L’amarone e i vini de La Collina Dei Ciliegi a Grezzana
di Marina Betto
I grandi vini nascono da un’idea, da un progetto, da una passione. Il Peratara ha nel suo corredo tutte queste componenti che lo candidano a diventare un ottimo vino in grado di sfidare il tempo, capace di raccontare una regione vitivinicola come la Valpolicella dove la famiglia Gianolli ha coltivato un sogno imprenditoriale, dove le vigne di proprietà sono situate. Massimo Gianolli biellese-milanese, è un imprenditore della finanza che ha fondato nel 2010 in Valpantena (sottozona della Doc Valpolicella) l’azienda vitivinicola La Collina dei Ciliegi ma è grazie a suo padre Armando Gianolli, che sulle colline di Erbin ha trascorso un’infanzia felice, che il legame con questa terra, patria di grandi vini a partire dall’Amarone, si consolida e struttura già dagli anni 60-70. Il legame affettivo, passionale con questo mondo rurale a forte vocazione agricola oggi si quantifica in 58 ettari di proprietà, di cui 33 a vigneto in conversione biologica, 11 etichette suddivise in 3 collezioni e una sfilza di riconoscimenti nazionali e internazionali e dal 2018 un’offerta enoturistica green&luxury rappresentata dall’eco resort Ca’ del Moro Wine Retreat, ispirato alla natura e al vino che si inserisce in un progetto di valorizzazione delle colline della Valpantena, un concept nato dal recupero di vecchie stalle e dal fienile del Borgo di Erbin che ha già ricevuto il premio “ Stanze Italiane” 2020 del Touring Club.
A Ca’ del Moro, già tappa gourmet dove si valorizzano le migliori produzioni locali, si può fare un’esperienza immersiva tra degustazioni da barrique, corsi di cucina, horse experience, e-bike experience e per gli amanti della natura e del glamping c’è un wine lodge da cui si gode la vista sui vigneti e le morbide colline che affacciano su Verona. Oltre all’attività turistica c’è la vendita di Amarone en primeur una vera e propria forma di investimento liquido e il progetto del Super Valpantena, i nuovi vini extra doc a bacca rossa e bianca sul mercato dal 2023. Cullare il sogno di fare il vino più buono al mondo è certo ambizioso, ma le sfide, la capacità di progettare e soprattutto il fattore tempo che si traduce in pazienza sono parte integrante della personalità di Massimo Gianolli che circondatosi di esperti come gli agronomi e geologi francesi Lydia e Claude Bourguignon e Christian Roger vicepresidente della cantina veronese, l’enologo Paolo Posenato, nel 2010 espianta 3000 alberi di ciliegio sulle sue colline ed inizia la conversione in vigna.
La scelta dei vitigni è stata complessa ed orientata certamente tra quelli autoctoni trovandosi la Valpantena a 700 m s.l.m. dove i terreni di origine alluvionale sono ricchi di scheletro. Trovandosi sia nella Doc Valpolicella e Valpantena è nata l’idea del Super Valpantena, un progetto ancora in fase preparatoria che si rifà alla Toscana e ai vini Super-Tuscan possibile solo creando un vino IGT uscendo dalle regole del disciplinare, ma di questo nuovo vino della Collina dei Ciliegi si parlerà quando verrà presentato sul mercato ma ciò già testimonia il continuo fluire di idee che anima quest’azienda. Gli investimenti finalizzati al miglioramento sono continui come l’acquisto di attrezzature agricole tecnologicamente avanzate come il Bakus Vitibot, un robot elettrico per la gestione della vigna con modalità totalmente sostenibile.
La Collina dei Ciliegi attraverso Generalfinance si fa carico anche di un mecenatismo virtuoso aderendo al progetto “Adotta una statua” della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, sostenendo il restauro di alcune statue del Duomo di Milano e in particolare il Gigante numero 29 grazie alla vendita del “Vino rosso del Duomo” e lo “Spumante Brut Duomo di Milano” un rosso Igt Verona e uno Spumante Brut, 18mila bottiglie andate sold-out in tre mesi e che vedranno una riedizione visto l’enorme successo ottenuto, apportando al progetto di restauro quasi 95mila euro.
Peratara Valpolicella Superiore Doc 2019 è il nuovo Valpolicella firmato La Collina dei Ciliegi presentato appena adesso sul mercato in una tiratura limitata di poco più di 9mila bottiglie.
Il nome del vino è quello del vigneto che in dialetto veneto significa “pietraia”, un terreno a 550-570m slm marneo-calcareo. Le uve selezionate di Corvina, Corvinone e Rondinella vengono vinificate in acciaio, 2 anni di affinamento in botte grande, tonneaux, barrique e anfora e un ulteriore anno di bottiglia. Caratterizzato da un colore trasparente rubino e profumo intenso e complesso, fresco, fruttato con sentori di lampone, chinotto, cardamomo e rosa rossa e con echi di spezie. La bocca è gentile, fresca, percorsa da una sottile e lunga vena sapida, tannino levigato ed integrato. Un vino snello e beverino non privo di suadenza e struttura che si condensa in eleganza.
Tra i tanti vini prodotti da questa azienda merita certamente una menzione l’Amarone della Valpolicella Docg Ciliegio assaggiato in una verticale di 4 annate dalla 2018 alla 2015. Tutti e 4 i vini di grande pulizia e nitore olfattivo con un filo conduttore unico, fatto di pienezza del sorso e agilità insieme, che se si discosta lievemente lo si deve all’annata. La 2016 spicca sulle altre annate con un respiro più dolce e floreale nel bicchiere, molta freschezza che non diminuisce il volume del vino che è elegante e morbido.
www.cadelmoro.wine