La Matta 2012 Fiano spumante integrale Casebianche
Uva: fiano
Fascia di prezzo: nd
Fermentazione e maturazione: bottiglia
La Matta resta Matta anche dopo cinque anni.
Esce dalla bottiglia incontenibile come i vini contadini di un tempo.
La beviamo golosi nel primo bicchiere che capita, senza tante storie. La Matta è buona, sa di agrume, dopo cinque anni è sempre fresca, pimpante, arzilla.
Svivola sul pollo, sgrassa i taralli, diverte sui frutti di mare e quando arriva un Sospiro pure ci sta bene.
Un vino spensierato, scanzonato, che non cambia tono con il passare degli anni, perché chi nasce Matta resta Matta.
Scheda del 17 gennaio 2012. E’ passato ancora del tempo, l’estate è scapolata e la Matta 2012 è sempre più in forma e io la amo sempre di più. Piena, ricca, sembra di addentare una bella pera estiva matura. Che bontà. Il palato si rinfresca e vi devo dire che dove la trovo la prendo. La Matta, uno dei migliori vini pensati in Campania negli ultimi dieci anni. La semplicità e la forza del territorio cilentano che reala grande frutta su cui poter lavorare.
Betty e Pasquale, a quando i Jeroboam?
Scheda del 16 maggio 2015. Una delle cose più divertenti del vino è la possbilità di cambiare opinione. Succede soprattutto con quelli artigianali che non finiscono mai di sorprenderti e di spiazzarti. Amo La Matta di Betty e Pasquale e ho sempre pensato che sarebbe bello farsi la doccia con questo vino citrico e saporito.
Ma non avrei mai immaginato che a distanza di quasi tre anni avrei avuto la possibilità di berlo e di trovarlo fragrante, leggermente maturato, sempre comunque fresco e vivace.
Adesso non vi voglio appallare con la mia solita tesi di conservare i vini. No, La Matta è troppo buona quando riusciamo a stapparla subito. Però, sela dimenticae, ecco, potete aprirla tranquillamente e vi divertirete ugualmente.
Scheda del 22 luglio 2013. Ci sono molti modi di fare bollicine, quello scelto da Betty e Pasquale con l’enologo Fortunato Sebastiano ci piace davvero molto. Un ritorno all’antica della festa contadina, quando il vino rifermentava creando l’effetto svuota bottiglia quando si tirava via il tappo di plastica, una sorta di eiaculazione precoce enoica che non dava il tempo di bere perché era finito tutto sul tavolo, nella migliore delle ipotesi.
Giorni di festa, con La Matta 2012, un fiano spumante con il mosto usato come liqueur de tirage, tappo a corona come una birra, prezzo più che abbordabile. E una domanda che lo spinge senza limiti, come avvenne per il Selim di De Conciliis, ormai ben oltre le 50mila bottiglie.
Qui i numeri della produzione artigiana sono più contenuti, ma da un anno all’altro si è passati da 2.500 a 7.000 bottiglie, in pratica già vendute. Ma qual è il segreto di questa bottiglia prodotta a Torchiara, piccolo paese cilentano vicino Paestum indeciso tra agricoltura e cementificazione? La semplicità: in quella bottiglia, semplice, ben disegnata, essenziale, fresca e dissetante in bocca, c’è un approccio valido per tutti, anche per chi non beve.
Un vino che sfrutta l’energia del Fiano cilentano raccolto prima per avere frutta acida prima ancora che matura, per innaffiare tutto, la gioia di vivere il sushi, le scampagnate con gli amici e una cenetta intima prima di passare ad altro. Un vino sexy, insomma.
Come lo sono tutte le bollicine, l’unico segmento che in Campania vola sull’onda di una richiesta inesauribile, siamo oltre il milione, di cui un quarto circa spumantizzato fuori regione.
Tante espressioni di una regione individualista e vitalistica. La Matta va, insomma, idea di spiriti liberi lontano dalle ossessioni che riducono il vino a una seduta autoptica per organi dell’ultima puntata di Csi.
Lo berremo sul mitico spaghetto con le alici di Rinaldo Merola, alias Angiolina a Pisciotta.
Sede a Torchiara. Via Case Bianche, 8 Tel. 0974.843244 www.casebianche.eu Ettari: 5,5 di proprietà Bottiglie: 30.000 Prezzo in enoteca 13 euro circa Enologo: Fortunato Sebastiano.
8 Commenti
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da provare!
molto ben fatto il loro aglianico
Ho creduto da sempre nei vini di “Casebianche”, da quando un giorno ebbi modo di assaggiare delle buonissime “pizzelle fritte” preparate da Betty (la moglie di Pasquale) che furono inondate di pomodori corbarini portati da Marco Contursi nella nostra prima visita alla loro cantina.
Da allora nel mio wine & food, Vincanto a Pompei, non può mancare il loro Aglianico “Cupersito” e da qualche settimana anche “La Matta”, che forse farà storcere il naso ai puristi, ma ritengo che ogni vino, più che a un piatto, debba essere abbinato a un’occasione :)
E con questo vino è sempre l’occasione di fare festa, per bere qualcosa di fresco e non impegnativo, ma…che possa raccontare una storia!
Avanti così!
Non ha rivali bevuto in barca,mangiando alici fritte….godo!!!
In una regione che, come anche di recente rimarcato, si sta affermando sempre più in campo spumantistico, la scelta di “Casebianche” di optare per una bollicina “sur lie” (o, per dirla secondo i puristi del metodo, “col fondo”) è stata sì spiazzante e controcorrente, ma il successo è giunto rapidissimo.
Lo stesso si può dire per l’unico altro spumante meridionale prodotto secondo tale impostazione, ovvero il “Brut Contadino” di Ciro Picariello, anch’esso ricercatissimo.
E non mi sembra casuale che entrambi i vini provengono da uve Fiano, ad ulteriore dimostrazione, se ce ne fosse ancora bisogno, dell’eccellenza di questo vitigno e della sua ecletticità.
Un’osservazione che deriva dai tanti colloqui avuti con produttori storici di spumanti “col fondo”: la velatura (o, se si vuole, torbidezza) del vino ne rappresenta la caratteristica fondamentale, per cui non necessita assolutamente di decantazione: i lieviti esausti che costituiscono il “fondo” fanno parte della piacevolissima sorpresa gustativa che avrete all’assaggio.
Sono profondamente legato a questo spumante integrale, perchè la scena descritta nell’articolo è una fotografia del passato. Mio padre, lo faceva così…
Concordo pienamente, vino sexy, anche perché “naturalmente” attraente: più ne bevi e più ne vuoi. Finora provato con frutti di mare crudi, fiori di zucca in pastella croccante, gamberi rossi leggermente marinati con limone, tartare di tonno e mango: perfetto!
Sempre più gradito, amiamo questo spumante integrale e anche le persone che l’hanno conosciuto al nostro locale si sono appassionate.
Un abbraccio a Pasquale.
PS concordiamo anche con l’abbinamento del piatto e del ristorante, che resta tra i migliori in cui abbiamo mangiato.
maria e enzo
Provato per la prima volta al ristorante “La Caravella” di Amalfi, è un vino che bevo molto spesso, in quanto lo trovo veramente buono. Da consigliare certamente. Poi i vini naturali/biodinamici hanno veramente una marcia in più.
Ad majora