La Sibilla CruNA De Lago Falanghina Campi Flegrei Dop 2022 | Quando la Falanghina dimostra cosa sa fare


La famiglia Di Meo, da sx Mattia, Restituta, Luigi, Salvatore,  Alessandra, Michela, Giulia e Vincenzo

La famiglia Di Meo, da sx Mattia, Restituta, Luigi, Salvatore,  Alessandra, Michela, Giulia e Vincenzo

di Giulia Cannada Bartoli

CruNA De Lago nasce da una vigna di 70 anni e oltre, piantata dal papà di Luigi Di Meo, Vincenzo classe 1929. Al tempo, le varietà erano tante e pregiate: l’uva dell’isola, probabilmente biancolella che veniva da Ischia, ‘a pisciarella, simile alla verdeca con acidità sorprendente, ‘a suricella simile alla coda di volpe o cavalla.  In una zona del vigneto sopravvivono ancora circa trecento viti di suricella.

La famiglia Di Meo, originaria di Bacoli, viveva dalla fine dell’800 nella zona di Maremorto (il lago di Miseno). Contadini e pescatori, il bisnonno di Luigi, Pasquale, nato nel 1860, lavorava come colono presso una famiglia di nobili locali. Oltre l’attività di colono, Pasquale possedeva anche un piccolo fazzoletto di terra, in una zona molto fertile presso l’attuale Villa Comunale di Bacoli, che coltivava per “ ‘a parula”, ossia l’orto estivo. All’epoca, e ancora oggi in alcune zone popolari, le famiglie s’identificavano con “‘o scagnanome”, (soprannome). I Di Meo erano conosciuti come “ ‘E Spiguni”, poiché le spighe di mais da loro coltivate erano molto grandi.

Nel 1900 furono messi all’asta dal Tribunale di Napoli, 10 ettari di terreno proprio dove oggi sorge la cantina. Pasquale Di Meo se li aggiudicò per undicimila lire: nonno Luigi, a tredici anni, andò in tribunale con una “spasella” (cesta per il pesce) piena di banconote. Negli anni ’30 con la nascita di Vincenzo, quinto figlio, la famiglia si trasferisce da Bacoli a Sella di Baia, sede attuale della cantina.

I nomi in famiglia si tramandano di padre in figlio. Oggi Vincenzo jr, classe 1986, è l’enologo della cantina. E’ nato tra i vigneti e già durante gli anni del liceo scientifico si appassionava alle analisi svolte nel piccolo laboratorio, antistante alla cantina, dal primo enologo dei vini della Sibilla, Maurizio De Simone. Dopo Gennaro Martusciello, sicuramente De Simone ha costruito un pezzo importante della viticoltura flegrea di qualità. Dopo il liceo Vincenzo si iscrive nel 2004 alla facoltà di Viticoltura e Enologia a Firenze (Avellino aprirà qualche anno dopo), si laurea nel 2008 e dopo alcuni stage in Sardegna e Argentina rientra a pieno titolo in cantina.

Salvatore e Mattia sono rispettivamente responsabili della campagna e della cantina.

I luoghi e la memoria dei familiari si fondono qui in uno splendido connubio di passato, presente e futuro.

Il vigneto

Il vigneto

La vigna, a piede franco, è allevata a Guyot bilaterale, altrimenti conosciuto come “spalliera puteolana”. Esposta a sud/ovest, con suoli di matrice vulcanica ricchi di prodotti piroclastici: ceneri, pomici e lapilli.  Il vigneto ha radici a 20 metri con acqua termale a 65° salata che arriva dalla Falda delle Terme di Baia. Il vigneto si coltiva a “coltura mista”, tipica dei Campi Flegrei: dopo la vendemmia si piantano broccoli, friarielli, cavoli… fino alla vendemmia successiva, quando tutto dev’essere libero per il passaggio del piccolo trattore.

Il disegno in etichetta è una rappresentazione storica del porto di Baia. Il nome si deve a un’idea di Ciro Cenatiempo (giornalista e viticoltore a Ischia).

Giallo Flegreo

Giallo Flegreo

 

CruNA De Lago è un vino progettato per dimostrare dove può arrivare la Falanghina Flegrea. Vendemmia manuale molto anticipata: 23 agosto 2022. Il vino affina sei mesi in acciaio sur lies, con batonnage, se necessario. Seguono almeno 12 mesi in bottiglia che donano eleganza e complessità all’assaggio.

Giallo dorato intenso , luminosissimo. Al naso la nota salmastra e d’idrocarburi si fonde alla grande con gli sbuffi di frutta gialla, agrumi e erbe mediterranee.

L’ingresso in bocca è salmastro, la sapidità e la freschezza sono il centro del sorso che è sottile, dinamico, minerale e incredibilmente appagante. La parte salina s’impossessa del palato. Davvero qui la Falanghina si esprime a un livello superiore: vira verso gli amari, privilegiando acidità e sapidità che fotografano un legame strettissimo con il territorio. Andando avanti, si avvertono persino alcune note gessose che non sono proprio tipiche dell’areale flegreo. Lunghissima la persistenza gustativa.  Il gusto diventa sempre più “estremo”: e non chiamatela banalmente falanghina!

A questo gusto si sta affezionando un pubblico sempre più vasto non solo in Italia: CruNA De Lago 2022 è stata servita al calice durante la cena di gala degli Oscar a Los Angeles. Robert De Niro l’ha apprezzata tanto da chiederne la bottiglia.

Il vino è ancora giovane: struttura (13%) e spalla acido/sapida garantiscono lunga vita.

Prezzo medio a scaffale 35,00/37,00 €

Abbinamento di territorio

Abbinamento di territorio

 

Abbinamento di territorio con il migliaccio salato di mamma Restituta o con la focaccia home made con pancetta flegrea di Michela, moglie di Vincenzo e responsabile dell’accoglienza in cantina. Io l’ho abbinata oggi a una splendida “lagane e ceci” della domenica.

Anche il modello di accoglienza si è evoluto: la visita è incentrata tutta sul vino, è stata eliminata la sala ristorazione con cucina. Tre diversi percorsi di degustazione, secondo la tipologia di vino prescelta.

Sibilla Vini, Via Ottaviano Augusto 19, 80070 Bacoli – Na info@lasibillavini.it 081.868.87.78 Enologo Vincenzo Di Meo. Vitigni: Falanghina, Piedirosso, Marsigliese, Olivella, Annarella, Calabrese. Ettari 15 di cui 10 vitati.

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