La Tradizione di Vico Equense e la sua operazione nostalgia
di Simona Mariarosaria Quirino
Essere fedeli a La tradizione non è un’utopia. Neanche ai tempi del Covid. Almeno una volta al mese, per quanto mi riguarda, era tappa fissa e lo sarà ancora. A Vico Equense, subito dopo la curva del Moon Valley, questa piccola bottega con cucina è un’oasi felice con aria di casa. Definirla, però, solo piccola bottega è riduttivo. La Tradizione è salumeria, macelleria, enoteca, trattoria, ristorante, vineria e champagneria. È ricercatezza e semplicità, gusto e agio allo stesso tempo. Un insieme di cose che non disperde ma concentra l’identità del posto grazie anche alla costante presenza della famiglia De Gennaro. Annamaria, Salvatore e i figli sono l’anima di tutto e mantengono viva la tradizione del posto. Anche in tempi così difficili. Se nella fase uno si sono dilettati a divulgare sui Social le ricette della casa, nella fase 2 è partita quella che loro chiamano “operazione nostalgia”, ovvero spesa take away o consegna a domicilio. Per clienti vicini e lontani. La mia operazione nostalgia di sabato sera si chiama champagne e babà rustico. Che sembra un ossimoro, ma al palato l’incastro è meraviglioso.
Brut Premier Cru, prodotto da uve selezionate provenienti da villaggi situati nei dintorni di Ay-Champagne. Si tratta di un Blanc des Noirs della Maison Philippe Gilbert, ossia un vino bianco da uve a bacca rossa: può essere realizzato sia con uve Pinot Noir che con uve Pinot Meunier, oppure con un assemblaggio delle due tipologie. La scelta in questo caso è caduta sul Pinot Noir in solitudine, così da esaltare la purezza dei profumi e del gusto. Un sapore romantico degno della sua etichetta in bottiglia: il quadro di Marc Chagall “Les Amoureuses”.
Un piccolo tagliere composto da spiedini rustici di pane, provola e pancetta, burrata di bufala di Capaccio e babà rustico, pezzo forte della signora Annamaria. Sempre presente accanto al companatico sui tavoli de La Tradizione e, dopo tanto desiderio, anche su quello di casa mia.
Un commento
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Come premio a tutto ciò a fine pasto un “cento scalini”ci andava a meraviglia.Non credo di esagerare dicendo che Salvatore de Gennaro è ritenuto uno dei palati più raffinati d’Italia è che una parte di merito di tante “stelle”sparse tra il golfo di Napoli e Salerno è suo.PS Fortunati voi autoctoni stanziali mentre per noi emigranti solo Dio e lo “scheriffo”sanno quando potremo di nuovo sederci all’ombra della loro Jacaranda FM