Il vino “Rosa” Donnafugata e Dolce&Gabbana
di Marina Betto
Dalla joint venture tra Donnafugata e Dolce&Gabbana nasce “Rosa” un vino rosato che già fa molto parlare di se. Come per la moda il momento della sfilata decreta la consacrazione delle idee portate in passerella così per una casa vinicola la presentazione di una nuova etichetta ci chiarisce lo stile di produzione. Di vino rosato in Italia se ne parla molto ma se ne beve ancora troppo poco. Sulla carta dei vini continua ad essere messo ai margini e chi lo sceglie viene guardato con ironia. Coloro che si dichiarano suoi estimatori spesso accompagnano tale predilezione giustificandola con spiegazioni che dovrebbero essere illuminanti ma che in realtà tediano chi le ascolta, sciorinando conoscenza di areali geografici che riguardano quasi sempre ed esclusivamente la Francia e i suoi rosé o le bollicine d’Oltralpe le uniche a loro dire di essere degne del colore rosa.
In Italia lì dove il vino rosato è tradizione come in Puglia, Abruzzo, il Garda si lotta come dei Don Chisciotte contro i mulini a vento, si disquisisce sui vitigni più adatti alla vinificazione in rosato e sul colore del vino a cui si attribuiscono spesso i motivi per i quali non viene scelto dal consumatore che ritiene la colorazione più intensa e aranciata soprattutto dei rosati del sud un motivo discriminante a favore di una tinta più pallida e pastello associata ad una maggiore finezza e gradevolezza. Il colore invece come quello della pelle così come quello della pelle dell’uva ci segnala una provenienza, un’origine, ci parla di luoghi geografici e quindi di tradizione, ci informa sul carattere della vite, da al vino riconoscibilità e distinzione. Donnafugata ha scelto per “Rosa” il Nerello Mascalese e il Nocera attingendo ad un patrimonio ampelografico solo siciliano. Il Nerello Mascalese è vitigno etneo abituato al freddo ha una buccia povera di antociani, quindi rilascia poco colore al mosto, vuole il suolo del vulcano per crescere e sviluppare quella carica minerale da trasmettere ai vini.
Il Nocera è una varietà poco nota e quasi scomparsa che Donnafugata ha rivalutato per potenza e acidità, piantandola in collina a Contessa Entellina. Dopo la diraspatura e pigiatura soffice la macerazione a freddo per una mezza giornata per un’ottimale estrazione cromatica e aromatica, il blend di “Rosa” viene affinato per due mesi in acciaio e almeno tre mesi in bottiglia. Con questo nuovo vino rosato che sta per uscire sul mercato proprio a giugno é così che l’azienda parla di Sicilia legando anche il brand a quello degli stilisti Dolce e Gabbana che hanno fatto della sicilianità, i vestiti neri, la coppola e la canottiera bianca e il folklore siculo uno stile sartoriale.
José e Antonio Rallo dimostrano un grande amore per la loro terra natale e la volontà di far conoscere al mondo i colori , il profumo,la storia della cultura siciliana ha trovato nella collaborazione con i due stilisti un modo per accentuare maggiormente questo intento. D&G curano tutta l’immagine coordinata del vino, l’etichetta e il packaging. La grafica è ispirata dall’iconico carretto siciliano simbolo di un mondo antico, rurale che si esprimeva dipingendo con colori accesi il mezzo contadino che si utilizzava nei campi e nelle trazzere oggi conosciuto in tutto il mondo come simbolo della Sicilia. Le bottiglie prodotte sono 16.000 in tutto e il prezzo altezzoso 24,50 euro in enoteca e sui principali canali on-line.
www.donnafugata.it/it/i-vini/rosa
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