La Vineria senza Cucina: a Napoli una “bettola d’altri tempi”
La Vineria senza Cucina a Napoli
Via del Parco Margherita, 15/17
Tel. 3669701722
chiuso il lunedì
di Emanuela Sorrentino
Arriva anche a Napoli “La Vineria senza Cucina”, una bettola d’altri tempi che ha la sua prima sede a Portici, in un’ala del settecentesco Palazzo Buono.
A Napoli, invece, occupa parte dell’ex locale Chez Moi, in via del Parco Margherita. Atmosfera accogliente e accurata selezione di vini da accompagnare a proposte food sfiziose.
Materie prime di qualità e minuziosamente ricercate per i taglieri di salumi e formaggi con tomino piemontese piastrato su pane caldo, fiore sardo, ovicaprino semistagionato calabrese al peperone crusco, crudo di Parma dolce, capocollo di maialino nero casertano.
Poi non mancano altre specialità come la Zingaraccia ai 5 cereali con crudo, fior di latte e pomodorini essiccati di nostra produzione, la Rosetta casareccia: paninetto croccante al forno ripieno di salsiccia e stracchino, i Bon Bon di patate su fonduta di pecorino.
La Vineria senza Cucina a Napoli
Via del Parco Margherita, 15/17
Tel. 3669701722
chiuso il lunedì
Scheda del 10 luglio 2021
di Emanuela Sorrentino
“Una bettola d’altri tempi, la cucina è piccola….ma c’è”, si presenta così sui social “La vineria senza cucina”, dove il vino sfuso si serve in ciotola come una volta (“ma noi le ciotole le laviamo” è scritto all’interno del locale) e la carta dei vini è volutamente più lunga del menu.
Il tutto in un posto molto accogliente: si mangia al fresco all’esterno di Palazzo Buono costruito nel 1748 dal principe della Riccia Bartolomeo di Capua con la sua cappella gentilizia dedicata a Santa Maria delle Grazie, a due passi da villa Savonarola a Portici. Il locale interno è proprio in un’ala al piano terra del Palazzo del Settecento, alla fine di via Diaz, in piazza Matteotti ed è aperto da marzo 2019.
Un primo a sorpresa ogni sera (dalla pasta e patate alle pennette allo scarpariello) accanto alle proposte food di sempre fatte di ricerca e meticolosa scelta delle materie prime, frutto della cura dei titolari Aldo Civale, Milena e Attilio Anastasio che hanno appena aperto a Napoli ai Quartieri Spagnoli l’Osteria di mare A taverna d’è Zoccole: i gettonatissimi taglieri di salumi e formaggi freschi e stagionati non solo di provenienza locale, e poi i tagli di carne in base alla disponibilità giornaliera (churrasco, entrecote per fare qualche esempio).
Con Giorgia Civale in sala e all’esterno ragazzi preparati che non esitano a dare consigli ai clienti sul menù e sui vini che arrivano da tutto il mondo.
La Vineria Senza Cucina
Piazza Giacomo Matteotti, 4 (Largo Riccia)
Portici (NA)
Un commento
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Una volta, vari anni fa, in tutt’Italia c’erano i caffè, le latterie, le drogherie, punto di riferimento e luogo di raccolta , soprattutto alla sera, dopo il lavoro.
vineria-cucinaI caffè dove, attorno ad un biliardo o ad un tavolino per il gioco delle carte, si alternavano operai e professionisti, giovani ed anziani, in uno spaccato di società autentico, senza fronzoli di nessun genere.
Molte sono le canzoni che narrano di questi ambienti: “Il Riccardo” di Giorgio Gaber è una di queste. O, sempre del Signor G, “Barbera e champagne”.
Le latterie non vendevano solo latte ma anche dolci, biscotti e cose simili ed avevano riservato un angolo del locale ai clienti più fedeli, per la lettura del giornale o per la partita di carte.
Le drogherie, ovviamente, non vendevano le droghe di oggi ma spezie di ogni genere: in questi locali dall’odore assai particolare c’era quasi sempre lo spazio per sedersi, leggere, giocare a carte.
Ora, in pieno 2019, questi locali sono quasi del tutto scomparsi; ne rimangono pochi, pochissimi, soprattutto nei piccoli paesi del Sud.
Era l’Italia che si riuniva attorno ad un tavolino sul finire della giornata; un’Italia che non c’è più scomparsa sotto televisori a colori in tutte le stanze della casa, smartphone, computer, tablet e con l’aggiunta del “riflusso nel privato”.
Domenica 10 marzo, in Piazzale Matteotti a Portici, vicino “Villa Savonarola” di Corso Garibaldi, sulle ceneri ancora calde del “Bar Vertigo”, è nato “La vineria senza cucina”.
Attilio è lo chef, Alberto gestisce la sala, Aldo è “super-partes” (nel senso che è un po’ tutto, un po’ niente, dandosi molto da fare con la sua innegabile affabilità): “Carissimo Emilio, questa è una bettola d’altri tempi. Attualmente ha 40 coperti che aumenteranno con la “bella stagione”, all’esterno. Sono previste “serate a tema” e musica dal vivo. E’ l’unico locale del genere a Portici e dintorni…”.
Nel frattempo, il locale si affolla: Attilio inizia a muoversi in maniera decisa, nonostante una musica di sottofondo piuttosto soft (ah, a proposito: a mio modesto parere, sarebbe il caso di mandare in onda solo musica soul, blues, medioevale, old west, new-age, country, “cantautorale” ma certamente né rock, né pop, né neomelodica, né rap, né hip-hop!); Alberto versa da bere a destra e a manca; Aldo, da buon Cicerone, mi mostra altri aspetti del locale.
“Emilio amabile – continua a spiegare – devi sapere che una volta il vino si beveva in scodella: le prime osterie erano luoghi dove si beveva vino sfuso. Successivamente si iniziò a trovare anche il cibo e ci si poteva fermare a bere e a fare due chiacchiere ma l’oste non forniva calici così ci si portava da casa la scodella. Spesso gli avventori la lasciavano in osteria dove, rigorosamente, non veniva mai lavata perché i grandi bevitori si riconoscevano dai fondi rossi lasciati dal vino sul fondo della ciotola. Più i fondi aumentavano e più eri riconosciuto come un grande bevitore…”
Da dietro al balcone interviene Alberto che urla a me, facendosi sentire da tutti: “Tranquillo, Emì: noi le ciotole le laviamo!”.
Risate generali mentre salumi e formaggi iniziano ad apparire sui tavoli; il vino è spillato dalle botti o versato da bottiglie etichettate; taglieri di vario genere vengono (assai) apprezzati da tutti. E, poi, cicoli-ricotta, pane-e-genovese, pane-e-polpette, porchetta-e-friarielli…
C’è chi brinda ad un amore nato e chi ad uno finito, chi ad una squadra di calcio e chi ad un esame superato: da “La Vineria senza cucina” c’è sempre un motivo per brindare con dell’ottimo vino!
(da http://www.cralcircumvesuviana.it – 27/3/2019)