Le Donne del Vino del Lazio – il Cesanese
di Antonio Di Spirito
Tempo fa circolava il detto secondo cui si può anche fare il miglior vino al mondo, ma, per venderlo bene, bisogna “comunicarlo” al meglio!
Le forme di comunicazioni cui si ricorre sono molteplici, spesso sono combinate; sono tante le forme nate per coprire questo settore.
Le Donne del Vino è un movimento fondato e sviluppato dalle donne che erano coinvolte nella filiera produttiva o commerciale del vino. Questo movimento è stato, poi, integrato da altre donne, provenienti soprattutto dal mondo della comunicazione, ed è diventato un motore veicolo molto importante per comunicare il vino.
Prende corpo, così, nel mese di giugno scorso il progetto “RiveLAZIOni”, ideato e realizzato da Le Donne del Vino del Lazio, coordinate dalla giornalista Manuela Zennaro e la determinante collaborazione di Floriana Risuglia: tre press tour in ognuno dei quali giornalisti italiani e stranieri sono stati portati a visitare cantine e vigneti di tre zone del Lazio.
Un quarto evento, a coronamento dei tour, è stato organizzato a Roma al Ristorante Ozio, per due masterclass riassuntive.
Nel mese di giugno (penso sia il periodo migliore per visitare i vigneti, nonostante quest’anno le frequenti piogge abbiano disturbato e danneggiato non poco) ho partecipato al tour “Cesanese, terra di storie antiche” (ma non abbiamo trovato solo Cesanese!) ed in ogni azienda c’era una “Donna del Vino” ad accoglierci ed a guidare la nostra visita, che non si è limitata ad esporci le proprie caratteristiche, ma anche in quale contesto le loro aziende operano: di arte, storia, folclore, bellezze naturali e prodotti enogastronomici; un invito forte a tornare anche per chi cerca altro oltre al vino.
Esperienza rilassante, proficua ed indimenticabile; sono sicuro che chi fra noi non conosceva il i vini del Lazio e le zone di produzione, ora li conosce!
La prima azienda visitata è stata Casale della Ioria; un vecchio casale adibito a cantina ed accoglienza nella vasta campagna di Anagni (FR). Marina Perinelli ci ha accolti sotto un secolare leccio proprio davanti la struttura, presentandoci l’azienda che, insieme al marito Paolo ed i due giovani figli, conducono in regime biologico 38 ettari di vigneti, alcuni abbastanza “vecchi” con piante che vanno oltre i 60 anni, altri molto giovani. La filosofia di conduzione biologica è basata su dati di fatto che abbiamo potuto constatare durate la passeggiata nei vigneti: la biodiversità offerta dalla presenza di boschi ed uliveti, sono una protezione naturale.
Il cesanese di Affile è il vitigno principe della coltivazione, ma un posto rilevante lo hanno guadagnato anche altri vitigni autoctoni di zone vicine (olivella nera) o alcuni vitigni a bacca bianca autoctoni e non: passerina e viognier. E quanto si nota l’innesto giovanile nella conduzione aziendale! Uno dei giovani figli ha seguito studi di enologia ed alcune nuove (e riuscite) etichette aziendali ne sono la dimostrazione.
La degustazione dei vini è stata accompagnata da sfiziosi piatti tipici e prodotti caseari locali. A seguire una interessante mostra delle opere del maestro ciociaro Antonio Menenti, illustrate dalla Prof.ssa Tomaselli.
Gabriella Grassi e Stefano Matturro, dirigenti in un’azienda informatica, hanno individuato un casale in pietra con 3,5 ettari di vigneti intorno e, senza troppo pensarci (non c’era tempo), lo hanno acquistato. Dopo la ristrutturazione, il Casale Verde Luna è diventato un “Wine Resort” che dispone di sei camere, sobrie ed elegantemente arredate, ed un ristorante con cento coperti. Successivamente si sono aggiunti altri vigneti ed un uliveto. L’azienda viti-vinicola – L’Avventura -segue una filosofia Biologica e Sostenibile ed applica i principi dell’Agricoltura Organica Rigenerativa. I loro vini li abbiamo degustati durante una prelibata cena preparata dallo chef Giuseppe Rossi, che utilizza materie prime di qualità a chilometro zero. La serata è stata allietata da canti popolari di un gruppo folcloristico ciociaro gli Hernicantus di Palliano, ricercatori e studiosi di tradizioni popolari.
Per la terza tappa Pina Terenzi ci ha portati nei suoi vigneti di Serrone, dove abbiamo trovato a lavoro suo padre Giovanni, fondatore della Cantina Giovanni Terenzi negli anni ’70. Nonostante la sua veneranda età, mostra una vitalità ed una visione del futuro invidiabili; è, tuttora, un vignaiolo operativo e per la sua memoria storica è un faro per tutto il territorio. Nato e cresciuto in un contesto agricolo, la sua azienda ed i suoi vigneti hanno attraversato interamente la rinascita e l’evoluzione della viti-vinicoltura italiana e del Cesanese del Piglio in modo particolare. Le pratiche di cantina, invece, sono interamente affidate al figlio Armando Terenzi. La filosofia aziendale si fonda, in continuazione della tradizione familiare di Giovanni, in piena sintonia del rispetto dell’ambiente e della terra e dal 2021 hanno posto una maggiore attenzione per privilegiare una maggiore sostenibilità, utilizzando pratiche di agricoltura di precisione. La nota artistica è stata espletata da una coloratissima mostra di pittura su materiali di recupero dell’artista KaPri.
Il post prandium è stato dedicato alla cultura ed alla ricca storia di Anagni; ricordata come la città dei Papi, ma le sue origini vanno ben oltre nei secoli: leggende ciclopiche a parte, fu capitale “sacra” degli Ernici. Una guida eccezionale, che risponde al nome di Annamaria, ci ha fatto apprezzare molti dettagli della Cattedrale di Santa Maria il cui pavimento è impreziosito da mosaici di marmo policromo in stile “cosmatesco”, gli affreschi della cripta di San Magno nel seminterrato della Cattedrale ed il Palazzo di Bonifacio VIII, dove si consumò il famoso episodio dello “schiaffo”.
All’uscita da Palazzo di Bonifacio, attraversando la bellissima piazza Papa Innocenzo III, uno scorcio medievale perfettamente conservato, siamo andati all’Enoteca Bottega dei Papi, dove ci attendeva Carla Trimani per degustare i vini della Cantina Colacicchi. Carla, insieme ai tre fratelli, ha ereditato dal padre Marco la famosa Enoteca Trimani, il Winebar e la cantina di Anagni che aveva fondato il musicista Luigi Colacicchi nel 1950 per produrre un vino con cesanese, cabernet sauvignon e merlot coltivati ad Anagni, il Torre Ercolana. Il maestro, ormai anziano e senza eredi, manifestò la volontà di cedere l’azienda a Marco Trimani, che la prese perché non andasse in malora, visti i giudizi entusiastici di Luigi Veronelli. Il vino, nel tempo, è diventato un’icona ed un punto di riferimento suggestivo per gli appassionati ed ancora oggi, per merito della famiglia Trimani, il vino ed il vigneto sono tuttora in produzione.
La storia della Cantina Consoli inizia nel 1920 con Sante Consoli, e si afferma subito sui mercati come selezionatore di uve, dando comunque un forte impulso alla commercializzazione dei propri vini. Nel 1948 Gioacchino acquista l’attuale sede di Olevano Romano e, nel corso dei decenni successivi, espande le sue zone di selezione delle uve oltre provincia e fino a Cisterna di Latina. Nel 2008 sono entrate in azienda Alessia e Daniela Consoli, quarta generazione.
E’ Daniela che ci accoglie, ci racconta l’azienda di famiglia e le molteplici etichette prodotte con uve prelevate ad Olevano, in Roma per la Roma DOC e fin nell’Agro Pontino. Come sorpresa ci ha portato in assaggio il risultato dei suoi primi tentativi di produrre le uve con una propria azienda.
Nel 2000 Tiziana Vela ed il marito Fabrizio Petrucca rilevano in proprio l’antica azienda di famiglia e fondano la Cantina Petrucca e Vela. Da poco l’azienda si è arricchita del lavoro dei due figli, Carolina e Ludovico, quest’ultimo fresco di laurea in enologia. La visita inizia con una escursione in bici da cross per visitare i vigneti aggiunti recentemente al nucleo iniziale, distanti pochi chilometri dal corpo aziendale. Il magnifico colpo d’occhio ci ha ripagato del piccolo sforzo fatto in bici!
La degustazione dei vini aziendali ed il light lunch sono stati allietati dal coro polifonico di Bellagra, del quale Tiziana è una delle voci.
Per i tanti vini degustati nelle cantine visitate, riporto le note dei due vini più importanti e, in aggiunta, un terzo vino novità dell’azienda.
CASALE DELLA IORIA
Torre del Piano 2020 – Cesanese del Piglio DOCG Superiore Riserva
Il vigneto più alto dell’azienda e da viti vecchie. Profumi fruttati e vinosi, leggere note di corteccia ed ematiche; ha sapori rotondi e tannini vellutati, è fresco e persistente.
Portali di Pietra 2017 – Cesanese del Piglio DOCG Superiore Riserva
Ultimo nato in azienda e concepito dal giovane enologo con una particolarità: subito dopo la vinificazione, nel mese di novembre, si aggiunge un 15% di uve conservate dalla vendemmia a mo’ di governo all’uso toscano. Il vino guadagna una schiettezza di colore e di profumi; ha sapori freschi, puliti ed intensi; è molto equilibrato ed elegante; lascia la bocca perfetta.
Tres 2022 – Anagni IGT Bianco
Passerina 70%, Viognier 15% e Grechetto 15%
Vino molto giovane, ha profumi floreali e di frutta esotica; molto saporito e fresco al palato, molto aromatico, rotondo, abbastanza lungo.
L’AVVENTURA
Amor 2018 – Cesanese del Piglio DOCG Superiore
I vigneti sono situati a 450 metri di altitudine; parte del vino matura in barrique e parte in tonneau. Ha colore rubino limpido ed intenso, è molto floreale ed emana note balsamiche e minerali. Al palato è intenso e materico, ha un tannino vellutato ed un corredo speziato notevole; l’acidità non è travolgente, ma è persistente ed armonico.
Camere Pinte 2019 – Cesanese del Piglio DOCG Riserva
Lunga maturazione in barrique ed affinamento in bottiglia per ulteriori 14 mesi. Molto variegato al naso con profumi fruttati, di erbe aromatiche, floreali di rose, note balsamiche e minerali. La beva è molto concentrata e materica, ma vellutata e scorrevole, ravvivata da una vibrante freschezza. Molto equilibrato.
Chamante 2019 – Lazio IGP
Nome chiaramene composto dalle parole CHAMpagne e spumANTE per un vino prodotto con uve passerina e spumantizzato con metodo classico; ne avrà ancora per un anno prima di essere messo in commercio. Ha colore giallo paglierino intenso ed un buon perlage; ha profumi floreali e di frutta bianca. La beva è scorrevole e piacevole; è ben equilibrato, fresco e persistente.
GIOVANNI TERENZI
Vajoscuro 2020 – Cesanese del Piglio DOCG Superiore Riserva
20 mesi di botte grande e poi bottiglia; appena floreale, tanta frutta rossa e molte note balsamiche al naso. Molto fruttato e saporito al palato, ha un tannino molto presente, comunque levigato; è fresco, molto speziato, sapido e scorrevole.
Colle Forma 2020 – Cesanese del Piglio DOCG Superiore
Naso molto ricco di frutta rossa, visciole, erbe aromatiche e leggero profumo di rose; al palato corrisponde tantissimo sulle note fruttate; il tannino è leggermente asciutto, ma ha buona freschezza, e speziato e scorrevole.
Zerli 2021 – Passerina del Frusinate IGT
Frutto della rivolta di Pina, con la complicità del padre, il primo esperimento fu fatto di nascosto del cantiniere Armando: questa passerina ha maturato otto mesi in legno compresa la fermentazione. Frutta bianca, agrumi e salvia invadono il naso; al palato è asciutto e freschissimo, ha buoni sapori, è speziato e persistente. Ottima la gestione del legno.
CANTINA COLACICCHI
Tufano 2014 – Cesanese Lazio IGT
Unico vino rosso declinato a monovitigno in onore del territorio: il cesanese vinificato e maturato in acciaio. Bel colore rubino, profuma di rosa, piccoli frutti rossi e neri, qualche erba aromatica, una nota di cuoio nobile ed un accenno di sottobosco. Al palato è fruttato e saporito, ha tannini finissimi ed una elevata acidità; sapidità e spezie fini completano il sorso.
Torre Ercolana 2015 – Lazio Rosso IGT
Il Cesanese completato con vitigni bordolesi (Cabernet sauvignon e merlot tutti al 33%); le uve provengono da un’unica vigna di oltre 60 anni ed il vino matura 15 mesi in legno. Il colore è granato intenso e regala profumi di marasca, carrube, foglia di lauro, un po’ radicioso ed una nota fumé. Al palato si presenta con una intensa acidità che sovrasta i giovani tannini; ha sapori di frutta secca e carrube. Di gran corpo, ben strutturato, ma fine e scorrevole.
Collepero 2015 – Lazio Bianco IGT
Vino invitante, di un bel colore paglierino intenso e qualche riflesso verdognolo. Ha profumi di frutta a pasta gialla, lavanda e salvia; al palato porta delicate note di pera e melone; è sapido ed asciutto, speziato e molto fresco. Intenso.
CONSOLI
Roma Rosé 2022 – Lazio IGT
Blend di Montepulciano 50%, Syrah 30% e Cesanese 20% per questo vino color rosa antico. Molto fragrante ed intenso al naso con profumi di fragole e lamponi ed una nota di salvia; il sorso è saporito, molto fresco, sapido ed abbastanza asciutto.
Alma Mater 2014 – Cesanese DOC Olevano Romano
Rubino lucente, al naso è un po’ floreale (rosa canina), molto fruttato con note di ciliegia e prugne in confettura ed emana qualche nota balsamica. Il sorso è scorrevole, molto saporito, ha una notevole acidità ed una buona speziatura. Equilibrato.
Roma Riserva 2018 – Lazio Cesanese IGT
Cesanese di Olevano, matura 8 mesi in barrique. Rubino scuro ed intenso e profumi di rosa, visciole lamponi, fragoline, erbe aromatiche e note balsamiche. Il sorso è scorrevole e vellutato, saporito, fresco e speziato.
PETRUCCA E VELA
Vela 2022 – Passerina del Frusinate IGP
Passerina intensa e fresca, ha colore paglierino con tanti riflessi verdognoli. I profumi sono floreali, agrumati e di frutta bianca; al palato porta sapori di melone bianco e tanta freschezza; è scorrevole e persistente.
Rosesi 2021 – Lazio Cesanese IGP Rosato
Molto piacevole questo rosato di Cesanese, dal colore molto invitante. Variegato al naso con rose, frutti di bosco rossi, visciole ed erbe aromatiche. Al palato è molto saporito e salino, fresco e speziato, scorrevole e persistente.
Tellures 2016 – Cesanese del Piglio DOCG Superiore Riserva
E’ il vino di punta dell’azienda. Bel colore rubino intenso, ha profumi di frutta rossa e nera, qualche nota balsamica ed una spolverata di cacao; intensi sapori fruttati al palato, ha tannini vellutati e notevole freschezza; scorrevole e speziato.