Intervista a Kyle J. Krause in Langa: far parte del Made in Italy è il sogno di ogni grande investitore straniero


Kyle J. Krause

Kyle J. Krause

Il patron del Parma:la bellezza, la cultura e il paesaggio asset fondamentali per il futuro del vino

Nel 2015-2016, Kyle J. Krause, Fondatore e CEO di Krause Group, ha ufficialmente fatto il suo ingresso nel mondo del vino italiano con l’acquisizione di due cantine storiche: Enrico Serafino (2015) e Vietti (2016). Entrambe le cantine sono conosciute per i loro eccezionali terroir nelle Langhe, terra del Barolo e del Barbaresco. Inizialmente, Kyle e i collaboratori di Krause Group hanno lavorato a stretto contatto con Luca Currado e sua moglie Elena in Vietti, la coppia ha poi lasciato l’azienda nel 2023*.

I tifosi di calcio la conoscono come Presidente del Parma Calcio, mentre il mondo del vino come proprietario di Vietti ed Enrico Serafino. Da dove nasce la decisione di investire in un’azienda italiana?

L’Italia ha sempre occupato un posto speciale nel mio cuore, poiché le mie radici affondano in questo Paese. La mia bisnonna era di Palermo e il mio bisnonno proveniva da Alia, un piccolo paese appena fuori dalla città. Il vino ha sempre fatto parte della mia vita, quindi, quando io e mia moglie Sharon abbiamo costruito una casa nelle Langhe alcuni anni fa, il passo successivo è sembrato naturale. La mia visione non è orientata a un investimento a breve termine, ma alla custodia e valorizzazione del patrimonio di Vietti e di Enrico Serafino per le generazioni future. I nostri investimenti onorano la tradizione, promuovendo l’innovazione, con un costante impegno verso la sostenibilità, la terra e le persone. Questa filosofia si estende a tutte le nostre iniziative in Italia, inclusa Casa di Langa, garantendo che queste cantine restino iconiche per molti anni a venire.

Cosa rappresenta il vino per lei? Un investimento? Un piacere da coltivare anche come imprenditore? Il desiderio del Made in Italy?

Il vino racchiude in sé memoria e promessa. È una fusione di storia e narrazione, una testimonianza del legame dell’umanità con la natura, catturando l’essenza di un luogo e condividendola con gli altri. Per me è difficile individuare un solo motivo per cui il vino risuoni in me così profondamente: sono la sua ricchezza e complessità a renderlo un’attività naturale e appassionante. Come imprenditore, investire in queste cantine iconiche italiane è un modo per onorare la terra, le persone e la maestria artigianale che vi è dietro. Oltre a ciò, il vino è connessione, relazione: unisce le persone, arricchisce le esperienze e permette di esplorare gli straordinari territori italiani. Nutro anche un profondo rispetto e predilezione per il saper fare italiano. Dal luogo dove io e Sharon ci siamo sposati, a ciò che indosso e alle auto che guido, abbraccio la filosofia del “Made in Italy”. Sono orgoglioso di contribuire a far conoscere al mondo il meglio dell’Italia.

L’Italia è in qualche modo diventata parte della sua vita. Cosa la affascina del nostro Paese e cosa le piace di meno?

L’Italia è un Paese che vanta una ricchissima diversità, dai dialetti e dalla cucina, fino all’artigianato, l’arte, la musica, la moda, senza dimenticare naturalmente il calcio e il vino. È una cultura unica e insostituibile, di cui il Paese dovrebbe essere fiero. Ma soprattutto, devo dirle, le persone. La cosa più grande dell’Italia sono le persone, con il loro amore per la comunità, l’ospitalità, l’arte, la cultura e la storia. Sebbene vi siano sfide che ogni Paese si trova a dover affrontare o migliorare, ci sono bellezza e opportunità ovunque guardi, e sono orgoglioso di investire qui e di essere parte delle comunità che serviamo.

Il consumo di vino è in continua evoluzione, e in Italia si lamenta una crisi dei vini rossi strutturati. Quali saranno le prossime mosse di Vietti?

Vietti è un pilastro della viticoltura in Piemonte da oltre 150 anni, e la nostra filosofia, i nostri valori e la nostra visione rimangono immutati. È fondamentale sottolineare che siamo intervenuti con grande rispetto per le persone e le tradizioni del territorio, garantendo che il capitale umano – coloro che comprendono la terra e la sua cultura unica – rimanesse invariato. Crediamo che la qualità sia il vero elemento distintivo. Per questo continuiamo a sperimentare, investire nel capitale umano, promuovere pratiche sostenibili e offrire eccellenza. Siamo inoltre profondamente impegnati nell’agricoltura etica, assicurandoci che le nostre pratiche proteggano la natura e rispettino gli uomini e le donne che si prendono cura dei nostri vigneti. Eugenio Palumbo, che produce i nostri vini da oltre 20 anni, guida i nostri sforzi insieme al nostro impegno condiviso a preservare ciò che rende Vietti unico. Il nostro approccio ha permesso a Vietti di restare fedele alle sue radici piemontesi, onorando i vitigni autoctoni della regione, abbracciando al contempo una visione a lungo termine che preserva la sua identità storica favorendo al contempo una crescita aziendale lungimirante. Negli ultimi anni abbiamo aggiunto alcuni dei migliori cru e avviato il progetto Timorasso nei Colli Tortonesi. Stiamo rendendo Vietti ed Enrico Serafino sempre più aperte, poiché vogliamo condividere la bellezza di queste cantine, arricchendo l’esperienza delle persone, ad esempio, con l’aggiunta della nostra sala degustazione. Per quanto riguarda lo stato attuale del consumo di vino, è un momento sfidante e complesso, e non esiste una soluzione universale. Il nostro obiettivo rimane essere fedeli a noi stessi, producendo vini di alta qualità e sostenibili, e condividendo l’essenza delle Langhe con il mondo. Questo spirito pionieristico, radicato nella tradizione, continua a guidarci.

Investire in Italia? Non abbiamo trovato difficoltà

Il vino, oltre alla distribuzione alimentare, è uno dei pochi settori economici italiani che vede massicci investimenti dall’estero. Quali sono le difficoltà concrete che si incontrano nel fare questo passo quando si investe in Italia?

Non ci sono state grandi difficoltà. È stato un impegno importante, ma ho sempre avuto un atteggiamento positivo. Per me, la comunità e la famiglia sono al centro del mio pensiero e del mio modo di fare impresa. La mia visione è sempre stata quella di preservare, onorare e valorizzare la terra e il suo patrimonio con rispetto e cura. Sono stato accolto con curiosità, ma anche con molta cordialità e buona volontà. La maggior parte delle persone e delle istituzioni hanno compreso che il mio obiettivo è di investire nella regione, nella sua comunità e nelle sue persone. Apprezzo poi le conversazioni aperte e costruttive su eventuali preoccupazioni, perché riflettono un sincero interesse per la comunità, un valore che condivido.

Kyle J. Krause

Kyle J. Krause

Kyle J. Krause e il vino. Quali sono i passi da compiere per dare ancora più valore ai prezzi di uscita dei vini? In parole semplici, cosa manca al sistema vinicolo italiano per essere commercialmente alla pari con la Francia o la Napa Valley?

Stiamo parlando di due grandi regioni vinicole con storie molto diverse. Ognuna ha la sua storia e complessità. La Francia ha secoli di esperienza nelle vendite e nel commercio di vino, oltre a un’abilità consolidata nel marketing. Nella Napa Valley gran parte del vino è venduto localmente, con un forte orientamento verso il mercato statunitense, e hanno saputo costruire un sistema di ospitalità che li distingue. La regione delle Langhe, pur essendo ricca dal punto di vista della produzione vinicola, è più giovane in termini di vendite e ospitalità rispetto ad altre aree. In Europa, e in particolare in Italia, siamo abituati a viaggiare nel mondo per promuovere i nostri vini e incontrare i distributori. Oggi, grazie alla disponibilità di un’enorme quantità di informazioni, possiamo comprendere non solo come si muovono i mercati, ma anche come connetterci con le persone, specialmente con le nuove generazioni che si avvicinano al vino in modo diverso. In Vietti continuiamo a crescere, ma lo facciamo gradualmente, come abbiamo sempre fatto. Ad esempio, nel 2024 ci concentreremo sulla creazione di legami più stretti con i nostri consumatori, dando la possibilità di scoprire luoghi unici come le cantine sotterranee di Enrico Serafino e la storica cantina di Vietti, insieme al nostro nuovo wine-shop appena aperto. Queste esperienze ci aiutano a favorire le vendite dirette ai consumatori, un’opportunità ancora poco esplorata per le cantine italiane a livello globale. Valorizzando la distribuzione, il marketing e le relazioni nel nostro portfolio, siamo preparati a sostenere la crescita e rafforzare la reputazione del nostro brand.

DCome valuta l’iniziativa dell’Unione Europea di imporre etichette con prescrizioni sanitarie e nutrizionali?
È una questione complessa con molte sfaccettature, ma vorrei darne una visione più ampia. Le persone, soprattutto le nuove generazioni, sono sempre più consapevoli delle preoccupazioni legate alla salute e all’ambiente, ed è importante essere informati sui prodotti che scegliamo e promuovere la moderazione. Tuttavia, qualsiasi nuova normativa dovrebbe essere sviluppata in collaborazione con i produttori, affinché sia equa e praticabile per il settore.

Kyle J. Krause

Kyle J. Krause

Ho avuto modo di appurare che in azienda siete molto attenti alla Responsabilità Sociale d’Impresa (CSR). Come si muove sul piano della sostenibilità etica e sociale?

Il nostro gruppo ha sempre dato priorità alla creazione di valore sociale e sostenibile a lungo termine. Allineiamo le nostre attività a obiettivi chiari di responsabilità sociale d’impresa, garantendo che rispondano alle esigenze in evoluzione dei nostri tempi, rispettando le dimensioni specifiche di ciascuna delle nostre aziende.
Siamo orgogliosi che Vietti abbia ricevuto la certificazione Equalitas nel 2023, che testimonia il nostro impegno verso la sostenibilità in ambito ambientale, sociale ed economico. Sosteniamo inoltre organizzazioni come Erica e Sughero.org e collaboriamo con l’Università di Torino per ospitare stagisti durante la vendemmia, condividendo esperienze pratiche in viticoltura ed enologia, promuovendo al contempo la ricerca. Inoltre, la nostra collaborazione con l’Accademia della Vigna ci aiuta a valorizzare il capitale umano per una crescita equa ed etica.

Vietti è anche attenta al rapporto tra vino, arte e cultura. Basti pensare alle famose etichette d’autore che caratterizzano la cantina dal 1974. Continuerete su questa strada?

Quando sono arrivato in Vietti, ho subito apprezzato il suo legame con l’arte. Io e mia moglie siamo collezionisti e abbiamo voluto condividere diverse opere d’arte presso la nostra sede centrale – il Krause Gateway Center – situata nel centro di Des Moines, in Iowa, con i nostri collaboratori e con la comunità. Questo spazio artistico, progettato dal famoso architetto vincitore del premio Pritzker Renzo Piano, è molto apprezzato per il suo design innovativo e per il vicino Pappajohn Sculpture Park. L’arte è anche presente nel nostro resort sostenibile a cinque stelle Casa di Langa, immerso tra boschi, vigneti e giardini in Piemonte.
L’arte è un potente strumento di conoscenza e inclusione. Apre le porte alla comprensione e all’empatia, favorendo connessioni tra persone di culture diverse, proprio come un buon vino.
Il progetto delle etichette d’artista è una parte significativa della storia di Vietti, con molte etichette create dall’artista locale Gianni Gallo, ed è un legame che continuiamo a coltivare.

Inoltre, abbiamo il progetto Villero, che prevede la produzione di un Barolo solo nelle annate eccezionali. Per questo, invitiamo un artista internazionale a condividere la sua interpretazione della storia del vino attraverso la sua arte. Attendiamo con entusiasmo il prossimo!

Lei ha dato via all’acquisizione di importanti cru, non solo nelle Langhe ma anche su altri territori piemontesi. Quali sono i prossimi passi? Prevede un’ulteriore crescita dell’azienda?

Dobbiamo tenere a mente che siamo i custodi del patrimonio che la natura ci ha donato. È un grande privilegio, che viviamo quotidianamente con responsabilità verso la comunità e le generazioni future. Questa filosofia è rimasta centrale, anche nel mentre Krause Group e Vietti si sono sviluppate. Vogliamo che questo territorio cresca, ma al suo giusto ritmo.

 Partendo dal presupposto che immagino i vini siano tutti come figli da amare, c’è un’etichetta alla quale è particolarmente legato o sulla quale ha dei progetti particolari nell’immediato futuro?

La bellezza del vino è che c’è sempre una bottiglia in attesa del momento perfetto. Ciò che mi affascina di più è scoprire le diverse espressioni ed emozioni che ogni vino porta con sé. Vietti ha una ricca storia di innovazione, quindi è difficile sceglierne solo uno. Ma una grande possibilità è il nostro Barolo Lazzarito. È il vigneto più vicino a casa mia nelle Langhe e ho avuto la possibilità di camminare tra i suoi filari molte volte. Per me, incarna l’eleganza della regione. Un altro vino che rappresenta davvero la storia di quest’area è il Timorasso. Da quando abbiamo investito nei Colli Tortonesi, mi sono innamorato di questo fantastico vino bianco, che ha un grande potenziale di invecchiamento.

Ha mai pensato di investire nel Sud Italia, in aree vulcaniche come l’Etna e il Vesuvio, lì dove è nata la viticoltura grazie ai coloni greci?

La Sicilia è un luogo bellissimo. La mia famiglia ha avuto una casa lì, ma al momento non ci sono conversazioni attive in corso. Sono rimasto colpito dal modo in cui la nuova generazione di produttori stia valorizzando il proprio patrimonio e aprendolo al mondo. La loro energia positiva e il loro impegno verso l’ambiente e le comunità locali sono fonte di ispirazione. Il Sud Italia produce vini di straordinaria eleganza e carattere.Naturalmente, come imprenditore nel settore del vino, dovrei valutare attentamente ogni potenziale opportunità.
Chissà, magari ci incontreremo in Sicilia così potrà presentarmi qualche grande vino. Nel frattempo, la aspetto nelle Langhe!

 

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