Kratos 2006 Paestum igt: uno dei migliori bianchi italiani di tutti i tempi
MAFFINI
Uva: fiano
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
Otto anni fa scrivemmo che questa era la migliore versione di sempre del Kratos, e poi ancora (leggete le vecchie schede qui sotto) che era fortunato chi ne aveva fatto scorta. Devo dire che non immaginavo di essere stato cosi previggente. Riprovo questo vino dopo tutti questi anni perché non riuscii ad essere presente alla verticale di Kratos organizzata dall’Ais Cilento. Si tratta di una degustazione organizzata dalla Federazione Europea Sommelier a Sicilì, nel cuore del Cilento.
Luigi accompagna i suoi vini, unico dei tre produttori presenti e marca la differenza portando questa annata.
Il risultato è stato semplicemente sconvolgente: avrbebe retto, non esagero, in una qualsiasi batteria borgognona e il 99,9% dei degustatori avrebbe detto che i il vino aveva fatto legno.
Inveve nulla di tutto questo: la naturale evoluzione del Fiano di una annata molto ben interpretata che regala al naso note di frutta bianca evoluta, mineralità gessosa, fumé, tostato e leggero sentore di idrocarburo. Un vino che al palato è in equilibro perfetto, con una acidità integrata, per certi versi tannico addirittura, il ritorno delle note di frutto, sapido, lungo, con finale amaro preciso.
Un grandissimo vino che mi fa scrivere oggi che si tratta di uno dei migliori bianchi che abbia mai bevuto.
La dimostrazione che anche nel Cilento, oltre che in Irpinia ovviamente, è possibile per il Fiano ottenere risultati memorabili.
Ed è così che in una serata normale, da routinier, abbiamo incrociato una delle emozioni più forti degli ultimi tempi. Ma è proprio l’irregolarità il bello del vino.
Certo, non fa anofighetto bere il Kratos, ma chissenefrega: chi non ama non gode:-)
Scheda del 9 febbraio 2008. Ci è ritornato sotto il naso durante la bellissima serata di Vini Buoni d’Italia alla Botte di Casagiove e per questo vi diciamo: fortunato chi ha questo campione, ché quanto scritto sotto è ampiamente confermato ad oltre un anno di distanza, la conferma che la 2006 è stata un’annata buona per il Fiano del Cilento grazie al clima più caldo che ha evitato la diluizione presente quasi ovunque invece in Irpinia. Al naso si percepiscono sentori di frutta gialla, resistono le note agrumate riscontrate in precedenza, tanta macchia mediterranea e fiori di ginestra. Il vino si è ovviamente ricomposto acquistando maturità soprattutto in bocca dove è ben strutturato, lungo, abbastanza morbido, ora in piena corrispondenza con l’olfatto. Un piccolo capolavoro che abbiamo coronato a giugno fra lo stupore di molti che preferivano il più nobile Pietraincatenata che invece, a mio giudizio, ha sofferto di un eccesso di legno che deve smaltire nel corso degli anni. Al momento questo Kratos, pochi soldi, resta uno dei più buoni bianchi della Campania, sicuramente la migliore versione di tutti i tempi a nostra memoria. E’ abbinabile a centinaia di piatti, ma io vi dico: godetevelo da solo in un ballon da rosso, al massimo sostenuto da un’alice di Menaica di cui richiama in qualche modo la sapidità salmastra.
Scheda dell’8 giugno 2007. Non ci sono dubbi, la 2006 sarà una buona annata per la gran parte dei vini bianchi campani, basta saper aspettare il tempo giusto per la ricomposizione in bottiglia e l’elevamento. La prova fulminante viene dal Kratos 2006 di Luigi Maffini, sì, avete capito bene, il base, capace di ricordare alla perfezione la compianta 2001 poi non più ripetuta proprio per gli irregolari andamenti climatici dei successivi millesimi. Mentre De Conciliis spinge la ricerca sul Fiano sino alla soglia delle Colonne d’Ercole, dove mai cioé nessuno è arrivato, Rotolo e Maffini, ma subito dopo anche Polito e Marino, mostrano quale sia il livello possibile del Fiano nel Cilento dove il vitigno non è coltivato su suolo vulcanico come nel resto della Campania ed accentua, se possibile, le sue caratteristiche olfattive impregnandosi di salsedine e macchia mediterranea. Il Kratos 2006 è sicuramente una grande esecuzione, rivela la maturità raggiunta da Luigi, grande il suo affiatamento con Luigi Moio, la composta classicità visibile ormai anche nei suoi vini cosiddetti base ma che in realtà sono life style per la loro tipicità e grazie soprattutto al rapporto tra qualità e prezzo davvero insuperabile. Naso intenso e persistente, in bocca dietro la robusta acidità che solo il tempo potrà domare si sente il frutto bianco, la mineralità, la grande struttura, lunghezza e profondità inaspettate, cioé non termina mai dopo la beva. Diremo adesso la solita ricetta per l’uso: compratelo subito ma aspettate qualche mese prima di aprire una bottiglia, io consiglierei di stapparlo solo tra qualche mese e rimandare l’incontro con il 2006 anno dopo anno per molte volte, ché sino al 2008 sarà ancora un giovane virgulto della viticoltura campana. Lo berremo, nella sua poliedricità, sugli spettacolari arancini de l’Incontro a Scario come sul cauraro, zuppa di alici e verdure di Angiolina a Scario, sul delicato piatto di calamaretti su vellutata di cannellini di Rocco Iannone come sulla genovese di tonno di Pasquale del Convento di Cetara o anche sulla frittura della sua Cuopperia aperta ieri sulla spiaggia del borgo marinaro. Il Kratos fa il paio con uno spettacolare Cenito 2004 destinato a fare incetta di premi per il suo folgorante ingresso nel panorama delle duemila etichette campane, insieme consacrano Luigi e Raffaella Maffini viticoltori autentici e di tradizione, un risultato a cui approdano senza astuzia commerciale ma con tanti sacrifici, lavoro nei campi e sulle scartoffie e, soprattutto con la passione per un mondo in cui nulla è uguale a niente.
Assaggio del 17 marzo 2007. Ha poca bottiglia e si vede, ma secondo me questo è già il miglior Kratos di tutti i tempi dopo la versione 2001 di cui ci innamorammo subito. Lo abbiamo provato in anteprima durante una cena organizzata da Pietro Rispoli a Masseria della Nocciola nell’ambito del premio Sirena d’Oro con piatti che reclamavano bianco, bianco e ancora bianco: frittelle di ciacianielli (bianchetti), flan di zucchine, zuppa di piselli, gambero e calamari: dolce come sensazione finale, poca acidità, untuosità. I presupposti giusti per l’ingresso del Kratos che abbiamo sempre accompagnato con passione sin dalle sue prime uscite. Ci era stato detto nei mesi scorsi dai viticoltori di una buona vendemmia grazie al recupero finale lì dove l’uva attende ottobre per maturare e dobbiamo dare una conferma decisa in queste prime battute. In primo luogo il senso di corto, purtroppo presente nella stragrande maggioranza dei bianchi nelle annate 2002, 2004 e 2005 sparisce in questa versione senza assumere questi fastidiosi eccessi di frutta della 2003. Il Kratos 2006 si presenta con un olfatto agrumato, floreale, al colore ha ancora marcati riflessi verdognoli, ma è in bocca che scatta la differenza perché il vino regala sicuramente di più di quello che promette al naso. L’ingresso è da grande vino, con una freschezza marcata, prolungata, un accompagnamento deciso e sempre intenso dalle labbra sino alla chiusura lunga, persistente, autorevole, di gran classe. Naturalmente c’è ancora una certa scompostezza dovuta ai diversi stress a cui il bianco è stato sottoposto, ma dobbiamo anche dire che basteranno tre o quattro mesi di bottiglie per consentire al Kratos 2006 di decollare nei punteggi e nella valutazioni degli esperti. Quel che mi piace, anche rispetto al Kleos, è il rispetto assoluto di una tradizione che non cerca mediazioni con il gusto internazionale, il vino è totalmente privo di note ruffiane o di tentativi di piallatura giocando sul residuo zuccherino o peggio ancora sul legno: è un piccolo grande capolavoro destinato a crescere e ad evolversi negli anni. La freschezza non è sicuramente una novità anche nel Cilento, ma quel che mi colpisce in prima battuta è il binomio di leggero sentore di agrumato, direi quasi limone, coniugato a note minerali in genere assenti nei bianchi cilentani. La nota critica che possiamo infilarci è il fatto di uscire troppo presto rispetto alle aspettative, ma neanche un produttore come Luigi può sottrarsi al calendario del consumo campano che è in ansiosa attesa per i nuovi bianchi di stagione. Consiglio allora di acquistarlo a volontà, iniziarlo a berlo a fine giugno e conservarlo nel tempo come scorta per gli anni a venire. Ora il nostro amico Luigi è chiamato a superarsi con un grande Pietraincatenata capace di battere il Kratos 2006: mai vino cosiddetto base fu candidato a diventare top wine aziendale.
Sede a Castellabate. Località Cenito, frazione San Marco. Tel. e fax 0974 966345. E mail: [email protected]. Enologo: Luigi Maffini. Ettari: 4 di proprietà e 2 in fitto. Bottiglie prodotte: 50.000. Vitigni: aglianico, fiano, piedirosso. Si acquistano uve anche da vignaioli di fiducia seguiti personalmente in tutte le fasi
2 Commenti
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Non bevuto di recente,ma basta vedere cosa sono stati capace di fare Luigi e Luigi con la difficile 2014 per crederci.Ad maiora Francesco Mondelli.
Siamo felicissimi per i vostri successi!!!