La Borgogna di Madame Leroy -3. La Leroy sa e Il Domaine D’Auvenay, St Romain


Il primo articolo sulla storia di Madame Leroy
Il secondo articolo sul Domaine Leroy

La Leroy s.a.
La maison de negoce che Madame Leroy condivide (come il Domaine) con i suoi partner giapponesi, è spesso criticata per il cattivo rapporto qualità prezzo del prodotti. Si tratta di prodotti mediamente validi, ma effettivamente proposti a prezzi degni di miglior causa.

Coprono praticamente ogni comune e denominazione, e sono in effetti sensibili alle diversità della materia prima di provenienza. Il fatto che commercianti e importatori siano invitati all’acquisto di questi in maniera proporzionale ai vini del Domaine rappresenta un impegno economico affannoso per questi ultimi. Resta il fatto che, anche se un po’ irritati , se sono disposti a farlo avranno i loro buoni motivi . L’impronta imprenditoriale del vecchio Henry si intravede ancora nel carattere ferreo dell’esile Lalou!

La Società, dispone anche di una collezione storica di vini del secolo scorso, praticamente unica in Borgogna. Il catalogo parte dai primi anni del 900, e propone diversi cru impeccabilmente conservati . Ho stappato bottiglie di 40/50 anni . Perfette. I flaconi vengono puliti , etichettati e capsulati all’ordinazione. Vini da anniversario , da stappare senza brutte sorprese da mal conservazione. I prezzi per i cru più umili possono comunque raggiungere i 500 euro per vini di 30-40 anni. Strepitosi, per esempio i 1978. O anche i 10.000 euro per un Nuits St.Georges 1938.
Il prezzo dell’esclusività, del lusso di appropriarsi un pezzetto di storia. Di bersi la storia.
Leroy s.a. ha sede a Auxey Duresses

Il Domaine D’Auvenay, St Romain

Diversamente dalle altre due situazioni, il piccolo Domaine, è interamente di proprietà di Madame Leroy. Qui, al contrario del Domaine Leroy rileviamo l’inversione di percentuale di vini bianchi e rossi, cosi’ come tra denominazioni di Cote de Beaune e Cote de Nuits. Sono solo due i rossi, due grand cru straordinari derivati dai terreni di Bonnes Mares e Mazis Chambertin. Una recente degustazione delle annate 1999-2000-2001 ci ha dato ancora una volta il senso della forza e della purezza che solo i grandi produttori riescono a concentrare in pochi centilitri di vino. In attesa di provare l’attesissimo millesimo 2002 , uscito da pochi mesi dal Domaine dopo otto anni di affinamento ! I bianchi, i migliori in assoluto in rapporto ai territori d’origine, provengono dai comuni classici della Cote de Beaune: Auxey, Meursault, Puligny e Chassagne. Il piccolo Domaine si trova a St. Romain, poco distante da Auxey, dove un ripido profilo roccioso inviterebbe ad un’arrampicata verticale, sport praticato da Lalou, sempre in gran forma fisica. A due passi, anche la Tonnellerie François Freres, fornitrice di legni pregiati per l’elevage dei vini del Domaine.
I vini bianchi del Domaine d’Auvenay, sono quanto di più indimenticabile si possa immaginare in tema di Chardonnay. Per texture e lunghezza, impareggiabili espressioni della loro origine, che sia da grand cru come Chevalier Montrachet o Criots Batard Montrachet. Da premier cru, come l’elegante Puligny Folatieres, o come l’incredibile Meursault Goutte d’Or derivato da due piccolissime parcelle da 0,1 ha ,una delle quali piantata con viti vecchissime. O ancora, da più “umili” denominazioni come Puligny en La Richarde o Meursault Narvaux.
Ma è ancora dalle situazioni più difficili che si vede uscire la classe e la stoffa di chi ha voluto incidere profondamente nella storia della viticultura. Anche qui, dalle appellations village di Auxey , escono vini che rivaleggiano tranquillamente con i premier cru altrui di Meursault , salvo surclassarli per la complessità confondente . Per non parlare dell’Aligotè Sous Chatelet, di una concentrazione minerale e persistenza gustativa ineguagliata.


La produzione media si colloca tra le 12.000 e 15.000 bottiglie, derivate da qualcosa meno di 4 ettari , che è la micro estensione totale delle 17 parcelle di terreno vitato.
Molto curiosa la gestione commerciale dei vini del Domaine, che può contare su una ristretta cerchia di clientela affezionata di un centinaio di privati, e di cui sono fiero di far parte. Clientela paziente nei confronti della non facile comprensione degli atteggiamenti commerciali che possono mutare anno dopo anno . Proposizioni annuali da sottoscrivere con largo anticipo , garantendole con congruo acconto e da ritirare l’anno successivo, e che non tengono conto del millesimo ultimo prodotto, ma che contengono un bouquet di diversi cru di diverse annate, a seconda del loro stato di maturazione, della quantità prodotta, delle rimanenze in giacenza ma soprattutto a seconda dell’umore di Madame Lalou Bize Leroy e dei suoi simpatici cagnolini.

(3-Fine)

GDF

17 Commenti

  1. stampo, rilego e rileggo con molta attenzione: impagabile Guardiano del Faro!!!

  2. Indubbiamente affascinante la storia di Madame Leroy che riesce ad imporre l’acquisto delle diverse tipologie di vini prodotti, in percentuali da lei prefissate! Ed inoltre, riesce persino a farsi commissionare con anni di anticipo vini dei quali non si conosce l’annata, perchè possono essere dei blend di diverse vendemmie!!! Allora chi compra questi vini compra soprattutto Madame Leroy con tutta la sua forza interiore,con tutte le sue bizze, con tutta la sua classe e anche con “i suoi cagnolini”. Non credo che ci possano essere, anche in Francia, altre situazioni di questo tipo!!!
    Grazie G.d.F., se puoi, metti una buona parola con Enrico Malgi che gentilmente si è offerto di farci assaggiare questi capolavori!!!

  3. So ho capito bene, questo capitolo su Madame Leroy purtroppo è già finito, è così.? E’ stata comunque un’avvincente lettura e, soprattutto, un’interessante e istruttiva esperienza. Credo che adesso ci saranno altri articoli sul vino francese. Magari qualche altra azienda borgognone tipo Armand Rousseau, Domanine des Lambrays, Clos de Tart, Perrot-Minot, Méo Camuzet, Anne Gros, Albert Morot, Domaine de Courcel, Domaine de la Pousse d’Or e altri. Oppure maison si altre regioni, è così? Due sole considerazioni per finire. Tra i parteners giapponesi citati c’è anche l’importatore Takashiya? E poi, il logo che campeggia all’inizio di questo articolo è quello che “Ricorda il Campo Leroy” del giornalista Michel Bettane? Lo stesso che, a proposito dei vini di Madame Leroy ha affermato che: “La Borgogna al livello più alto di espressione: Leroy, una collezione ineguagliabile di vini che riassume tutto il know-how Bourguignon”. Grazie di esistere. Un abbraccio.

    1. @ Giulia: figurati, era solo una piccola informazione…per passare dall’adolescenza alla maturità

  4. Solo un paio di precisazioni, perchè forse qualche dettaglio può essere stato equivocato.
    Quando parlo di bouquet di annate diverse proposte non intendo un blend di vini di annate diverse quanto un assortimento di cru diversi di annate diverse. Voglio dire, nella stessa proposta annuale ci potrebbero essere Meursault 2005, Auxey 2004, Chevalier Montrachet 2000 e Mazis Chambertin 2002…
    Per quanto riguarda invece l’archivio storico invece bisogna precisare che si tratta di vini della Leroy s.a. e quindi fondamentalmente vini da negociant, affiancati da quelli del Domaine a partire dal 1989 .

    Per il prossimo futuro prossimo avremo altra nobile Borgogna e Rodano.
    A bientot les amis ;-)
    gdf

  5. Comunicazione per Lello Tornatore: vai a leggere l’ultimo mio intervento sulla puntata precedente,prima che venga oscurato il post. Ciao.

    1. Scusami Enrico, non l’avevo letto. Sei veramente molto gentile, per ricambiare la cortesia, anche se forse non agli stessi livelli, metto a disposizione i salumi di mia produzione e vediamo se riusciamo ad andare controtendenza abbinando prodotti del territorio con vini del “Terroir”: A tua completa disposizione!!!

    2. Enrico, i post non vengono oscurati. Li puoi cercare con una parola chiave oppure nella rubrica specifica
      bacioni cilentani

    3. io non ho aderito all’invito ma solo perche’ abito lontano. pero’ se sono ancora in tempo dal primo al quattro luglio sono in campania. se si puo’ fare in quei giorni ben lieto di esserci. posso portare un po’ di uova ? :-)

      nonostante mi scocci ammetterlo i salumi di tornatore ci potrebbero stare benissimo.

      unica pregiudiziale: vengo con mezzi miei. romualdo scotto “DRIVER ” di carlo lo vedrei molto volentieri ma ci vediamo gia’ in loco. e gli suggerirei di partire il giorno prima …..

      1. ma non puoi venire in Campania senza lasciarti accompagnare da me: questa è una regione sempre più SLOW e venire in auto con me è il modo migliore per visitarla… tutta!!! :-D

  6. questo blog viaggia troppo veloce per i miei gusti :-)

    sto via mezza giornata , giusto guarda caso per bere in compagnia di gente simpatica un po’ di champagne e bianchi e rossi di borgogna portati da tumbiolo , dall’amico aurelio e dal grande importatore mongiardino e guarda che succede… puntata tre e via andare . non vi dico che si e’ mangiato e nemmeno quello che si e’ bevuto… il capo sta decidendo cosa fare delle foto che gli ho teste’ inviato. una cosa sola vi dico : di due , di cui non faro’ il nome senza autorizzazione , il guardiano del faro ,a cui ho mandato le foto in diretta mentre degustavamo, seccamente mi ha risposto : VERDI E DIFFICILMENTE VENDIBILI.

  7. censura severa, Maffi, immagino ti avrà rovinato la degustazione… ;-)

  8. Lello scusa, sono stato un pochino impegnato. Poiché non possiamo trattare qui affari inusuali all’infinito, ti dico di non perderci di vista. Quindi, ci parleremo ai prossimi post, perché la tua proposta è allettante. Ciao.

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