Camillo Langone| La pizza tossica e il terrorismo indigesto della Gabanelli


Milena Gabanelli e la pizza agli idrocarburi

Oggi in prima del Giornale è apparso questo articolo di Camillo Langone che volentieri rilanciamo con il consenso dell’autore.

di Camillo Langone

I terroristi dell’igienismo naturalmente vogliono il nostro bene. E intanto ci rubano il profumo della pizza e il sapore della vita

Che angoscia, Milena Gabanelli. La guardo e mi passa l’appetito. Guardo l’ultima puntata di Report e mi passa la voglia di mangiare la pizza, reazione che moltiplicata per tre milioni, tanti sono gli spettatori del programma, significa un brutto pugno nello stomaco a uno dei pochi settori vitali del nostro commercio.

Chi ne ha tratto giovamento?

Non certo i ristoranti stellati, essendo pochissimi coloro che possono permettersi di sostituire la margherita col foie gras, ma i kebabbari e i cinesi, tipologie di locali coi quali gli inchiestisti televisivi – per paura di sembrare razzisti – vanno con la mano molto meno pesante.

Che poi cos’ha scoperto di così tremendo la Gabanelli anti-aperitiva? A mente fredda, poco più che l’acqua calda. Ha scoperto che a Napoli spesso l’igiene lascia a desiderare, che alcune pizze sono cotte troppo e altre troppo poco, fino alla grande rivelazione che la legna bruciata fa fumo.

A questo punto temo puntate allarmistiche anche sullo speck e sulla scamorza, per dire due prodotti gustosi che sono tali proprio perché affumicati…

Ma il problema vero è che sotto la crosticina della gastronoma trovi l’illiberale di sempre: Report considera gli italiani dei minorati sensoriali, persone prive di vista e di gusto incapaci di riconoscere bordi bruciati, impasti indigesti, pizzaioli sporcaccioni.

L’illustre conduttrice sa ragionare solo in termini di controlli e di certificazioni, ossia lacci e lacciuoli per le imprese e costi aggiuntivi per i clienti. Eppure ci sarebbe una cosa chiamata libero mercato, grazie al quale nelle principali città stanno liberamente nascendo pizzerie di nuova generazione, locali gourmet dove la pizza è più costosa ma anche più curata e salutare.

Purtroppo alla Gabanelli la libertà fa schifo: da anni, con la scusa dell’evasione, si batte per proibire il contante; da ieri, con la scusa della salute, mira a proibire i forni a legna e quelli (che orrore! che scoop!) alimentati a gusci di noci.

I terroristi dell’igienismo naturalmente vogliono il nostro bene, e intanto ci rubano il profumo della pizza e il sapore della vita.

 

9 Commenti

  1. Classico commento di un dipendente del delinquente, condannato,,dove l’illegalità è norma e consuetudine e l’etica comportamentale ,non ha mai bussato alla sua porta.Si parla della pizza ,concludendo con il solito inno all’evasione e all’elusione.Da prendere a bastonate tra i denti e calci nel deretano.

  2. “Ha scoperto che a Napoli l’igiene lascia spesso a desiderare…”. Ma vi rendete conto di che roba “volentieri rilanciate”? Guardate che è sempre Sputtanapoli, magari nella versione di destra (dunque ostile a quella di sinistra di Gabanelli)

  3. Quest’articolo è troppo di parte e clientelare o approfondendo suddito chi lo scrive. Non è da rilanciare.

  4. ho capito tutto. E’ MIGLIORE LA PIZZA CHE VENDONO, SURGELATA, AI SUPERMERCATI. Forse questo è lo scopo del prora REPORT: FAR MANGIARE A TUTTI LA PIZZA CONGELATA DEI SUPERMERCATI.

  5. IL BUON cAMILLO NON CREDO CHE CI SIA MA CI FA’ . Fà intendere che si sia parlato contro la pizza invece che delle pizzerie e pizzettari scorretti e a dir poco “pasticcioni” .
    insomma “LA BUTTA IN CACIARA “

  6. Non ho mai mangiato una pizza cotta con l’olio di sansa, ma chi ne prepara una, minimo, merita l’ergastolo!… Gli Italiani?… superano i cinesi di anni luce!

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