Daily Meal, le migliori 15 pizzerie italiane: vince Da Michele


Pizzeria Da Michele

Il Daily Meal ha stilato la classifica delle migliori 15 pizzerie italiane: spicca al primo posto Michele ai Tribunali. Sì, avete capito bene, la pizzeria che è stata attaccata a Report da Bernardo Iovene nella trasmissione contro l’alto artigianato gastronomico napoletano. Una trasmissione i cui limiti sono emersi durante il convegno scientifico organizzato all’Università di Portici a cui Iovene e il suo sedicente assaggiatore senza titoli non hanno avuto il coraggio di presentarsi.

1-L’Antica Pizzeria da Michele

2-La Notizia

Enzo Coccia

3-Pizzeria Brandi

Pizzeria Brandi, lo staff – immagine tratta dalla pagina FB

4-Pizzeria Trianon da Ciro

Angelo Greco e Giuseppe Furfaro con le pizze del Natale del Trianon

5-Pizzeria Starita

Antonio Starita con i figli Giuseppe e Mena

6-Di Matteo

Bill Clinton alla Pizzeria Di Matteo – immagine tratta dalla pagina FB

7- Il Pizzaiolo del Presidente

Maria Cacialli

Maria Cacialli

8-Pizzeria Da Remo, Roma, Piazza di Santa Maria Liberatrice

Pizzeria Da Remo – immagine tratta da www.arte.it

9-L’Antica Pizzeria Port’Alba

ntica Pizzeria Port’Alba – immagine tratta dalla pagina FB

10-Gino Sorbillo

Gino Sorbillo

11-Fra’ DiavoloCorso Giuseppe Garibaldi, 2, Diano Marina

la pizza diavola di Fra’ Diavolo – immagine tratta da www.passionegourmet.it

12-L’Osservatorio, Stromboli, Via Salvatore de Losa, Lipari

Osservatorio, lo staff – immagine tratta dalla pagina FB

13-SPIB, Milano, Via Legnone

Pizzeria SPIB – immagine tratta da tiscali.it

14-Pizzeria Frida, Palermo, Piazza Sant’Onofrio

Pizzeria Frida – immagine tratta da www.italiaristoranti.info

15-Pizzarium, Roma, Via della Meloria

Gabriele Bonci

10 Commenti

  1. Questa è bella. Pur di attaccare all’infinito Iovene, che sicuramente in quell’ormai famoso servizio ha commesso diversi errori, si arriva ad elogiare Da Michele, pizzeria criticata aspramente da anni su questo blog per l’uso dell’olio di semi di soia. Proprio la stessa, unica critica, mossagli da Report. Mah…

  2. Pasquale , in teoria , è chi ha votato che ha fatto “salire” Michele non il gestore del sito
    in ogni caso, mi aggiungo al tu “mah”

    1. Marco, ho ben presente che la classifica è stata stilata dai recensori di uno tra i più importanti portali di cucina statunitensi non certo dal Dott. Pignataro e dai suoi competenti collaboratori. Ciò mi consente di capire il perché del primo posto a Da Michele, che rappresenta perfettamente l’icona della pizza napoletana e del suo humus culturale per i gusti d’oltreoceano. Non mi permette, però, di comprendere il perché del riportare su questo blog una classifica che, molto probabilmente, non incontra il gusto, raffinato, del gestore del sito, a meno di non volerla utilizzare come pretesto per continuare una sterile battaglia. Iovene ha sbagliato, ora basta con la crocifissione.

      1. Gentile Pasquale, ad essere stati crocifissi, fino a prova contraria, sono stati Vuolo, Di Porzio e Pace a cui hanno tagliato le frasi e resi ridicoli con un montaggio ad hoc.Ad essere sbeffeggiati pizzaioli al lavoro interrogati dal grillo parlante che non sa nulla di pizza.
        Se clicchi Bernardo Iovene su Google, la prima pagina è interamente dedicata al suo servizio in cui ho visto un chiaro sfondo razzista, cioé il gioco su luoghi comuni antinapoletani e credo che un servizio pubblico non dovrebbe agire così, o almeno dovrebbe dare un diritto di replica vera. Bernardo Iovene è diventato famoso attaccando la pizza napoletana e questo resterà di lui, come quel tipo che colpì a martellate il Mosè di Michelangelo.
        Veniamo poi alla questione di Michele. SE PARLIAMO DI MARGHERITA E MARINARA, l’assunto da cui bisogna partire è che la peggiore pizza napoletana è di gran lunga superiore a qualsiasi altra cosa che ambisca ad esserlo senza esserlo, focacce comprese. E’ un altro campionato. Punto.
        Quella di Michele non è la peggiore, è una delle più golose e ancestrali pizze di Napoli a cui tutti siamo legati. E se la scelta dell’olio di semi è ribadita, da lui come tanti altri pizzaioli storici, può non essere condivisa ma va rispettata perché viene dalla esperienza di chi fa questo lavoro da 150 anni. L’olio di semi non è il diavolo, come non lo era l’olio d’oliva negli anni ’60 e 70 quando venne demonizzato.
        Infine lo scopo della pubblicazione non è certo attaccare Iovene, non ce n’è bisogno, ma diffondere il punto di vista non italiano sulla pizza che a volte mi sembra più saggio di quello di sedicenti critici.

  3. sì Michele vive di rendita ormai. Però però…un po’ più di attenzione al cliente non sarebbe male….visto anche il successo e i soldi che si sono fatti…mi sbaglio?

  4. ….a Vuolo avranno anche tagliato parte dell’intervista ma a domanda risponde: I : “Come si pulisce il forno?” V: “Ma dove?all’interno?” I . “sì…” V: “Ma non si pulisce all’interno! ” . Quindi poco da giustificarsi a oltranza………….più nobile fare autocritica e dire, ci miglioreremo……

    1. il servizio è una bufala punto e basta. A domanda rispondi, ma che stiamo al tribunale? La pizza è buona, NON fa male NON è cancerogena è stato sollevato un polverone è stato smentito tutto. Punto. Il resto è fuffa (simil) grillina

  5. In primis che gli inglesi capiscono di pizza mi è nuova.
    In merito alla classifica vorrei tanto sapere il metro di giudizio, poi io vorrei sapere tutti questi critici ed food Blogger che stanno spopolando, che competenze avete per giudicare se una cosa d Buona o non è buona.
    Create dei falsi bravi ristoratori, dove imbrogliono il cliente con finti prodotti di qualità.
    Abbiate la cortesia e l attenzione di non recensire più nulla, ma se proprio dovete, fatelo con indiscrezione, senza prendere soldi per fare un articolo.

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