La vera cucina tradizionale cilentana alla Locanda del Barone di Torraca
di Enrico Malgi
“Dai vieni con me Enrico, vedrai che ti piacerà. Ti farò assaggiare piatti squisiti della vera cucina tradizionale cilentana”. E come dire di no ad un simile invito da parte di Enzo Crivella? E così mi sono subito precipitato. Dove dobbiamo andare? “A pochi Km da Sapri, nel comune di Torraca”.
Mattinata calda di fine estate. Si sale su verso la collina che domina il Golfo di Policastro, tra la rigogliosa e verde vegetazione. Arriviamo nel centro storico ed entriamo in una vecchia cantina ristrutturata nel pieno rispetto della canonica architettura cilentana. Leggo l’insegna: “La Locanda del Barone”. Il barone Palamolla è stato il proprietario del maniero medievale che domina dall’alto tutto il paese. In sala fanno bella mostra il camino, le pareti in nuda pietra locale, gli archi a tutto sesto, le travi in legno che sostengono il soffitto ed il pavimento di basalto, che insieme creano un’atmosfera d’antan calda ed accogliente. Tavoli ben disposti. Sedie comode. Tovaglie a quadretti, come quelle di una vecchia osteria di campagna. La cucina è posizionata al piano superiore.
Ad accoglierci la famiglia Filizola al completo: papà Giovanni, mamma Rosanna ed i figli Antonio e Maria Cristina. Tutti danno una mano, per contribuire a rendere più piacevole l’ospitalità.
Mamma Rosanna naturalmente è deputata ai fornelli, intenta a preparare ghiotti manicaretti ed a tirare la pasta fresca .
Bene ci sediamo tutti a tavola per gustare finalmente questi piatti. Con l’aiuto di Antonio scelgo due ottime bottiglie di vino: il Lagrein 2016 di Elena Walch e il Pietraincatenata 2008 di Luigi Maffini.
E qui subito un tripudio senza fine di prelibati antipasti locali: montanara, tagliere di salumi, ricotta fresca servita con fichi, miele, marmellata e frutta secca, caciocavallo podolico, melanzane imbottite, alla parmigiana e n’daccate, peperoni arrostiti e gratinati, scarola con olive e capperi, polpette dei poveri, frittata con patate ed asparagi, zucchine alla scapece ed ancora altro di cui ho perso il conto.
Abbiamo finito? Domando tutto bello sazio. “Neanche per idea, perché adesso arrivano i primi e poi i secondi, la frutta fresca, i dolci, i liquori artigianali ed il caffè”. O mamma mia! Qui ci vorrebbe Contursi!
Andiamo avanti! Cavatielli al pomodorino, fusilli al ragù e ravioli agli asparagi. Scusate posso rifiutare i ravioli agli asparagi, le cortecce verdi alla crema di zucchine e le lagane e ceci? Si? Grazie!
No, vi prego la grigliata mista con lombo di vitello, salsiccia e scaminita di maiale non riesco proprio a mangiarla. Vabbé ho capito, ne assaggio un poco per non offendervi. Contursi, dove sei? Che c’è ancora adesso? “C’è una bella selezione di formaggi locali stagionati”. Si va bene, ma solo un pezzetto mi raccomando. “Peccato che oggi non abbiamo il baccalà che viene servito soltanto il venerdì pastellato, all’insalata, con le linguine insieme con il peperone crusco di Senise e poi come tortino con patate”. Meno male… No, volevo dire peccato, sarà per la prossima volta. Verrò apposta di venerdì, va bene? Che c’è ancora adesso? “La frutta fresca: uva, fichi, pesche e pere e poi i classici dolci che prepara mia moglie Rosanna: ciambelle di patate, crostata, scauratielli al miele e Pan di Spagna farcito”. Limoncello, finocchietto, nocino, centerbe, ecc., ecc. Il caffè, ci vuole.
Conto per favore. Come? 35 euro? Ma siete usciti pazzi? “E’ troppo? Va bene, visto che siete insieme all’amico Enzo vi facciamo uno sconto e poi non vi faccio pagare il vino, vi sta bene? Ma che dite? E’ troppo poco, no voglio pagare di più, quello che è giusto e giusto. Voi così andate in miseria, tra poco dovete chiudere i battenti. “No, veramente qui viene sempre un sacco di gente e tutti restato soddisfatti e contenti. In estate poi li ospitiamo anche nel fresco giardino”. Si, ma io insisto voglio pagare di più. “Avete detto che dovete tornare per assaggiare il baccalà ed allora pagherete di più la prossima volta, va bene?”. Enzo, tu che dici? “Facciamo come dice Giovanni, non ci pensare più”. Ho capito, però io sta cosa la devo dire a Contursi e magari anche a Luciano, a Galetti, a Mondelli…
La Locanda del Barone
Via Gaetani, 4 – Torraca (Sa)
Cell. 333 3610633
www.lalocandadelbarone.net – [email protected]
Due menù degustazione a prezzo fisso: con carne a 35,00 euro, con baccalà a 30,00 euro. Compreso il servizio, il vino della Casa, acqua in bottiglia, liquori e caffè.
Selezionati fornitori locali per il rifornimento di eccellenti e genuine materie prime.
Locale aperto in estate tutte le sere ed in inverno soltanto nei fine settimana a cena.
Coperti: 30 all’interno e 60 nel giardino.
C’è sempre bisogno della prenotazione.
4 Commenti
I commenti sono chiusi.
Me lo sentivo, adesso ne ho la certezza, ho sbagliato Cicerone, e pensare che avevo a disposizione il commentatore profondo che si presenta in Magnum, l’uomo dell’olio, dei salumi, della pasta, dei pomodori e, ultimo ma non ultimo, lo Spigolatore di gusti in coppetta…
Simmo ro sud(uno lavora (degusta)e tanti altri assistono(consigliano).Nel bene come nel male alla prossima tornata avrai bisogno di una manciata di ciceroni per le più diverse “divagazioni”.FM.
“Ci vorrebbe Contursi”…..basta chiamarmi,non mi tiro mai indietro se c’è da aiutare un amico.
Allora è andata: la prossima volta ci andiamo tutti insieme, magari di venerdì con il baccalà come avevo promesso. Ed io non prometto mai invano…