“Le Macchiole” il Bolgheri con espressioni in purezza
di Monica Bianciardi
Bolgheri ha avuto una espansione vinicola rapidissima che negli ultimi 50 anni ne ha trasformato l’intero territorio e tessuto sociale. Icona dei vini con caratteristiche a varietà internazionali, Bolgheri è l’eccezione più fulgida e di successo che esula dalla Toscana dell’entroterra la quale ha invece un legame storico e viscerale con il Sangiovese. Il territorio è un anfiteatro naturale in cui le colline circondano la pianura fin quasi al litorale, con un ottimo irradiamento solare per buona parte dell’anno dove brezze marine compensano la mancanza di altitudine con una ventilazione costante proveniente dal mare. Negli anni 70 quando esplose il fenomeno del Sassicaia, il paesaggio nei dintorni di Bolgheri era ancora quasi totalmente composto da campi, uliveti e distese di grano intervallate da boschi di macchia mediterranea, ben diverso dal panorama odierno quasi totalmente occupato da vigneti dove hanno sede molte aziende importanti nell’ambito vinicolo.
Le Macchiole, nata agli albori di questa incredibile rivoluzione enologica rappresenta un esempio di successo per Bolgheri e per tutta la denominazione. Unica azienda ad essere stata fondata da una famiglia nativa di Bolgheri, inizia la sua storia tra gli anni 60/70 con l’attività di famiglia; una trattoria sull’Aurelia dove si vendevano vini sfusi prodotti nei 4 ettari di vigneto vicino al locale. Nel 68 dall’altra parte della strada nasceva il Sassicaia con la prima annata prodotta. Un giovanissimo Eugenio Campolmi intuendo le potenzialità del luogo ed appassionandosi alla produzione vinicola, convince il padre nell’82 a vendere quei 4 ettari vicino alla trattoria ed a comprarne altri 4 in una zona più arretrata a 5 km dal mare.
Dal 83 al 93 Eugenio Campolmi e la moglie Cinzia Merli, partono con la determinazione di riuscire a realizzare il loro sogno con pochissimi mezzi a disposizione. I due coniugi inizialmente si dedicano alla coltura dei vitigni autoctoni tipici, Sangiovese Vermentino e Trebbiano ma che furono immediatamente affiancati da diverse varietà di vitigni internazionali. Seguirono anni di prove con studi del terreno per selezionare i vitigni più adatti, diverse densità di impianto e differenti sistemi di allevamento. Una scelta rivoluzionaria ma risultata giusta quella di produrre vini in monovarietale, un merito al coraggio che ha fatto distinguere lo stile delle Macchiole.
La forza d’animo non si eredita ma si costruisce con la capacità di fronteggiare le vicissitudini che la vita ci pone. Nel 2002, con la precoce scomparsa di Eugenio, Cinzia prende in mano le redini dell’azienda, supportata dal fratello Massimo. Nonostante la perdita persevera nel portare avanti il progetto iniziale, con strategia e determinazione decretandone il successo e portando i vini aziendali ad ottenere i massimi riconoscimenti. Oggi alla gestione aziendale contribuiscono sia il fratello Massimo a cui sono affidate le cure dei vigneti, l’enologo Luca Rettondini ed i due figli Elia e Mattia.
I 30 ettari aziendali hanno una densità d’impianto variabile da 5000 a 10000 piante per ettaro. Le scelte produttive operate nel tempo, hanno determinano la realizzazione di un progetto iniziato anni prima che attraverso l’attuazione assume un significato che oltrepassa la materialità parlando attraverso ricordi ed emozioni condivise di vita vissuta. La produzione è biologica certificata ma da anni impostata verso l’utilizzo di prodotti naturali tesi in direzione biodinamica; preparati per prevenire le malattie, corno letame come fertilizzante, sovescio con inerbimenti per favorire un biodiversità organica ed aumentare le sostanze azotate dei terreni, inoltre si stanno sperimentando forme di allevamento diverse che diano maggior respiro alle piante e maggiore tollerabilità all’irradiamento solare. Un gioco di equilibri che spinge ricercare verso direzioni inesplorate. Uno scorcio all’interno della cantina, in un grande riquadro ricavato nel muro, mostra la composizione in cui è evidente la conformazione marina del terreno a 5 mt di profondità. Il tentativo è mettere in competizione le piante per costringerle ad andare in profondità nel terreno. La produzione comprende Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah ed i vitigni a bacca bianca Chardonnay e Sauvignon Blanc.
Nel 1989, nasce il Paleo Rosso vino emblematico della produzione che agli inizi era un assemblaggio di Cabernet Franc insieme al Sangiovese e al Cabernet Sauvignon, dal 2000 la scelta di produrlo con Cabernet Franc in purezza.
Non ci vuole molta forza per fare le cose, ma viene richiesta molta forza per decidere cosa fare.
(Elbert Green Hubbard)
Entrando alle Macchiole l’estrema cura per ogni dettaglio dalla vigna alla cantina cattura l’attenzione, un’ordine armonico e funzionale a cui non manca la poesia. Gli spazi aperti e la vicinanza con la pineta riempie l’aria dei profumi dei pini marittimi trascinati dal vento, alti cipressi delimitano i confini naturali. Sulla parete nord della cantina, la storia dell’azienda viene rivisitata attraverso i disegni di Ozmo uno degli street artist più famosi al mondo, con un murale che occupa l’intera parete. Nella sala d’aspetto all’interno dell’azienda un’altro murale del vignettista Mondocana ovvero Luca Canapicchi, il quale ha disegnato un fumetto dove la storia di Bolgheri viene riprodotta attraverso una serie di fumetti dalle storie irriverenti, una prospettiva diversa di vedere i fatti dove impera l’ironia.
Tasting Notes
Tutti i vini rossi de Le Macchiole svolgono fermentazioni malolattiche spontanee in vasca, al termine delle quali i vini vengono separati dalle fecce; si decide poi, scegliendo, tra le varie vinificazioni, la composizione dei blend che daranno vita ai futuri Paleo, Scrio e Messorio.
Bolgheri Rosso Le Macchiole 2019 Primo anno di produzione: 2004 Merlot 50%, Cabernet Franc 20%, Cabernet Sauvignon 10%, Syrah 20%
Bel rosso rubino inteso e luminoso, abbaglia con un profilo olfattivo dal frutto croccante, nota cosmetica di cipria, ciliegia, geranio, fiori rossi erbe aroamtiche. Polpa e sapore, palato aereo con acidità vibrante, tannino sottile alcol ben amalgamato con equilibrio e piacevolezza.
Paleo 2014 Le Macchiole Cabernet Franc 100%
Vino rappresentativo aziendale, le cui uve arrivano da tre diversi vigneti: Puntone, Casanuova e Vignone, tutte piantate con Cabernet Franc. Tra tutti è il vitigno internazionale che più degli altri riesce ad estrapolare il legame con il territorio in cui cresce, imprimendo al vitigno un carattere toscaneggiante. Lucentezza e colore rubino di bella trasparenza, l’olfatto offre un mix floreale delicato con lavanda, erbe mediterranee, menta, alloro, aghi di pino, eucalipto, il frutto è rosso turgido diluito in succosità agrumate. Intenso il sorso risulta pieno di energia, il nerbo acido esalta la dolcezza del frutto, tannini finissimi, persistenza lunga con scia sapida finale.
Scrio 2013 Le Macchiole Syrah 100%
Lo Scrio nasce, nel 1994, dal desiderio di Eugenio Campolmi di produrre un vino che fosse l’espressione più pura possibile del vitigno da lui amato, frutto di una selezione rigorosa dei migliori grappoli di Syrah. Il nome del vino si rifà all’aggettivo “scrio”, antico termine di origini toscane che significa puro, schietto, integro.
Colore intenso il bouquet sviluppa sentori di spezie piccanti con il pepe nero in primo piano, segue un frutto nero carnoso, fiori viola e rossi di orchidea, note balsamiche di eucalipto, menta secca. Avvolgente, materico, il palato è animato da freschezza e tannini puntuali e ben integrati nella massa, il gusto è persistente con ritorni pepati.
Messorio 2017 Le Macchiole Merlot 100% Nato nel 1994, Messorio è una sfida personale con una delle varietà più diffuse nel bolgherese, sulla costa toscana e nel mondo.
Colore rosso rubino compatto, il profumo è articolato su tonalità date da frutti scuri in composta, more, fiori rossi, balsamici, resina, ceralacca, peperone, alloro, china, cardamomo. Palato carnoso, pieno, la trama tannica è giovanile scorbutica ma integrata nella morbidezza, tonicità e finale disidratante.