La pizza napoletana è la vera star del 2.0
di Monica Piscitelli
Una giornata di studio e confronto. Ha festeggiato così, con il progetto di portare la pizza napoletana sempre più in alto, Verace Pizza Napoletana. Con i suoi 30 anni di attività al servizio della pizza e la guida dell’inossidabile di Antonio Pace, decano tra i decani, l’Associazione affronta il futuro con una seria analisi del passato e del futuro.
Condivisibile nei termini in cui le sfide che già stanno investendo la pizza richiedono nuovi strumenti e, si è detto, apertura.
Napoli guiderà il cambiamento in corso, fedele alla sua storia e la sua tradizione.
La comunicazione è stata al centro della riunione svoltasi all’Hotel Napoli T’amo di Via Toledo. Giornalisti e blogger, tra cui io, sono stati interpellati su due temi: a che punto è la pizza napoletana e quale è il valore della comunicazione, quale quello della innovazione.
E’ emerso che ancora troppo poco è percepita l’identità della pizza napoletana. Iniziative unitarie, devono e possono essere condotte, per imporre questo prodotto. Non diversamente da altri.
Il pizzaiolo di domani gestisce, con un occhio teso ai media, il suo lavoro. Con maggiore attenzione al decoro dei locali e di se stesso ed impossessandosi degli strumenti necessari a condividere con altri addetti al settore la propria arte.
Dal mio canto ho sostenuto la necessità di un’apertura sovrana alla innovazione, di fare di Napoli una autentica capitale della pizza, una capitale culturale che abbia un ruolo importante nella promozione degli ingredienti dei territori campani, con una maggiore attenzione agli aspetti qualitativi e salutistici. Ben venga, ho detto, un museo della pizza e una scuola di formazione, un polo mondiale, che proponga percorsi formativi anche di livello master . Un solo must: mettere Napoli al centro del dibattito e della formazione. Su i temi affrontati dalla convention si aprirà poi un ulteriore riflessione interna, grazie al questionario consegnato ai presenti e realizzato con il contributo del mio blog campaniachevai.it.
Molte le attività e le iniziative lanciate per il 2013 dal direttore dell’AVPN Stefano Auricchio, tra cui la partecipazione ad eventi in tutto il mondo.
La Pizza Napoletana raggiungerà Las Vegas a marzo, il Giappone e il Canada a maggio, Taiwan a giugno, il Brasile a luglio, il Regno Unito e la Germania ad agosto, l’Australia a settembre. Una ricerca scientifica, affidata al Prof. Vincenzo Fogliano della Facoltà di Agraria dell’Università Federico II di Napoli, sarà dedicata ad approfondire il tema digeribilità degli impasti realizzati con diversi tipi di farine. Chiar il suo intervento: “Quando si dice che sembra che la pizza lieviti ancora nello stomaco, si dice una sciocchezza perché dopo la cottura, i lieviti sono completamente morti”. Un fenomeno del genere – ha detto – potrebbe essere imputabile ad altre cause: la cattiva cottura o la presenza di troppo sale, uno dei ricorrenti problemi di tutte le pizze in circolazione. Se non di tutte le pietanze.
Il programma dell’Associazione prevede la realizzazione di un libro sulla pizza, dal titolo Farina, acqua, lievito, sale, passione, scritto dall’AVPN ed edito da Malvarosa. Al volume sarà allegata un’antologia di antiche canzoni napoletane che hanno come tema la pizza curata da Tommaso Esposito.
Annunciate anche le nuove iniziative dedicate al Club degli Amici della Pizza. Nei prossimi dodici mesi saranno organizzati svariati eventi in collaborazione con Associazione Italiana Sommelier, Slow Food, Gambero Rosso, Spaghetti Italiani e i Consorzi di Mozzarella di Bufala Campana DOP e del San Marzano, oltre che con gli altri partner dell’Associazione.
La giornata di lavori è stata seguita anche via Skype dagli affiliati e delegati presenti in Giappone, Stati Uniti, Brasile e Australia.
Il pomeriggio di confronto con i tanti pizzaioli ed operatori intervenuti, si è concluso con la premiazione dei decani della pizza. I fondatori della Associazione, molti dei quali anziani. A consegnare le targhe il presidente Pace, i vice presidente Lello Surace e Massimo Di Porzio, il direttore Stefano Auricchio.
Per la lunga e gloriosa carriera sono stati premiati Lello Surace (Mattozzi Piazza Carità), Vincenzo Capasso (Capasso a Porta San Gennaro), Salvatore Grasso (Gorizia), Giuseppe Leone (Trianon), Piccolo Addis Abeba (Marino), Enrico Vuolo (Pizzeria Vuolo), Luigi Condurro (Da Michele).
Un commento
I commenti sono chiusi.
Consacrare la pizza come eccellenza pura e sacrosanta a Napoli e’ fondamentale. Inoltre bisogna assolutamente attribuire una carta di identità, legando il prodotto a dei parametri ed elementi indissolubili per definirla “PIZZA NAPOLETANA”.
Grazie