La Campania del vino su Slow Wine: analisi e premi


Slowine 2016

L’Irpinia con grandi interpreti e straordinarie eccellenze, il Sannio con una filiera sempre più compatta, organizzata e incisiva, le altre province con bravi solisti. Nello specifico, il Salernitano registra una caratterizzazione sempre più interessante nella Costa d’Amalfi, altra zona di assoluto livello, e nel Cilento; Napoli si difende grazie alla viticoltura flegrea e vesuviana; Caserta si affida ad alcuni produttori senza però riuscire a esprimere compiutamente le potenzialità del territorio.

Questa, in sintesi, è la fotografia del vino campano, una regione che ha sofferto la difficile annata 2014 sia per il calo produttivo (-28% a 1,18 milioni di ettolitri), sia per il risultato finale della vendemmia, decisamente più favorevole nelle zone calde come Cilento, Vesuvio e Campi Flegrei.

Gli assaggi di questa edizione evidenziano una straordinaria crescita del Fiano di Avellino, dovuta anche al coraggio e alla lungimiranza commerciale di una decina di cantine di allungare i tempi di uscita. Il nostro auspicio è che finalmente il disciplinare preveda la “Riserva” per valorizzare al meglio un’eccellenza italiana. Molto bene anche il Greco di Tufo, il Falanghina del Sannio e dei Campi Flegrei e il Coda di Volpe: ormai quasi la metà della produzione campana è concentrata sui bianchi: 558.000 ettolitri contro i 625.000 di rosso.

Una tendenza positiva confermata anche dai prezzi delle uve, decisamente più alti rispetto a quelli di aglianico e piedirosso. La spiegazione di questo fenomeno non risiede nella scarsa qualità dei vini, anzi, Taurasi e Aglianico del Taburno, Casavecchia e Piedirosso si esprimono a livelli molto alti. La difficoltà è soprattutto commerciale, perché si devono misurare con competitor agguerriti in quasi tutte le altre regioni italiane, mentre nessuna zona può vantare un numero così alto, e diffusamente prodotto, di vitigni a bacca bianca.

I punti critici sono l’assenza di una qualsiasi strategia istituzionale e la cronica incapacità dei produttori di associarsi e investire in comunicazione, a eccezione del Sannio. Questo spiega l’affanno sui mercati e, ancora, la ridotta quota di export. I punti di forza restano la biodiversità, lo stile produttivo incentrato sulla freschezza e la sapidità, l’unicità e il fascino di una regione dai mille volti. Il segnale positivo, non empirico, è il costante aumento della percentuale di vino Doc e Igt, che quest’anno ha raggiunto il più alto picco di sempre.

 

VINO SLOW

Campi Taurasini Satyricon 2012, Luigi Tecce

Costa d’Amalfi Tramonti Per Eva 2013, Tenuta San Francesco

Fiano di Avellino 2014, Filadoro

Fiano di Avellino 2014, Colli di Lapio

Fiano di Avellino 2014, Tenuta Sarno 1860

Fiano di Avellino 2013, Rocca del Principe

Fiano di Avellino 2012, Guido Marsella

Fiano di Avellino Ciro 906 2012, Ciro Picariello

Fiano di Avellino Vigna della Congregazione 2013, Villa Diamante

Greco di Tufo Vigna Cicogna 2014, Benito Ferrara

Kleos 2012, Maffini

Taurasi 2010, Contrade di Taurasi

Taurasi 2007, Michele Perillo

Taurasi Macchia dei Goti 2011, Antonio Caggiano

Taurasi Sant’Eustachio 2010, Boccella

 

GRANDE VINO

Fiano di Avellino 2014, Pietracupa

Fiano di Avellino Exultet 2013, Quintodecimo

Fiano di Avellino Pietracalda 2014, Feudi di San Gregorio

Fiano di Avellino Vigna Acquaviva 2014, Montesole

Sabbie di Sopra il Bosco 2013, Nanni Copè

Taurasi Renonno 2010, Salvatore Molettieri

 

VINO QUOTIDIANO

Aglianico del Taburno 2012, Nifo Sarrapochiello

Campi Flegrei Falanghina 2014, La Sibilla

Campi Flegrei Falanghina 2013, Contrada Salandra

Campi Flegrei Piedirosso Colle Rotondella 2014, Cantine Astroni

Costa d’Amalfi Tramonti Bianco 2014, Giuseppe Apicella

Falanghina Campanelle 2014, Casa Setaro

Falanghina del Sannio Taburno 2014, Cantine Tora

Falanghina del Sannio Taburno 2014, Fontanavecchia

Falanghina del Sannio Taburno 2014, Torre del Pagus

Latikadea 2014, Sorrentino

Paestum Bianco 2014, San Giovanni

Sannio Falanghina Fois 2014, Cautiero

Sannio Falanghina Maior 2013, Antica Masseria Fosso degli Angeli

Vesuvio Bianco 2014, Villa Dora

Vesuvio Bianco Emblema 2014, Cantine Olivella

 

 

Potrete incontrare i responsabili delle aziende segnalate con un Vino Slow o un Grande Vino, e assaggiare i loro vini, durante la presentazione di Slow Wine 2016, prevista il 24 ottobre a Montecatini Terme. Per informazioni e prenotazioni sulla grande degustazione, e sulle offerte di accoglienza, prevista a Montecatini clicca qui.

Un commento

  1. Finalmente una classifica accompagnata da un’interessante analisi! Rispetto a quella di altre guide questa mi sembra più capace di rappresentare con realismo e competenza le tante sfumature che fanno ricca l’enologia campana. Il Renonno (ottimo), il Paestum di San Giovanni (una chicca golosa), il Sabbie di Sopra il Bosco (classe pura), solo per dirne alcuni, sono giustamente portati alla ribalta, così come tanti Fiano da altre classifiche ignorati. Mi colpisce solo la presenza di un Greco soltanto. Ora non resta che assaggiare quelli che non conosco ancora! A Montecatini coglierò l’occasione (non me ne voglia il mio vinaio napoletano, ma lo rivedrò solo a Natale!).

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