La Barbera di Anna Bosco
Da stasera sino a domenica è in festa il paese più vitato della Campania: 11.000 ettari per 2600 abitanti, 18 aziende al lavoro, milioni di bottiglie made in Castelvenere, nel cuore della Valle Telesina. Una edizione importante, coordinata nell’ambito del progetto InNatura voluto da Gianvito Bello e organizzata dalla Pro Loco presieduta da Pasquale Carlo. Importante perché è la trentesima volta che questo comune costruito su cantine secolari celebra la sua principale fonte di reddito, ma anche perché si farà il punto su due vitigni che caratterizzano la produzione, cioé l’agostinella e la barbera. La prima è uva bianca, molto delicata, profumata, in purezza sul trampolino di lancio da appena un paio di vendemmie perché prima entrava nei blend delle doc Solopaca e Sannio. La seconda è, ovviamente, a bacca rossa, assolutamente caratterizzata nello spettro aromatico e gustativo, su cui si deve fare una riflessione per poter andare avanti e occupare adeguato spazio mediatico e commerciale. Prugna, ciliegia, more, davvero il rosso di Castelvenere si esprime in maniera moderna, per quanto riguarda l’abbinamento con i piatti di mare fa va fatto un discorso simile a quello di due settimane fa svolto con il Sommarrello di Castelmagno. In questi anni abbiamo avuto modo di parlare di numerosi produttori, stavolta ci concentriamo su una delle prime cantine che hanno imbottigliato per conto proprio insieme a Ciabrelli e Venditti, le due storiche del comune, del Sannio e della Campania. Parliamo della Barbera 2006 di Anna Bosco, appena tre ettari, diecimila bottiglie, non più di cinque euro in uscita dall’azienda per tutte e tre le tipologie di vino (cioé la Barbera, la Barbera Don Bosco e la Falanghina): azienda contadina, attenta nella lavorazione in vigna, semplice nella fermentazione in cantina dove l’uva vive solo in acciaio e in legno. Una piccola chicca, insomma, affidabile, di immediata beva su tutti i piatti serali della festa estiva in cui ci si rilassa tra amici. La caratteristica della Barbera di Castelvenere, che la segna come tipicità, è il filo varietale unico tra i diversi produttori, cioé si tratta di un bicchiere immediatamente riconoscibile. Un rosso estroso e piacevole, che tanto piaceva al nostro caro amico Franco Landolfo, presidente dell’Arga Campania, che proprio qui lo scorso anno venne a parlare di agricoltura e rilancio delle zone interne. Al suo dolce e ricco ricordo la Pro Loco dedica questa trentesima edizione.