L’Italia supera la Francia? Angelo Gaja: “Dubbi su questi dati, comunque non significano nulla”


Angelo Gaja

Italia primo produttore di vino al mondo, Francia superata. Il ministro dell’Agricoltura Saverio Romano esulta e annuncia il dato con orgoglio. Insomma, fine del complesso di inferiorità verso i produttori d’Oltralpe? Mica tanto: negli anni ’60 o ’70 questa notizia avrebbe fatto sicuramente scalpore, ma oggi è solo un indicatore da tenere presente e prendere con le molle.
Il mondo del vino, a cominciare dalle rese per ettaro e a finire nei consumi pro-capite, tiene sempre meno la quantità come fattore positivo. E non basta: “Non credo molto a questi dati – dice il produttore piemontese Angelo Gaja, una delle griffe italiane più importanti al mondo – e comunque non vogliono dire proprio nulla sullo stato di salute della nostra filiera. La verità è che dobbiamo imparare a vendere”.


Una indicazione importante per il futuro, perché, questo forse il dato più significativo, per la prima volta il valore dell’export supera quello del mercato nazionale, ormai maturo e ancora in crisi di pagamenti oltre che di consumi.
Intanto, sulla base dei dati della Commissione Ue, la produzione 2010 è stata di 49,6 milioni di ettolitri per l’Italia, superiore di misura ai 46,2 milioni di ettolitri della Francia, su un totale comunitario di 157,2 milioni di ettolitri, in calo del 3,7%.
Il primato del made in Italy viene confermato – spiega la Coldiretti che ha reso noto i dati – anche se si considerano i valori italiani al netto della feccia stimabile in un 5%. Il risultato è il frutto di una sostanziale stabilità della produzione in Italia e di un calo in Francia. A tirare la volata le regioni del sud: Sicilia e Puglia sopra le altre, poi anche Veneto e Piemonte mentre la Campania è sostanzialmente ferma ai dati 2009 per via delle piogge che hanno segnato la parte finale della vendemmia in Irpinia e Sannio.
Ma entriamo nel dettaglio dove si possono comunque scoprire elementi positivi: per esempio il fatto che 60% della produzione nazionale è rappresentata da vini di qualità con ben 14,9 milioni di ettolitri destinati a vini Docg/Doc e 15,4 milioni di ettolitri a vini Igt.
Un risultato sicuramente significativo arriva anche dalle esportazioni, aumentate del 15 per cento nel primo bimestre del 2011. Si tratta del risultato di una crescita record del 31% negli Usa, primo mercato di sbocco in valore davanti alla Germania, ma anche dell’aumento del 6% dell’export nell’Unione europea.
Un andamento che conferma i risultati positivi ottenuti dal vino made in Italy all’estero nel 2010 con un valore record dell’esportazioni di 3,93 miliardi, superiori per la prima volta ai consumi nazionali. Inoltre le esportazioni di vino made in Italy dei piccoli produttori sotto i 25 milioni di euro di fatturato, sono cresciute in valore del 16%, quasi il doppio dell’8,5% messo a segno dalle prime 103 società italiane produttrici di vino. Di questa tendenza stanno beneficiando alcune regioni ricche di piccoli produttori: il mercato americano si è aperto a nuove figure di importatori che cercano di uscire dall’elenco dei soliti noti in un contesto in cui il gusto sta decisamente cambiando. Tanto per citare una curiosità, se il Pinot grigio e il Prosecco sono i principali apripista dei mercati, bianchi come la Falanghina sono riusciti ad entrare molto bene nelle catene delle pizzerie e dei ristoranti italiani.

articolo pubblicato oggi sul Mattino di Napoli a p. 14