Indimenticabile Festa in Condotta Slow Food Agro Nocerino Sarnese
di Marco Contursi
E’ stata la più bella delle cinque feste fatte. La location Villa Calvanese, gli chef, i produttori,le persone, l’organizzazione, tutto perfetto. Per una sera l’agro nocerino sarnese è stato protagonista della scena gastronomica regionale. Per una sera, appassionati di cucina e vini di tutta la Campania sono venuti nella terra dei pomodori per scoprirne le bontà. Per una sera non siamo stati la terra del Sarno che puzza (solo un piccolissimo tratto) ma la terra dei iammarielli, dei sanmarzano, dei corbarini, dei cipollotti, dei tantissimi ragazzi che sono venuti a cucinare perché amano due cose: la cucina e il territorio. Età media 30 anni, sotto lo sguardo attento di Raffaele Vitale che anni fa ha tracciato la strada a cui tutti si sono ispirati. Bravi, bravi bravi.
E la passione di questo territorio, ha raggiunto tanti produttori di vino e Birra che hanno voluto unirsi alla festa, trasformandola anche nella loro festa tra risate, assaggi, e tanti tanti brindisi.
E non potevano mancare i Maestri pasticcieri, sempre eccezionali. Mi ha scritto un partecipante dopo la festa:”ora come farò a mangiare i dolci del mio paese dopo aver provato queste leccornie?
Ma stamane ognuno è tornato alla dura realtà fatta di sacrifici, troppo spesso non ricompensati dai clienti che preferiscono località più in, come la costiera o i capoluoghi. Ma l’Agro nocerino sarnese non vuol morire e ieri ha gridato a tutti: veniteci a trovare. E ogni appassionato di gastronomia almeno 1 volta deve venire a provare i sapori contadini di questa terra, il cui spirito lo ha incarnato in pieno Nonna Nannina, 86 primavere ma cuoca battagliera con la sua minestra di gallina che era a dir poco eccezionale.
Non è stata una sagra ma la dimostrazione che l’unione fa la forza e che si vince se si rema tutti nella stessa direzione. La prova tangibile che tante individualità possono diventare una magnifica coalizione se c’è chi gli ricorda il comune denominatore dei loro piatti:il territorio. La prova concreta che ci sono ancora tante persone come i componenti della piccola tavola della condotta slow food locale o i componenti dell’associazione Amici di Villa Calvanese dell’eccezionale Carmine Capuano, o la giornalista Nunzia Gargano che lavorano sodo e gratis per far crescere la terra dove vivono. Non sarò fiduciario slow food a vita, anzi a breve scadrà il mio mandato, ma conserverò sempre nel cuore i ricordi di serate come questa con la speranza che non siano fuochi fatui ma l’inizio di un cammino lungo e proficuo per tutti questi chef.
Si avvicina l’inverno e la robusta cucina di questo territorio dà il meglio di sé. Cosa aspettate a venirci a trovare?
Foto di Nicola Guarino e Paolo Novi
16 Commenti
I commenti sono chiusi.
Confermo. Tutto vero. Grande serata. Marco sei UNICO!
Marco, ti conosco abbastanza per dirti che sei una forza trainante, una risorsa umana, culturale, gastronomica ed organizzativa non solo per il territorio che tu rappresenti, ma per tutta la Campania ed anche per tutto il Mezzogiorno. E poi sei umile, disponibile e capace come pochi. Ad avercele persone come te così disinteressate, appassionate e preparate, sicuramente crescerebbe di più il valore di tutto il comparto gastronomico regionale. Peccato soltanto che non capisci molto di vini… sic!
Ti prego soltanto di non lasciare le cose a metà, cerca di farti rinnovare il mandato do fiduciario perché altrimenti va tutto a scatafascio nel territorio dell’agro nocerino-sarnese! Un forte abbraccio.
Tutto Magnifico Bello e Soprattutto Buono…..Ringrazio Marco Contursi vecchio amico dai tempi in cui per vari anni… lui da aitante fidato e io desideroso di apprendere il mondo Slow nelle belle serate che abbiamo trascorso dalla MITICA signora Rita Abbagnale (dispiaciuto di non averla vista e salutata ieri distratto dall’impegno con il Collega Paolo Novi nel dare un ricordo fotografico alla serata)……Sicuro di riprendere a frequentare le iniziativi di SLOW FOOD ……….GRAZIE a TUTTI i PARTECIPANTI E SOPRATTUTTO A MARCO FIDUCIARIO IN ETERNO X LA SUA COMPETENZA E SIMPATIA Viva l’agro viva la Campania in una Grande Italia di Meraviglie Enogastronomiche …………Ciao
Marco Conturusi un nome una garanzia, per l’agro,la sua cucina e i suoi ” cucinieri “.
davvero complimenti a tutti FANTASTICA
Che peccato non esserne stato a conoscenza, sicuramente avrei partecipato.
Marco la notizia è uscita su questo blog.Mi dispiace, se mi lasci la mail ti aggiungo alla mailing list della condotta.puoi scrivermi per lasciarla a [email protected]
un grazie a marco e lo staff x la bella serata e la sua passione che mette a disposizione del territorio che rispecchia nei suoi occhi,felice di rivedere tanti colleghi e blogger ,poi x me lo e’ stato ancor di piu ‘dal mio fresco ritorno da parigi dove la situazione e’ poco piacevole,ma l’importante era esserci e festeggiare tutti insieme!
Grazie Marco per la bellissima serata!!!!!
complimenti Marco a te e alla condotta, condivido, veramente la più bella delle feste che hai organizzato fino ad oggi e a cui ho sempre partecipato, a partire dalla fantastica location che benissimo si prestava ad ospitare tale manifestazione, passando per la proverbiale organizzazione.
Il resto lo hanno fatto la tua infinita passione, tutti i tuoi e i nostri operatori del settore che meritano ogni successo e la nostra continua presenza e i tanti festosi, curiosi e amanti della buona enogastronomia.
Se c’è da votare x Marco Fiduciario a vita Slow Food….io sono pronto!!!
Rimango in attesa di altre belle iniziative a cui partecipare, un grande saluto e In Bocca al Wolf a tutti
Non si può commentare solo i lati positivi……ecco qualche piccolo appunto ……!!:)
..che spero possa essere costruttivo
Sarebbe il caso di ricordare ai ristoratori che partecipano (parteciperanno in futuro) che e’ giusto sottolineare , esaltare, pubblicizzare il proprio lavoro e la propria azienda (del resto loro partecipano proprio per questo e immagino a titolo gratuito) , ma non bisogna “dimenticare” quali sono gli ingredienti utilizzati.
Ho avuto l’impressione, solo in alcuni casi , che ci si dimenticasse proprio “del territorio” , o , il territorio fosse rappresentato solo dalle loro “mani e fantasia” e che in quel caso gli ingredienti potessero essere … provenienti da “qualsiasi dove” ……. (e non parlo certo del tonno pinne gialle …..che in Italia non abbiamo e quindi dobbiamo accontentarci solo della sapiente lavorazione)
Sono uno di quelli che, alla quarta presenza, domanda e non solo assaggia ….
complimenti a Marco e tutti coloro che hanno partecipato!
Ieri mattina “a caldo” ho scritto:
Quest’anno Marco ha superato se stesso.
Organizzazione ottima; la perfetta locazione dei tanti punti di ristoro ha consentito a tutti i numerosissimi partecipanti di gustare con tranquillità le prelibatezze offerte, senza affollarsi.
Marco non ama che si stilino classifiche ma io ritengo che le regole siano imposte per esser violate ed allora conferisco il mio personalissimo primo premio alla “scarolella in brodo di gallina ruspante” di “Nonna Nannina” di Cava dei Tirreni. Se le stelle Michelin fossero conferite alla qualità delle pietanze e non alle alchimie mistificatorie di chi cucina Nonna Nannina avrebbe meritato non 3 ma almeno 4,5 stelle. Ma io sono stato definito da Antonio Fiore “talebano del territorio” per il fanatismo con il quale difendo i sani, gustosissimi sapori di un tempo e coloro, purtroppo pochissimi, che li sanno offrire. Tra questi, certamente, la Macelleria Di cotte e Di crude di Angri che ha presentato la “Signora Porchetta” smentendo il luogo comune che l’unica porchetta sarebbe quella di Ariccia. Questa, invece, denota anzitutto che è stato utilizzato un maiale che sapeva di porco. Non quella insipida carne di maiale che ci viene propinata normalmente dal sapore indefinibile pari al vitello, al tacchino, all’agnello, al coniglio, al pollo allevati con lo stesso mangime per cui l’insapore di tutte le carni si assomiglia. Ottima anche ‘a carcioffola arrustuta di “O Ca bistro” di Nocera Inferiore, tenerissima con il profumo della brace sulla quale era stata arrostita. l’ho bissata e, poi, ripassato in loco, l’ho trissata. ‘A meveza ‘mbuttunata di Nonna Giulia, Lettere ha dimostrato che non soltanto a Palermo e Salerno si può gustare questa straordinaria leccornia, vetusto ricordo dei più saporiti cibi di strada. Notevole altresì la “pasta mista ad iammarielli” presentata da “Al Paese” di Nocera Inferiore. Pasta al dente e iammarielli dal tenue sapore delicatissimo, un tempo vanto del fiume Sarno che, generosamente, offriva prodotti eccellenti.
Ma ora l’inquinamento ha distrutto tutta la produzione ittica del fiume e, con essa, il mitico “Sandulillo ‘e vagne” dove ci si recava per poter mangiare tutto l’anno anguille e capitoni.
La zuppa ‘e maruzzielli (di mare, aggiungo) offerta da Evù di Vietri sul mare induce a provare anche gli altri piatti del ristorante per stabilre se tutta la cucina è all’altezza, elevatissima, di questa zuppa.’A scarola allacciata del Mascalzone di Scafati è una reinterpretazione della “scarola ‘mbuttunata” (quella di Natale, per intenderci) delicatissima, un capolovaro di vari sapori sapientemente equilibrati. Da far perdere la testa la pera ‘mbriaca (di aglianico) servita con una pallina di formaggio tenero conferma del detto: “AL CONTADINO NON FAR SAPERE QUANTO è BUONO IL FORMAGGIO CON LE PERE”.
Degno di nota lo stocco e patane di ‘O Romano (che romano non è) di Sarno. Un ristorante, segnalatomi da Marco, che ho reiteratamente apprezzato.
Ottimi, come al solito, i salumi di maiale nero di un’altra vecchia conoscenza l’agriturismo Mastrofrancesco di Morcone.
La genovese di marchigiana alle due cipolle di “Dalla padella alla brace” di Angri un pò troppo pallida per i miei gusti; soltanto abbronzata all’Obama; la preferisco alla Noemi Cambell,
I cavatelli al ragù di capra della Pignata di Bracigliano notevoli per la preparazione a vista dei cavatelli, realmente fatti a mano ma il ragù ricordava ‘a carne cù ‘a pummarola di eduardiana memoria.
‘A zuppa ‘e suffritto di Philly d’Uva di Pagani derogava totalmente dalla massima della Nonna della Torretta:” ‘a zuppa forte addà fà chiagnere” perchè dev’esser talmente FORTE da far lacrimare mente la si gusta. La gentile offerente alla mie rimostranze ha addotto per giustificarsi ciò che, purtroppo, sento molto spesso: oggi i clienti non apprezzano i sapori forti preferiscono mangiare delicato” (Jate ‘a magnà a ‘o Cardarelli consiglieri loro).
Un antico sapore ritrovato: pane, burro ed alice salate” di Botteghelle 65.
Passiamo alle dolenti note.
Un piatto per me completamente sbagliato la “reintepretazione di pasta e patate” . Per carità di patria non indico l’autore della nefandezza.
Sono sincero, mi è sembrato che tutti usassero ingredienti del territorio, dove possibile, idem dicasi per le ricette,squisitamente locali.Eccezione hanno fatto i locali che hanno proposto cucina di mare ma va capito.Avere delle signore ultraottantenni che fanno la pasta fresca davanti a tutti o che cucinano la minestra di gallina, per me non ha prezzo. Riguardo poi alle critiche ad alcuni piatti, la soggettività del gusto ha fatto sì che altri convenuti i medesimi piatti li hanno graditi molto. E’ il bello dell avere ognuno un palato diverso dall altro e non ci sono vangeli.
Resto comunque invidioso di tutti i partecipanti, visto che è l’unica sera all’anno in cui io mangio poco o niente.Ho da badare che tutto fili liscio anche se sono supportato da tanti amici. Resta un evento unico, nato piccolo e cresciuto col sudore di tanti…..ma consentitemi….soprattutto il mio. Veniteci però a trovare tutto l’anno, i locali meritano tutti.
Già attuo, da tempo, concretamente il Tuo invito e vengo, più volte,a mangiare nell’agro nocerino-sarnese e mi sono trovato sempre benissimo. Ora proseguirò, con sempre maggiore entusiasmo, le escursioni gastronomiche augurandomi di godere, almeno qualche volta,del la Tua competentissima guida e della Tua compagnia
Sanfedista sarà un onore e un piacere farti da cicerone gastronomico e dividere la tavola con te.
Lanciamo un KCC (chi c’è, c’è) di maccheronica memoria?