La colatura di Alici di Cetara e dintorni
Sui broccoli e sulla patata lessa, con il classico spaghetto. La colatura di alici, una tradizione di cui quasi ci si vergognava perché la salsetta di pesce era utilizzata nelle case dei pescatori quando, alla vigilia di Natale, mancavano anche i soldi per comprare due vongole veraci. Sapida, speziata, la colatura conveniva e conviene anche perché vuole poco olio. Oggi invece, proprio come l’aceto balsamico di Modena o di Reggio Emilia, è l’ultimo grido dello show business enogastronomico, ricercata dai gourmet, dalle tv, soprattutto dai giapponesi che vanno e vengono nel paese del tonno, introdotta nei menù dei ristoranti stellati della Michelin come la Caravella di Amalfi (Veronelli ha dato il suo «sole» al piatto di linguine con la colatura e il Principe di Pompei. Il bello è che la grande industria non se ne potrà mai appropriare, la tipicità è troppo marcata per essere riproducibile e quand’anche lo fosse non toglierebbe un punto di percentuale di mercato a quella prodotta qui, proprio come è accaduto per il limoncello, la mozzarella di bufala e a tutti i prodotti-cru campani. Per trovarla bisogna venire a Cetara e basta. Da Napoli si imbocca l’autostrada per Salerno, si esce a Vietri sul Mare, si prova a parcheggiare per fare un po’ di shopping tra le decine di negozi di ceramica dove l’affare, rispetto agli stratosferici prezzi del vietrese raggiunti a Roma e a Milano, è ancora assicurato. Poi si prosegue per sei chilometri e si arriva a Cetara, l’antico punto di confine della Repubblica Amalfitana occupato dai saraceni per le loro escursioni. Dunque la colatura, e tanti tanti prodotti sfiziosi li trovate sul corso Umberto dove potete chiedere anche di assistere alla lavorazione. Per difenderla sono nate ben due associazioni: Gli amici delle alici presieduta da Secondo Squizzato e la Congrega del pesce azzurro a cui aderiscono i ristoranti cetaresi: San Pietro, Acqua Pazza (tel. 089.261606), al Convento (089.261039), la Cianciola (089.261828), Il Torchio dell’Hotel Cetus (089.855060). Grazie al tonno e alle alici Cetara in pochi anni si è trasformata: da rumorosa periferia del capoluogo a borgo del gusto e della biodiversità in costante crescita. Volete ancora andare avanti? Ne vale la pena. Ancora dieci chilometri di panorama gotico mozzafiato e a Minori proverete i famosi dolci di De Riso (tel. 089.853618) amati da Ranieri di Monaco e, vicino, nella stessa tipica piazzetta sorvegliata dalla chiesa di Santa Trofimena, l’enoteca Sirah (089.853895), che non è solo il nome di un vitigno, ma l’acronimo di Simona e Raffaella, due ragazze che vi selezionano i vini del territorio e della Campania accompagnandole con ricercate sfizioserie della Costiera.