Bucatini alla Carbonara, ricetta tipica irpina:-)
di Lello Tornatore – Tenuta Montelaura
” Olim mihi fuit nomen Carbonara”.
Così troviamo scritto sullo stemma civico del comune di Aquilonia, ultimo centro della provincia di Avellino, immediatamente a ridosso del Vulture. Beh, mi dispiace per i romani, in particolare per “il console”, ma anche questa ricetta sembra avere origini irpine, e più nello specifico, era il pasto classico degli abitanti della indomita cittadina, dedita alla produzione dei carboni. Tale lavoro presupponeva un controllo costante delle fasi di combustione e perciò gli addetti avevano molto tempo per dedicarsi alla preparazione di questa ricetta.
Ma perchè fu cambiato il nome a questo ridente centro irpino? Assunse il nome di Aquilonia dopo l'unità d'Italia, che fu fortemente osteggiata dalla popolazione dell'epoca, particolarmente filoborbonica. E quindi per cancellare la macchia (fu vera macchia?) antiunitaria della storia, e per volontà politica dell'amministrazione liberale dell'epoca, nel 1861 da Carbonara diventò Aquilonia ” in omaggio alla tradizione erudita locale che, sulla base di alcune ipotesi del XVI secolo, identificava con il piccolo centro di Carbonara l'antica città dei Sanniti che opposero l'ultima resistenza all'espansione romana nel Sud Italia, citata da Tito Livio nella sua opera”.
Ingredienti per quattro persone:
400 gr. di spaghettoni o bucatini
200 gr. di guanciale di maiale di 18 mesi (no pancetta)
200 gr. di pecorino bagnolese da latte crudo(no parmigiano o pecorino romano)
4 uova fresche di giornata (vanno a crudo)
un filo d'olio extravergine di Ravece
sale e pepe q.b.
Procedimento:
Si lessa la pasta in abbondante acqua salata, addizionata con farina 00 (vedi qui). Intanto che cuoce, in una padella antiaderente, si versa un filo d'olio di Ravece e si fa andare a fuoco basso il guanciale a tocchetti, fino a che diventa croccante. Uso il guanciale al posto della pancetta perchè è più aromatico e diventa più croccante, grazie alla maggiore consistenza del grasso e delle ghiandole che si trovano in questo particolare taglio. Aggiungere un paio di mestoli di acqua di cottura (molto densa per la farina che avete addizionato in precedenza) e deporre nella padella la pasta scolata grossolanamente.
Operare una prima mantecatura per amalgamare il guanciale, la pasta e l'acqua di cottura, e spegnere immediatamente il fuoco.
A crudo poi, aggiungere le uova che avrete precedentemente battuto, incorporandovi il pecorino bagnolese ed il pepe pestato grossolanamente.
Mantecare ancora, energicamente e per non più di 15/20 secondi, e servire…
Abbinamento cibo-vino:
Fiano di Avellino DOCG Vigna della Congregazione 2008 di Villa Diamante
32 Commenti
I commenti sono chiusi.
Hai dimenticato di citare la famosa panna irpina :-D
Anch’io ho abbinato proprio il Vigna della Congregazione ’08 sull’ultima carbonara divorata e non ci stava niente niente male.
Però l’abbinamento insuperabile, patrimonio dell’umanità, è il Trebbiano di Valentini “giovane”. E’ come il paguro con l’anemone: simbiosi pura.. :-)
Paolo, ma tra le note del guanciale e dell’uovo cotto e quelle fumè del Vigna della Congregazione non si produce un effetto complessivo un po’ troppo monocorde?
Quoto Paolo, anche perchè il mio guanciale non è affumicato … Paolo l’ha testato, tu no… :-((
Non era una contestazione, ma un dubbio. Domandare è lecito :-D
Sulla carta mi sembra un abbinamento a rischio pesantezza complessiva, tutto qui. Poi, ovviamente, nulla può sostituire la prova sul campo
Signor Console, dall’alto della ” Caput mundi”, lei può contestare quanto e quando vuole…a noi lupi montanari, come già ha osservato il Pigna, spetta la strenua ma convinta difesa delle nostre eccelse postazioni enoiche …;-))
P.S. Le faccine imbronciate erano riferite al fatto che non mi hai ancora onorato…
Elabora qualche ricetta piemontese, e ti vengo a trovare :-D
Stavo giusto pensando alla Bagnacauda…ma chi l’ha detto che ci deve andare l’aglio, viene benissimo, anzi meglio, con la cipolla Ramata di Montoro…;-)))))
Antonio, conosci il vecchio detto: irpino non mangia irpino? Ecco un esempio.
Per me sulla carbonara irpina va benissimo invece un bel vermentino Capichera….:-))))
quoto Paolo nell’abbinamento. Ma se vengo li me li fai pure a me Lello? Pardon….Flavia????? ;)))))))))))))
interessante il cenno storico e bella la ricetta,ma non capisco luso della farina nell’acqua di cottura della pasta.Ho l’impressione che la famosa “cremina” stia diventando una nevrosi.C’è l’uovo…..
Si , va beh, fra un po’ Tornatore si appropriera’ pure della Borgogna e magari si annetterà anche i würstel . Fermatelo, porca gnocca, prima che diventi presidente del consiglio!!!!
…oppure ” piazzista di sveglie”…che è la stessa cosa !!! ;-))
tutta invidia, Lello, Maffi protesta solo perché non hai usato le sue uova!!!
sta carbonara aumenta l’austima ed è un inno alla vita….
perfetto Lello! Così si fa la Carbonara!
Due cose non mi tornano:
1°) come tutti sanno la vera carbonara è cilentana (il nome proviene infatti dai carbonari dell’epoca del risorgimento che già nel 1828 ne facevano scorpacciate, famose quelle cucinate dai fratelli Capozzoli, poi fucilati a Palinuro perchè scoperti ad usare uova di Parisi invece di Maffi) e qui, come al solito, gli irpini si vogliono attribuire ricette altrui… :-))
2°) nella prima foto la brava Flavia (cioè quella che lavora in famiglia…) sta scolando bucatini mentre nelle foto successive compaiono spaghettoni: com’è la storia ? :-)) chiamiamo Striscialamestizia ?
Ahaaaaaaaaa…ancora con questa storia? Non vi è bastato quanto vi ho dileggiato con la “pezzogna in carrozza” ? Repetita juvant : “gli artisti sono solo quelli che hanno la capacità di saper vedere ciò che gli altri non vedono”… per voi sono bucatini? Per me sono
spaghettoni, va bene? ;-)))))))))))))))
https://www.lucianopignataro.it/a/la-pezzogna-in-carrozza/17070/
Grande leo, mi era scappato il particolare del cambio di pasta. Tornatore ormai e’andato….. E comunque , se la carbonare e’ cilentava, malgi dov’è finito?
Se la Carbonara è Irpina perchè c’è un paese che si chiamava Carbonara, la genovese è di Genova, ma mi faccia il piacere………
http://www.gvci.org/index.php?option=com_content&view=article&id=606&Itemid=824
giusto! sono d’accordo con Scuteri. E visto che sei sempre attento alle stagioni potresti proporre la bagna càuda tipica delle vendemmie irpine. I cardi gobbi ce li hai sicuramente in Tenuta. O no? ;-)
Incredibile!!! Un’irpina che non si schiera con gli irpini :-D
Virgì, da ora in poi quando scendi , vuol dire che a Baiano dovrai fare dogana…;-))))))))))))))))))))))
e no caro conterraneo! sono i lettori romani del blog amici miei che dopo le tue ricette vogliono farmi pagare la tassa di soggiorno a Roma! ;-)
E se Lello continua così per ritorsione ti sarà consegnato un bel foglio di via :-D
Oggi su repubblica due paginone di Licia GRanello sul Cilento: malgi 2- Tornatore 0
…aspetta a parlare…leggi il Washinton Post di domani…;-))
io leggo, ma preferisco magnare in primis !!!
sto piatto filologico me lo devo preparare qui a Firenze che c’ho anche l’ovo fresco o m’inviti a Forino ?
:-D
Sabbì, ma che fai sfotti??? Sei stato in irpinia almeno 5 volte da quando ti ho “ufficialmente” invitato e non mi hai degnato nemmeno di una telefonata…:-((
quante cose mi sono perso nella vita…
scusate quanta farina nell’acqua . Un mezzo cucchiaio? grazie
Qualcosina in più…facciamo uno? ;-))