#IORESTOACASA, UNA RICETTA E UN VINO AL GIORNO 33: I crocchè senza panatura di Ciro Pellone e il Brut contadino di Ciro Picariello
di Adele Elisabetta Granieri
C’è chi leggerà il Decamerone e chi scriverà “Le mie prigioni”, noi abbiamo pensato di suggerirvi una ricetta e un vino al giorno, affinché la cucina, il buon cibo e il buon bere ci siano di conforto nel trascorrere qualche serata a casa. Le ricette saranno semplici, da realizzare con ingredienti facilmente reperibili andando a fare la spesa come previsto. Quanto al vino, saranno suggerimenti di massima, da sostituire con quello che avete già in casa, che trovate facendo la spesa ordinaria o che potete acquistare online.
La ricetta dei crocchè di patate senza panatura, che fanno venire l’acquolina in bocca solo a guardarli in foto, è di Marco Pellone, della pizzeria Ciro Pellone. Il vino in abbinamento, invece, è di Ciro Picariello: il Brut Contadino, un Fiano spumantizzato con metodo classico, senza sboccatura, di rustica eleganza.
I crocche’ senza panatura
(di Marco Pellone)
3 uova
3 tuorli
150 g romano grattugiato
150 g parmigiano reggiano
Pepe q.b.
Sale q.b.
Fior di latte tagliato a pezzi
Prezzemolo
Preparazione
Bollite 2kg di patate, togliete la buccia, passatele bene nello schiacciapatate e lasciate raffreddare almeno un’ora. Aggiungete alle patate schiacciate le uova, il prezzemolo e i formaggi grattugiati, aggiustate di sale e pepe e mescolate tutto finché l’impasto non risulti morbido ma di buona consistenza.
Prendete in mano 80/100 g di impasto schiacciate bene e aggiungete un pezzetto di fior di latte precedentemente tagliato, poi chiudere il tutto con le mani per formare il crocchè.
Friggete in padella con olio a 180 gradi, asciugate su carta assorbente e servite caldi.
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Vino
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Brut Contadino, Ciro Picariello: dalle colline di Summonte, un Fiano spumantizzato con Metodo Classico che
profuma di fiori di biancospino e agrumi, con soffusi richiami di pietra bagnata e cenere. Il sorso di caratterizza per una pronunciata vena fresco-sapida e si tratteggia di mineralità gessosa. Si tratta di uno spumante non sboccato: ognuno, al momento del consumo, potrà decidere se eseguire la sboccatura per espellere i lieviti, oppure berlo “integrale”.
- Pasta e Patate con Fiano di Avellino
- Ribollita e Chianti Istine
- Pizza in teglia e Gragnano Ottouve
- Scammaro e Costa D’Amalfi rosato Tenuta San Francesco
- Polpo alla carbonara e “C” di Francesco Guccione
- Spaghetti con pomodoro grigliato e Colle Rotondella di Cantine Astroni
- Spaghettini con acqua di limone e provolone e Marenevedi Federico Graziani
- Pizza di scarole, Kai di Paraschos e zeppole di San Giuseppe
- Spaghetti alla Puveriello e Fiorfiore di Roccafiore
- Carciofi ripieni e Lambrusco Spumante MC Rose di Cantina della Volta
- Carciofi ripieni di brodo di pollo e Lambrusco Spumante MC Rosé di Cantina della Volta
- Pancotto broccoli e fagioli e Cerasuolo d’Abruzzo Baldovino di Tenuta I Fauri
- Brioscia col tuppo e Banana pancakes
- Pasta allo scarpariello e Artus di Mustilli
- Danubio salato e Pietrafumante di Casa Setaro
- Polpette alla napoletana e Ariapetrina di Masseria Felicia
- La gricia e Rosantico di Podere di Pomaio
- Pitoni messinesi e Vignammare di Barraco
- Uova in purgatorio e Idea di Varvaglione 1921
- Gnocco fritto e Lambrusco di Sorbara Rito di Zucchi
- I taralli e il Prosecco Colfondo di Bele Casel
- Il gattò di patate e il Trebbiano d’Abruzzo Castello di Semivicoli di Masciarelli
- Il frico di patate e Sacrisassi bianco le Due Terre
- Cavatelli ai fagioli borlotti e Maschitano rosato di Musto Carmelitano
- Focaccia di Recco e L’Amiral di Maccario Dringenberg
- Pizza rustica napoletana e Moscato d’Asti Vite Vecchia Ca’d’gal
- Tortano napoletano e Pashkà di Casebianche
- Cacio, pepe e carciofi croccanti e Trebbiano d’Abruzzo Vigneto di Popoli di Valle Reale
- Fiadoni abruzzesi e Pecorino di Tiberio
- La zuppa di cozze del Giovedì Santo e il Piedirosso dei Campi Flegrei di Agnanum
- La pastiera e il fior d’arancio passito Alpianae di Vignalta
- Nepitelle calabresi e Greco di bianco passito di Cantine Lucà
- I crocchè senza panatura e il Brut contadino di Ciro Picariello
- Baccalà in cassuola e Piedirosso Colle Rotondella di Cantine Astroni
- Seppie e piselli e Vigna Lapillo rosato di Sorrentino
- Farinata di ceci e vermentino Solosole di Poggio al Tesoro
- Alici in tortiera e Greco di Tufo Torrefavale di Cantine dell’Angelo
- Carciofi in cassuola e Lacryma Christi bianco Territorio de’Matroni di Cantine Matrone
- Sfogliatelle e Passito di Pantelleria Ben Ryè di Donnafugata
- Bombette pugliesi panate ed Es di Gianfranco Fino
- Calamari ripieni e Vermentino di Gallura Clos di Atlantis
- Mezzi paccheri fave, guanciale e pecorino e Cerasuolo d’Abruzzo Giusi di Tenuta Terraviva
- Torta di rose e “Regina di felicità” di Cascina Baricchi
- Pastiera montorese e Aglianico Magis di Antico Castello
- Braciole ripiene al sugo e Aglianico del Taburno Vigna Cataratte di Fontanavecchia
- Ravioli capresi e Costa d’Amalfi Rosato di Tenuta San Francesco
- Spaghettoni burro e lievito di Riccardo Camanini e Chardonnay di Isole E Olena
- Pasta ricotta e ‘nduja e Cirò Rosato di Cataldo Calabretta
2 Commenti
I commenti sono chiusi.
veramente il crocche’ senza panatura e’ un must dei Fratelli Salvo, diamo a Cesare quel che e’ di Cesare…
Ma infatti noi della pizzeria CIRO Pellone non pensiamo minimamente di atttribuirci questa paternità abbiamo solo pubblicato una nostra ricetta, in una nostra versione sperando di aver fatto cosa gradita.