si informasse non ci cadrebbe. O…meglio, forse questo sistema conviene un po’ a tutti. Ma noi ne siamo fuori e non ci riguarda. Ecco perché siamo il sito più accreditato tra i lettori e il più odiato dagli uffici stampa, soprattutto dai peracottari che non avendo altro mestiere si sono reinvemtati in questo settore.
Ribadiamo il desiderio di non comparire nei vostri articoli.
Ribadiamo il diritto alla libertà di espressione garantito dalla Costituzione
Grazie per l’articolo. Noto però che manca Lievito Madre, la pizzeria di Sorbillo a Roma. Come mai?
caro farinè, se volevi allontanare il pubblico dalla tua pizzeria ci stai riuscendo benissimo
Quale pubblico?…in termini di Economia industriale la nostra capacità produttiva è praticamente al massimo. Desideriamo solo essere lasciati in pace a fare il nostro lavoro da parte di tutta la categoria di giornalisti, food blogger, influencer, etc., di cui sinceramente non abbiamo stima.
Salve.. Volvo solo invitare a Moma pizzeria romana..
Oh visto che lei fa articoli migliori pizzerie a Roma..
Buongiorno ,io non riesco a capire come in una grande citta,, come Roma il VS sito si avvale di una persona ,poco……………Mi avvalgo della facolta’ di non dire, quello che penso.In giro ci degli ottimi ,professionisti.Per favore ,usateli
…tra le novità, che dire dell’arrivo di Porzio? Come vi sembra?