Krasì 2011 Salento Igp Primitivo | Voto 85/100
Carrozzo Alessandro
Uva: primitivo
Fascia di prezzo: 8,00 – 10,00 euro in enoteca
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Vista 5/5 – Naso 25/30 – Palato 25/30 – Non omologazione 30/35
Tra le assolate pianure salentine, e precisamente nella frazione Carmiano di Magliano (l’antico territorio di Saltus Carmianenses dei Romani) proprio alle porte della barocca città di Lecce, opera nel campo vitivinicolo la famiglia Carrozzo da quattro generazioni. Come da qualche decennio sta accadendo fortunatamente in tutto il Salento, dove si è registrata una positiva rivoluzione enologica con la scesa in campo di forze giovani e capaci, qui è stato Alessandro, ultimo rampollo familiare omonimo del fondatore aziendale e coadiuvato dal padre Giuseppe, dalla madre Luigina e dalle sorelle Elena ed Elisabetta, a prendere in mano la guida dell’azienda con passione, intraprendenza e consumata perizia e competenza.
Modernità e tradizione qui si fondono bene, perché accanto ai vecchi vigneti di oltre mezzo secolo, che sono allevati col tipico sistema locale ad alberello, sono state affiancate nuove tecnologie in cantina per un prodotto finale sempre di migliore qualità.
Poche le etichette in produzione, tutte di matrice locale e frutto di specie varietali autoctone come il negroamaro, il primitivo, la malvasia nera e bianca ed il bombino bianco. Il cru è rappresentato dal negroamaro Carminio, più volte premiato dalla stampa specializzata, anche straniera. Per la mia degustazione, invece, ho preso in esame il Krasì Salento Igt Primitivo 2011, che nell’accezione del dialetto locale della Grecìa Salentina, mutuato dall’antica lingua bizantina, vuol dire proprio “vino”.
Dopo la fermentazione, il vino ha trascorso sei mesi in acciaio, tre mesi in barriques e ancora tre mesi in vetro per completare l’affinamento. La gradazione alcolica è di 14,5° C.
Affermo subito che questo è un vino leggermente diverso in confronto alla tipologia di appartenenza, diciamo che percorre una terza via rispetto ai classici primitivi tarantino e gioiese.
Cromatico color rubino scuro, con riflessi purpurei nel bicchiere. All’olfatto effluvi del sottobosco, come il mirtillo, la mora ed il lampone e/o di ciliegia, insieme con pregevoli vezzi floreali di violetta, di pervasive sensazioni speziate di chiodi di garofano, un delicato tocco di macchia mediterranea ed un piacevole accenno tostato. In bocca il vino mette subito in mostra la sua potenza alcolica, che viene stemperata ed arginata da un’equilibrata freschezza e da una sensuale eleganza. I tannini sono già in parte levigati e suadenti, nonostante la giovinezza. Ritornano poi, come insinuanti e fieri propositori aromatici di bocca, parvenze fruttate e floreali già percepite al naso.
Il sorso sul palato è succoso, denso, vibrante e morbido. Possiede un’energia scalpitante, pur non eccessivamente invasiva, tanto che il retrogusto è un filino corto. In complesso si tratta di un ottimo vino, venduto ad un prezzo veramente conveniente e da valutare meglio tra qualche anno ancora e da abbinare ai piatti tipici della cucina di terra salentina. Prosit!
Questa scheda è di Enrico Malgi
Sede a Magliano (Le) – Frazione Carmiano – Via Marconi, 45
Tel. e Fax 0832 601525 – Cell. 348 5461455
[email protected] – www.elenacarrozzo.com
Ettari vitati: 11 Bottiglie prodotte: 40.000. Vitigni: primitivo, negroamaro, malvasia nera e bianca e bombino bianco