La Stipula Vino Spumante di Qualità Rosé Brut Metodo Classico 2014 e il Preliminare Bianco Basilicata Igt 2018 Cantine del Notaio
di Enrico Malgi
Nella vita tutto si può migliorare. Anche la posizione in classifica dei vini che partecipano a più riprese a vari concorsi. Fedele a questa semplice norma ecco qui che conseguenzialmente l’etichetta La Stipula Spumante di Qualità Rosé Brut Metodo Classico 2014 de Le Cantine del Notaio ha meritatamente conquistato la prima posizione assoluta nella sua categoria di appartenenza all’edizione 2019 di Radici del Sud da parte della giuria dei Wine Buyers, migliorando così la seconda piazza ottenuta l’anno scorso col millesimo 2013.
Aglianico in purezza coltivato nell’areale del Vulture. Fermentazione per quindici giorni e successivo passaggio in acciaio. Quattro gli anni trascorsi dal vino per l’affinamento sulle fecce in grotte tufacee e sboccatura senza aggiunta di zucchero, ma solo con la ricolmatura effettuata con lo stesso vino. Tenore alcolico di tredici gradi. Prezzo in enoteca di 19,00 euro.
Sempre di più l’Aglianico si conferma un vitigno adatto per la spumantizzazione in veste bianca o rosata e prodotto sia con metodo Martinotti e sia con quello Classico, ricavandone comunque sempre ottimi vini. Proprio come questo spumante di Gerardo Giuratrabocchetti che è connotato da un bellissimo colore rosa antico lucente. Il perlage si dimostra estremamente interessante, laddove minuscole, intense ed intriganti bollicine fanno a gara per arrivare prime sull’orlo della flute. Mousse vaporosa, spessa, duratura e compatta. Il bouquet è deliziosamente affastellato da conturbanti profumi di sottobosco, agrumi, pesca gialla, ananas, mango, papaya, vaniglia e sambuco. Seducenti i risvolti odorosi di petali di rosa, miele, crosta di pane e pasticceria che ammaliano le narici. Parvenza fumé in sottofondo. Sorso gradevolmente petillant, massimamente fresco, suadente, morbido, cremoso, sapido, elegante e fine. Prezioso lo slancio finale persistentemente dissetante, brioso, secco e sgrassante. Da abbinare a piatti a base di pesce, anche crudi, molluschi, crostacei, latticini e risotto alle fragole. Veramente un grande spumante del Sud.
Per l’occasione ho anche assaggiato un’altra etichetta sempre prodotta con Aglianico, stavolta vinificato in bianco. Si tratta de Il Preliminare Bianco Basilicata Igt 2018. Soltanto acciaio e vetro. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale di 12,00 euro.
Veste cromatica interessata da un colore giallo paglierino luminoso, screziato di giovani lampi verdolini. Il naso aspira subito pregevoli e complesse essenze di frutta esotica e nostrana bella matura. Sussurri di fiori d’arancio e di mughetto. Nuances vanigliate e minerali. La bocca accoglie un sorso gentile, secco, morbido e sapido. Palato teso, profondo, equilibrato e leggermente ammandorlato. Retroaroma perfettamente bilanciato e sospiroso. Su piatti di mare, zuppa di legumi, carne bianca e formaggi freschi.
Sede a Rionero in Vulture Pz) – Via Roma, 159
Tel. 0972 723689 – Fax 0972 755435 – Cell. 335 6842483
[email protected] – www.cantinedelnotaio.it
Enologo: Gerardo Giuratrabocchetti
Ettari vitati: 40 – Bottiglie prodotte: 250.000
Vitigni: Aglianico, Fiano, Malvasia Bianca. Moscato, Chardonnay e Sauvignon Blanc.
4 Commenti
I commenti sono chiusi.
Sul bianco mai assaggiato non saprei sinceramente cosa dire ma sul rosè ho sempre il ricordo di tannini che immancabilmente venivano fuori in tutte le annate da me assaggiate e ciò ,secondo il mio modesto parere,va ad inficiare la caratteristica prima di un grade spumante e cioè l’estrema eleganza.D’altra parte nell’Aglianico (e in particolare nel Vulture)i tannini si fanno sentire eccome e bisogna usare grande attenzione al momento della vinificazione:cosa che avviene puntualmente nei grandi rossi della stessa azienda.FM
Caro Francesco, come sempre fai nei tuoi precisi e puntuali interventi esibisci preziose perle di sapere e di competenza. In questa occasione, però, pur rispettando il tuo sapiente giudizio, non sono d’accordo con te. Lo spumante rosato a base di Aglianico metodo classico secondo il mio soggettivo parere ci può stare benissimo. Il problema che tiri in ballo della eccessiva tannicità del vitigno qui non c’entra proprio niente , perché il metodo di vinificazione e di spumantizzazione rende il vino molto più approcciabile di uno fermo. Quello che conta maggiormente in uno spumante, come tu sai benissimo, è l’acidità e qui ce l’abbiamo sicuramente. Anzi ti dirò che questo spumante lo considero uguale al Gioì di San Salvatore, che io adoro. Il problema semmai è un altro: a differenza dello Champagne francese in cui si usano soltanto tre specie varietali come il Pinot Noir, il Pinot Meunier e lo Chardonnay, in Italia si adoperano tutte le varietà possibili ed in tutti i territori, a scapito della qualità dello spumante stesso. E a proposito del territorio della Champagne pensa che questa regione, ubicata a poca distanza da Parigi, ha il problema di far maturare adeguatamente le uve in un ambiente costantemente fresco, se non addirittura freddo. In passato, verso il XVI secolo, in questa regione si producevano anche molti vini rossi fermi che venivano colorati con il succo di sambuco, per farli sembrare più carichi .
Altri tempi.Adesso le uve maturano benissimo anche a tremila metri come sulle Ande.PS.Lo Champagne è e rimane Champagne e a parte Trento Doc e Franciacorta che da tempo fanno grande qualità nonché qualche altro esempio virtuoso in giro per l’Italia personalmente resto “fermo”riguardo al nostro vino.FM
Questa azienda, come altre piccole realtà’, vanno incoraggiate e fatte conoscere al pubblico di appassionati del buon vino per permettere al consumatore di assaggiare vini particolari e meno omologati.
Un plauso all autore di questo articolo che con una precisa descrizione tecnica ma anche emozionale ci ha proposto due ottimi vini.
Carpe diem