In giro per cantine flegree: Cantine Babbo
di Mimmo Gagliardi
Fine Aprile 2013. I vigneti stanno per riprendere la fase vegetativa. Le gemme stanno per schiudersi, anzi, qualcuna ha già rivelato le sue tenere foglioline al primo sole primaverile. L’aria salmastra della terra flegrea pervade la cresta del cratere dell’Averno, che qui chiamano Scalandrone. Da questo luogo una lingua di terra si protende verso Capo Miseno e Monte di Procida dividendo due mari: da un lato il golfo di Pozzuoli e, sullo sfondo, Napoli, dall’altro il canale che divide Monte di Procida da Procida e Ischia. Una terra vulcanica tra due vulcani, il Vesuvio e l’Epomeo. Tommaso Babbo e Pia Costigliola sono flegrei, persone vulcaniche e intraprendenti, e mi accolgono con calore sulla soglia della cantina, dove fervono le attività di imbottigliamento.
Cantine Babbo nascono, ufficialmente, nel 1996, ma la storia enologica della famiglia Babbo risale agli inizi del 1900, quando il nonno di Tommaso, di cui lui è omonimo, acquistò qui sei ettari di terreno con alcuni piccoli fabbricatini rurali, in puteolano definiti “ricietti”, che oggi sono divenuti la cantina di trasformazione.
Andiamo a fare un giro tra i vigneti che guardano Ischia. Le viti di piedirosso, alcune ultracentenarie, vengono potate alla maniera antica, a “spalliera puteolana”, e i tralci vengono tenuti “lunghi” poiché questa pianta ha una produttività ridotta a fronte della grande capacità vegetativa. Occorre, infatti, conservare quante più gemme possibili in fase di potatura per aumentare la percentuale di futuri tralci produttivi. Il risultato di quest’opera è una moltitudine di forme apparentemente senza un senso. Ogni tralcio è un rebus: da dove inizia e dove finisce?
Qui la fillossera non ha attecchito, il terreno è sabbioso. Le piante antiche sono ancora li, fiere e produttive e le loro forme odierne sono il risultato di oltre cento potature. E’ bellissimo il colpo d’occhio di questi guardiani della storicità flegrea che godono del sole e guardano il mare. Il vigneto di Cantine Babbo è stato recentemente incluso nell’elenco dei vigneti storici della Regione Campania.
Altro elemento rilevante è la riproduzione dei tralci. Qui avviene per “calata”, ossia si interra un tralcio proveniente da una vite vicina, ma senza tagliarlo dal tronco madre. L’estremità che si trova nel terreno produrrà autonomamente un apparato radicale e, appena pronto, verrà separato dalla vite madre per proseguire una vita propria. Tale tecnica, ovviamente riproducibile solo in terreni come questi dove è impossibile l’attacco della fillossera, consente una continuazione genetica delle piante presenti nel vigneto.
Dopo lo splendido giro tra le viti ci concediamo alla degustazione dei vini di Tommaso e Pia.
L’azienda produce due spumanti di qualità, realizzati con metodo Martinotti o Charmat: Malazè, bianco da uve di falanghina e Montenuovo rosè da uve piedirosso, entrambi con tenore alcolico 12% e ideali per aperitivi o per accompagnare pranzi leggeri a base di pesce. Il Malazè è profumato, con sentori floreali e di frutti freschi a polpa gialla, presenta una bella freschezza e una gradevole bollicina. Montenuovo richiama alla mente sentori di ciliegia e fragola e si presenta al gusto fresco e dotato di una leggerissima tannicità.
Passiamo ai vini fermi. La 2012 è in corso di imbottigliamento, ma gli assaggi dalle vasche promettono benissimo. Si stappa la 2011.
Sintema è Falanghina dei Campi Flegrei DOC e presenta le classiche caratteristiche territoriali. Colore giallo paglierino. Al naso note di fiori bianchi e di frutta a polpa chiara con la costante presenza di un sentore minerale/salino. Al gusto è fresco, corposo e con un finale tra l’agrumato e il salino.
Terracalda è Piedirosso dei Campi Flegrei DOC e, anche qui, siamo sul classico. Colore rosso rubino mediamente penetrabile. All’olfatto aromi di ciliegia e fragola, leggera nota di chiodo di garofano e, di fondo, anche qui è presente un sentore minerale/salino. Al gusto è fresco, corposo, con una bella tannicità e con un finale salmastro.
Tommaso, per lo più, produce i vini per il ristorante di famiglia, Villa Gitana, situato accanto alla cantina, tra i vigneti, e con una doppia vista mozzafiato: da un lato il lago d’Averno, con i suoi misteri e la sua calma, dall’altro Bacoli, Capo Miseno, il lago del Fusaro, il litorale sabbioso di fronte a Procida e Ischia, che da Monte di Procida porta a Cuma e, poi, ininterrottamente, fino a Gaeta.
Se vi trovate nei Campi Flegrei venite a trovare la famiglia Babbo e, magari, se vi trattenete con loro potrete godere per un giorno delle bellezze e delle bontà del luogo. Direi che è un’occasione imperdibile.
Foto: il lago d’averno dal giardino di Villa Gitana
CANTINE BABBO
Via Scalandrone, 22
80078 Pozzuoli – Napoli
Telefono: 081 868 8316
www.cantinebabbo.it
VILLA GITANA
Via Scalandrone, 22
80078 Pozzuoli – Napoli
Telefono: 081 868 7831
www.villagitana.it
Un commento
I commenti sono chiusi.
Bel giro e bella ospitalita’. Grazie a Tommaso e Pia.