Tra Sannio e Alto Casertano, la Campania che non ti aspetti. Indirizzi utili low cost
di Franco Santini
L’Italia è piena di territori poco battuti che conservano un’autenticità ormai rara. Un esempio è l’area di confine tra le province di Caserta e Benevento, un tempo abitata dall’antico popolo dei Sanniti (da cui il nome di Sannio). Al contrario di regioni più turistiche – infarcite di graziosi paesini “bomboniera” spesso però sradicati dal territorio – qui l’isolamento geografico e culturale ha favorito un naturale processo di conservazione. Armati di un po’ di pazienza e spirito di adattamento potrete scoprire una terra ricca di sorprese e bontà enogastronomiche.
Il mio itinerario parte dal paese di Sant’Agata de’ Goti. Alle falde del Monte Taburno, si erge su una propaggine tufacea molto scenografica. Un tempo luogo di grande importanza militare e religiosa, si trovava sul percorso dei pellegrini che da Roma si recavano a Brindisi alla volta della Palestina. L’eredità di una pluricentenaria storia diocesana è oggi un turismo religioso attratto dalle numerose chiese e celebrazioni, tra cui segnaliamo il Duomo, con la sua cripta, e la chiesa gotica dell’Annunziata, con un monumentale affresco del Giudizio Universale.
Io l’ho scelto per questioni più “pagane” e il posto dove soggiornare è senza dubbio l’agriturismo Mustilli (www.mustilli.com – tel. 0823718142), un’affascinante dimora storica al centro del paese. Leonardo Mustilli è stato una delle figure simbolo del rilancio della vitivinicoltura in quest’area del Mezzogiorno. Il suo nome è legato a quello della falanghina, forse oggi il vino-vitigno campano più noto e bevuto, ma quasi scomparso negli anni Sessanta. Leonardo decise per primo di recuperarlo e di imbottigliarlo in purezza, costruendo intorno ad esso una DOC (che porta lo stesso nome del comune) e tutta la sua produzione aziendale, fungendo così da apripista per il repentino e travolgente successo commerciale che il vino ebbe nei decenni successivi. (L’interessante storia di questa riscoperta la potete trovare in un libricino intitolato “Falanghina”, edito nel 2004 da Franco Di Mauro, e che, guarda caso, ha anche l’amico Luciano tra i co-autori).
Oggi le figlie Paola e Annachiara gestiscono l’azienda, che produce anche fiano, greco, aglianico e piedirosso, tutti da uve coltivate nei vigneti di proprietà circostanti. Il palazzo di famiglia, nel centro storico, è stato invece trasformato in luogo d’accoglienza, dove la signora Marilì, moglie di Leonardo, organizza tra l’altro corsi di cucina tradizionale con l’aiuto di valenti donne di paese. Imperdibile è la visita alle cantine storiche, scavate nella roccia tufacea: occupano oltre 300 mq e raggiungono anche i 15 mt di profondità. Durante i secoli la città fortificata fu soggetta a numerosi e lunghi assedi, per resistere ai quali furono scavate sotto tutto il paese queste cavità, veri e propri “frigoriferi” naturali, usate come deposito di alimenti.
Da Sant’Agata fate una puntata alla famosa Reggia di Caserta, distante appena 20 Km (www.reggiadicaserta.beniculturali.it). I Settecenteschi palazzi della più grande dimora reale al mondo (costruiti per volere di Carlo III di Borbone sotto la direzione del famoso architetto Vanvitelli), i suoi giardini, i gruppi statuari, le ampie scenografie di fontane e cascate vi lasceranno senza parole!
Un tour nel casertano non sarebbe completo se non assaggiate il più noto prodotto gastronomico della regione: la mozzarella di bufala. A due passi dalla Reggia un indirizzo sicuro è quello del caseificio Farina (Viale Italia, 20 – Capodrise): produzione artigianale di altissima qualità, con la famosa “mozzatura” a mano eseguita vestendo un suggestivo saio bianco omaggio agli antichi monaci benedettini inventori dei formaggi a pasta filata. Rientrando a Sant’Agata per cena vale la pena fare una piccola deviazione fino al paesino di Durazzano, dove lo chef Eugenio Zaino (Osteria 74cento – tel. 3401433573) propone una cucina di territorio curata, di qualità e a prezzi più che convenienti.
Il tour enogastronomico prosegue a Castel Campagnano, 20 Km a nord, dove visito l’azienda Terre del Principe (www.terredelprincipe.com – tel. 0823867126) dei coniugi Peppe Mancini e Manuela Piancastelli. Si è scritto tanto sulla loro romantica storia d’amore, che li ha visti lasciare carriere di successo per dedicarsi ad una vita “bucolica” tra le colline di una Caserta “diversa”, ancora integra e di struggente bellezza, così lontana dall’immagine corrotta e sfruttata che quest’area d’Italia si porta dietro. Andate a trovarli per dormire nell’ambiente semplice ed accogliente del loro Bed&Wine immerso nei vigneti o mangiare cucina semplice e genuina nel panoramico agriturismo. Ma soprattutto non perdete i loro vini a base di pallagrello e casavecchia, vitigni autoctoni rari e preziosi, che Peppe ha riscoperto dall’oblio (non erano nemmeno censiti e sopravvivevano solo nelle piccole coltivazioni di contadini locali) e che oggi, vinificati con un approccio rispettoso e naturale, danno prodotti originali e piacevoli.
Sempre nel raggio di pochi Km vale senz’altro la pena fare una gita all’agriturismo Le Campestre, nell’incontaminato borgo diffuso di Castel di Sasso (www.lecampestre.it – tel. 0823878277). Qui il giovane Manuel e la sua famiglia custodiscono il raro formaggio Conciato Romano, prelibatezza ricercata da chef stellati e dalle migliori gastronomie d’Italia. E’ una caciottina dal sapore intenso e piccante, a base di latte prevalentemente ovino, che fermenta per mesi dentro orci di terracotta, in infusione con una mistura di olio, vino, peperoncino e timo selvatico. Rientrando verso Terre del Principe fate una deviazione per visitare Caiazzo e per cenare da Pepe in Grani (www.pepeingrani.it – tel. 0823862718), la nuova struttura multifunzione su più livelli dove Franco Pepe sforna quella che dagli addetti ai lavori è ritenuta una delle migliori pizze di tutta la regione (e quindi d’Italia!).
Arrivo verso la fine del mio giro e voglio chiudere in bellezza. E ora di rallentare e concedersi una pausa tutta coccole e relax nello stupendo resort Aquapetra, a Telese Terme (www.aquapetra.com – tel. 0824941878). Questa struttura di lusso, dotata di centro benessere, sale massaggi, piscine riscaldate e ristorante gourmet, è un’oasi costruita da zero da due coniugi napoletani, architetto lui e interior designer lei. Nulla è stato lasciato al caso: ogni edificio, immerso in un parco di ulivi e querce secolari, è stato progettato e realizzato pietra per pietra usando solo materiali di recupero. Gli arredi sono eleganti e moderni, il personale professionale e accogliente, e tutto contribuisce a creare un’atmosfera davvero esclusiva. Per viverla al meglio il consiglio è di acquistare uno dei tanti “giftbox” (pacchetti di una o due notti all-inclusive) in offerta sul sito internet. Tornare alla vita di tutti i giorni, dopo, sarà dura!
3 Commenti
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Mi permetta una considerazione un po’ insolente,ma da campano in esilio a Roma da troppi anni ,devo convenire che non vi sono grosse novità visto che le conosco e quasi tutte visitate.Proviamo a cercare e probabilmente viene davvero fuori il locale sconosciuto.Mi scuso anticipatamente FM.
Francesco, intanto grazie per aver letto e commentato. Il fatto che lei conosca già questi posti dimostra che è un viaggiatore attento. Da campano poi, mi lasci dire, lei è avvantaggiato. Quando ho scritto il pezzo pensavo soprattutto a gente fuori regione, che della Campania, e del casertano soprattutto, ha un’immagine tutt’altro che bucolica e imprenditoriale! Il mio intento quindi non era quello di scoprire luoghi nuovi e, come dicono gli inglesi, off the beaten tracks, ma di testimoniare ancora una volta la bontà e la serietà del lavoro di gente onesta e appassionata (ha ragione, delle persone che cito nel pezzo si è già parlato tanto, per fortuna, e spero se ne parli ancora in futuro!).
Grazie per la precisazione puntuale e civile :probabilmente l’equivoco è nato dal titolo con taglio giornalistico un po’ ad effetto.Per quanto riguarda le aziende e persone di cui lei ha parlato meritano di sicuro gli onori della cronaca con l’augurio di continuare a lavorare sempre meglio in modo che se ne continui a parlare bene anche in futuro.FM.