Irpinia, “Al Fresco di Cantina”, il vino dei detenuti del carcere di Sant’Angelo dei Lombardi
Che la vitivinicoltura irpina, soprattutto nell ultimo ventennio (della serie diteci finalmente qualcosa di positivo), stia compiendo passi da gigante è ormai acclarato. Ma proprio per non farci mancare nulla, dobbiamo registrare un esempio di produzione rivolto anche a fini sociali. Infatti, già da qualche anno esiste un vino prodotto esclusivamente da detenuti e da uve provenienti da vigneti che essi coltivano all’interno delle mura della Casa di Reclusione di Sant’Angelo dei Lombardi. La Fattoria Sociale “Al Fresco di Cantina”, che produce quattro bianchi dell’Irpinia, Fiano, Greco, Coda di Volpe e Falanghina , è gestita dalla cooperativa “ Il Germoglio”.
Componenti della cooperativa nata nel 2007 sono giovani laureati e laureandi altirpini che hanno trovato sfogo lavorativo in questa encomiabile iniziativa invece che rimpinguare le fila dei “cervelli in fuga”. La cooperativa nasce come “gesto concreto” del Progetto Policoro, un’idea progettuale fortemente voluta e sostenuta dalla Conferenza Episcopale Italiana ed è iscritta al Registro Regionale delle Fattorie Sociali c/o la Regione Campania.
“Lo scopo fondamentale della fattoria sociale – ci dice Angelo Fuschetto, socio fondare della cooperativa – è il reinserimento lavorativo dei detenuti attraverso il recupero di attività quali la produzione e trasformazione del vino. Le attività produttive, oltre a valorizzare le risorse locali facendo rivivere tradizioni millenarie, sono funzionali all’ideale solidaristico che anima l’impegno dei soggetti promotori, i quali sono fermamente convinti che l’inserimento lavorativo si realizzi non solo nel semplice adempimento di un compito ma nella piena valorizzazione della dignità di una persona, con i suoi limiti, i suoi bisogni e i suoi diritti di integrazione sociale. Per i detenuti il lavoro nella Fattoria Sociale rappresenta un’opportunità importante, sia per l’acquisizione di competenze lavorative spendibili in una fase successiva alla detenzione, sia per la sperimentazione di un diverso impiego del tempo di detenzione, che viene reso sempre più momento di conversione verso il vivere secondo legalità.”
L’attività della Fattoria Sociale si suddivide in 4 fasi
1 Individuazione dei detenuti da avviare alle attività agricole;
2 Formazione tecnica e professionale;
3 Costruzione di un percorso di educazione al lavoro;
4 Attività lavorativa.
Il progetto vede i detenuti affiancati dai soci della Cooperativa, segue una logica sociale estranea a quella competitiva ed è, infatti, incentrata sul rispetto del detenuto-persona più che del detenuto-lavoratore. Questa iniziativa, nella quale la Cooperativa è socialmente impegnata, si mostra sensibile al “problema carcere” e alle tematiche ad esso connesse, cercando di dare risposte concrete all’esigenza di recupero tanto sbandierata ma mai effettivamente perseguita.
Il punto di vista tecnico del sommelier, studioso di criminologia ( Veronica Tornatore)
La staffetta per l’uomo: società, criminologia, Costituzione e il valore umano.
SOCIETA’ E CRIMINOLOGIA
L’uomo, il detenuto e il ritorno all’uomo. Tre fasi di un percorso sociale prima, costituzionale poi. L’iniziativa fortemente voluta dalla Cooperativa “Il Germoglio” è proprio a dimostrazione del tentativo di superamento dello “stigma”e cioè di quell’ipocrisia buonista per cui l’uomo caduto in errore in teoria è recuperabile ma nei fatti finisce per essere un emarginato sociale. Infatti Erving Goffman (interazionista simbolico) ci rappresenta il prototipo dello stigma come l’inadeguatezza del soggetto che origina dall’inconciliabilità tra essere e dover essere.
COSTITUZIONE
E’ a questo punto che si riscontra la simbiosi tra il contesto sociale e Carta Costituzionale: la garanzia dei diritti inviolabili dell’uomo unitamente all’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà( art. 2 cost.), il diritto al lavoro e la garanzia sulla scelta dell’attività da svolgere affinché concorra al progresso materiale o spirituale della società(art.4 cost.), la promozione dello sviluppo della cultura(art.9 cost.), l’inviolabilità della libertà personale già derogata dalla detenzione( art.13 cost.), l’associazionismo( art.18 cost.), libertà di manifestazione del pensiero( art 21 cost.) infine il cardine del sistema, la rieducazione del condannato( art 27.3 cost.). Tuttavia il contesto sociale e la Carta Costituzionale sono necessario ausilio per il detenuto ma non sufficienti a consentirgli una vita degna dello status che, non meno di noi ricopre: l’essere uomo.
IL VALORE UMANO
L’ultimo step, in ordine solo cronologico, è proprio l’uomo. E’ così che l’iniziativa della Cooperativa “Il Germoglio” non solo è degna di nota ma costituisce un esempio di solidarietà e umanità per tutti. Nello specifico, la trasformazione dell’uva in vino si presenta come un’attività in grado di trasmettere un bagaglio di valori troppe volte sconosciuti alla società odierna: il senso del sacrificio come produttivo di meritevolezza, il valore delle tradizioni al fine di ricostruire l’identità di un uomo, la collaborazione reciproca affinché si riaccenda il calore umano e, solo in ultimo, l’acquisizione di competenze lavorative spendibili per convertire lo stile di vita dell’uomo caduto in errore. L’uomo sbaglia costantemente ed, è in questo il valore della solidarietà: nella consapevolezza del fatto che soltanto uomini soli cadono in errori apparentemente irreversibili. Il senso della reversibilità dell’errore è nella capacità di tornare ad essere uomo e non più oggetto in mano di automi spietati ed altrettanto soli.
“Bisogna veramente che l’uomo muoia perché altri possa appurare, ed ei stesso, il di lui giusto valore” (Vittorio Alfieri)
Cooperativa sociale “ Il Germoglio”
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