L’Amarone per la cioccolata
Più eternamente difficile il rapporto fra padri e figli o fra il vino e la cioccolata? Ecco due temi inesauribili su cui tutti, prima o poi, sono chiamati ad esprimersi. La quadratura del cerchio sembra essere Terre di Eno al Centro Direzionale dove Alfonso Saporito seleziona da circa dieci anni alcuni vini (Amarone, Recioto, Marsala, Chianti, Aglianico, Prosecco, Falanghina, Nero d’Avola) e il figlio Luca si occupa della cioccolata dopo essere stato a scuola dai migliori maestri in circolazione oggi in Italia. Non sono solo due prodotti da abbinare, ma da combinare ed ecco allora il cioccolatino al Recioto diverso da quello al Chianti, il macaron in stile vesuviano, lo snack. Ma anche paste artigianali, olio, limoncello selezionati e garantiti dal marchio Terre di Eno, un po’ come Fauchon a Plaze de la Madeleine nel cuore di Parigi. Già, perché con il ritorno della campagna non più vissuta come disvalore, la forza dei produttori capaci di essere commercianti di se stessi, l’antico mestiere di selezionatore, intendo artigianale non i grandi franchising di lusso ai quali tutti possono attingere, è andato un po’ in ombra negli ultimi anni. Alfonso, imprenditore in altro settore, cerca di ricreare questo mestiere proprio delle grandi metropoli, si sostituisce al turista enogastronomico facendo trovare la buona roba sotto casa del consumatore. Dunque sulla base del laboratorio di cioccolata e dolci artigianali ha costruito nel corso degli anni una fitta rete di rapporti con alcune aziende sparse in tutta la Penisola: non è il solo mettere una etichetta a un prodotto di qualità, ma seguire le fasi di produzione, concordare i tempi, fissare un prezzo ragionevole per lo stesso consumatore. Come i 30 euro da spendere per questo Amarone, una tipologia intramontabile di cui sinora non abbiamo mai avuto modo di parlare. Ma è tempo di Natale ormai, di freddo e il ritrovarsi come tradizione favorisce appunto il consumo dei vini importanti che in questa fase dell’anno presentano il loro passato e definiscono con il gradimento del mercato il loro futuro. Un rosso complesso al naso e interessante, di bella trama al palato, strutturato, equilibrato, lungo con il finale capace di ricambiare l’intensità e la persistenza annunciata all’olfatto. Lo berremo allora a quasi dieci anni dalla vendemmia sui cioccolatini e le praline di Luca, oppure su enormi brasati di bufalo e di cinghiale in grado di far fronte alla potenza di un grande classico italiano.