La posta di Luciano /3. Boicottare il Prosecco al Sud? L’idea di Pino Aprile serve solo a far discutere
Signor Pignataro
lei ha sempre portato avanti il Sud e i suoi prodotti. Perché tace sulla proposta di Pino Aprile di boicottare il Prosecco?
Giuseppe De Simone
L’idea di boicottare un prodotto per protestare e portare avanti un progetto politico non è certo nuova nella storia. Nel mondo mediatico moderno poi ha l’immediato effetto, come è stato, di far discutere e portare alla ribalta il tema dell’antimeridionalismo della Lega Nord di Salvini e la voglia di secessione in alcuni ambienti che non considerano, appunto, che il Sud è il loro principale mercato di sbocco delle proprie merci.
Secondo me è inanzitutto sbagliato colpire una categoria intera che certamente non la pensa in questo modo, come quando si bloccano le strade per protesta e si colpiscono sono le persone che devono andare al lavoro (perché si fa di mattina, mica la sera quando la gente esce per cocktail).
Ma quello che è soprattutto un errore è rispondere con una chiusura a una chiusura. Il confronto delle idee deve essere aperto (per questo Pino Aprile aprirà Lsdm 2019) e accettare di boicottare un prodotto del Nord significa alla fine essere subalterni proprio a quelli che si vogliono combattere. Senza pensare poi alle conseguenze che un gesto del genere avrebbe per l’export delle nostre eccellenze gastronomiche in quelle regioni. Sappiamo che a chiusure si risponde con chiusure.
Insomma, le idee si combattono con le idee, la conservazione con l’apertura, l’Occidente individualista ha vinto per secoli l’eterno confronto con l’Oriente proprio grazie al fatto di essere una società sempre più aperta. Uno dei dieci candidati democratici per le primarie è figlio di un immigrato.
Noi dobbiamo essere favorevoli alla libera circolazione delle merci e degli uomini perché questo non è il futuro, ma il presente in un mondo sempre più piccolo.
Il Prosecco è una eccellenza italiana, noi siamo italiani e ne dobbiamo essere solo orgogliosi.
La storia dell’Unità d’Italia va riscritta? Il Sud è penalizzato dalle politiche degli ultimi anni? Le guide gastronomiche privilegiano il Nord? Tutto vero, ma per andare avanti è necessario rimboccarsi le maniche, fare meglio e soprattutto smettiamo di votare gente incapace che non tutela i propri territori come invece ha ben fatto Zaia con l’agricoltura veneta. Vogliamo parlare della Campania che non ha un assessore al ramo da quasi un decennio?
Senta a me: scurdammoce ‘o passato
Altrimenti saremmo inghiottiti in un vortice di ripicche. E nessuno ne uscirà vincitore
La posta di Luciano /1
La posta di Luciano /2
3 Commenti
I commenti sono chiusi.
Per motivi personali sono venti anni che vado a Padova. In tutti i ristoranti ed enoteche comprese mai trovato un vino Campano.Prosit.
Anche io, molto modestamente, ritengo che sia un errore pubblicizzare il boicottaggio. Sono d’avviso, però, che dovremmo adottarlo nei nostri acquisti e quando andiamo al ristorante privilegiando i nostri vini. Molti non hanno nulla da invidiare ai vini stranieri (dal Garigliano in sù). La Delegazione di Napoli dell’Accademia Italiana della Cucina, che ha lo scopo di tutelare le tradizioni della cucina italiana, in occasione delle periodiche riunioni conviviali PRETENDE sempre vini campani per accompagnare la degustazione dei piatti tradizionali regionali.
Queste uscite sono solamente provocazioni che lasciano il tempo che trovano.
Credo invece che tutti debbano fare sistema in maniera compatta promuovendo i prodotti regionali con più convinzione ad esempio in Emilia Romagna proporre un Pignoletto spumante o in Campania un Asprinio spumante facendolo conoscere a chi non lo ha mai provato.
Purtroppo poi ci si imbatte in molte pizzerie campane al nord che in carta mettono un banale Chianti anziché un Gragnano o un Lettere…