La Devozione a New York, con lo spaghetto al pomodoro a 37 dollari Giuseppe Di Martino spacca al Chelsea Market
La Devozione a New York
428 W 16th St
Sempre aperto dalle 12 alle 20
Tel.(646) 720-0215
Una cosa credo di averla capita alla fine: il vero imprenditore è quello che ha una visione umanistica, globale, del proprio lavoro. Vale per tutti i mestieri, ovviamente, ma se non hai visione non puoi essere creativo e progettare qualcosa di assolutamente nuovo e impensabile: come mettere un piatto di spaghetti al pomodoro a 37 dollari a chiusura di un menu fine dining.
Come per i nativi digitali il cellulare è qualcosa di naturale, banale forse, per noi superanta è ancora una emozione poter parlare ovunque senza fili, mandare foto, e tanto altro. Uno spaghetto al pomodoro sembra banale, ma non lo è: dietro ci sono tre secoli di storia di pastificazione e cultura della pasta, secoli di miglioramente genetico del grano dutro, la cultura del pomodoro, la selezione dei sei, il suo allungamento nelle campagne floride irrorate dal Vesuvio. La civiltà di una grande città che lo ha adottato e lo ha fatto diventare simbolo dell’Italia nel mondo. Perchè mai dovrebbe costare poco al Chelsea Market di New York?
Giuseppe Di Martino è visceralmente legato a questa città di matti che, davvero, non dorme mai e dove tutti corrono dalla mattina alla sera combattendo la battaglia della vita senza rete. Se hai idee vai, altrimenti devi farti da parte.
Se avere una visione è la prima chiave del successo, la seconda è l’umiltà. Mai pensare di insegnare qualcosa a qualcuno e mai avere il complesso di superiorità come capita spesso a noi italiani con la cucina, e a noi terroni ancora di più, solo perchè abbiamo il culto del cibo. Il mercato va capito e per vendere, come per conquistare, devi sempre stare un profilo sotto il tuo interlocutore. Giuseppe Di Martino non poteva fare la solita trattoria “moooltopittttoresco”, ma presentare questo prodotto, la pasta, in un posto figo, bello, desiderabile. Dove sei appagato se vuoi mangiare, ma hai tanta voglia di sederti nello spettacolo tavolo ovale e fare la degustazione serale a 160 dollari più abbinamento ad una grande carta di vini campani, italiani e francesi e si sbicchierano, fianco a fianco, Picariello e Leflaive. E poi, ovviamente, superbancone con i cockatil, ormai arrivato anche in Italia, gestito da Christian Rodriguez ex Nomad, il design di Dolce&Gabbana, lo shop, i tavoli dove puoi fare il menu corto o prendere anche un piatto.
Infine il tema gastronomico: hai l’antologia dei piatti che fanno tanto Italia, dalla carbonara alla cacio e pepe, dal ragù napoletano alla genovese, dallo spaghetto con le vongole (ma che buone quelle del Maine, meglio delle insapori italiane uccise dalla burocrazia europea che ci salva dalle infezioni ma ci uccide il gusto) a tanto altro. Sono in ballo almeno venti formati di pasta. Ma in un posto del genere devi spingere anche, dare il comfort tipico del maccherone, ma anche sollecitare nuovi orizzonti, nuove combinazioni e andare incontro al gusto americano, per esempio con una palla di pasta fritta in puro stile Mac ande Cheese.
Insomma appena entri e ti lasci alle spalle il resto del Chelsea Market entri in un altro mondo, un salto estetico assoluto, sei in Italia e non in una corsia, sei un cliente e non un numero. Puoi prendere al volo la Devozione o una fritatta di pasta da asporto, sederti ai tavoli per il lunch o, infine, sederti al tavolo ovale e sentirti uno dei dei dell’Olimpo, gastronomico si intende.
Cosa si mangia alla Devozione di New York
La Devozione, il menu del tavolo ovale a 160 dollari
CONCLUSIONI
La Devozione al Chelea Market è un modo per sentirsi a casa e al tempo stesso adeguati ad una città come New York. La valorizzazione della pasta conserva il lato goloso, il piacere di mangiare, ma al tempo stesso è una esperienza unica e raffinata. Merita senz’altro una visita se siete a New York per il format assolutamente innovativo, la qualità dei prodotti, il livello del servizio coordinato da Max Tierno, ex Eleven Madison Park. Se vivete a New York potete essere orgogliosi di come mai l’Italia si è presentata in maniera così elegante partendo da un cibo popolare. E’ il sogno americano di Giuseppe Di Martino: una scommessa importante, ma dopo la quale non si torna più indietro. E’ finita l’era della presunta superiorità e inizia quella di uno stile alimentare comunicato in modo moderno e con intelligenza.
Dello straordinario Cirò di Librandi parleremo a parte.
La Devozione di Giuseppe Di Martino a New York
Un commento
I commenti sono chiusi.
Per sfondare nella grande mela ci vogliono spalle forti e cervello.La specificità dell’imprenditore in questione è di aver messo a sistema le peculiarità italiane di moda design e”gusto”.Il tavolo a quadretti andrà forse ancora bene al Village ma il business pretende il lusso e De Martino lo ha capito e sopratutto sa comunicarlo FM