Il pomodoro di Belmonte Calabro, cuore di bue e nascita della Comunità del Cibo Slow Food
Il pomodoro, si sa, viene dall’America. Ma di questo fantastico ecotipo si sa con precisione che arrivò nella valigia di Guglielmo Mercurio che, tornato dopo un periodo di emigrazione, lo piantò a Belmonte. Siamo in provincia di Cosenza, sulla costa tirrenica a ridosso di Amantea.
Una bistecca naturale di salute: iI pomodoro Belmonte fa parte della tipologia dei pomodori da mensa a portamento indeterminato. L’ecotipo si presenta in due diverse tipologie il “Cuore di Bue” e il “Gigante” e viene coltivato in tutto l’areale del comune di Belmonte ed imitato in tutte quelle zone che presentano condizioni pedo-climatiche simili a quelle del piccolo centro del tirreno cosentino.
Questo meraviglioso ortaggio si trova solo sul mercato locale: ideale per le insalate estive, è il momento di godere una delle tante meraviglie della Calabria.
Il “Cuore di Bue” presenta una sezione longitudinale maggiore di quella trasversale, e con cicatrice superiore (attaccatura al picciolo) un po’ spostata, perciò il frutto assumerà raramente una forma simmetrica. E’ di colore rosa che vira al rosso a maturazione completa.
Il “Gigante” presenta un diametro maggiore o uguale a quello longitudinale; ha la forma tipica del pomodoro insalataro; a differenza del “Cuore di Bue” ha costolature più marcate e una pezzatura molto maggiore potendo arrivare anche a 1/1,5 kg ( in taluni casi anche 3 chilogrammi); il colore è rosa che lascia spazio al rosso a maturazione completata.
La tipologia che riscontra maggiore interesse e apprezzamento tra i consumatori è il “Cuore di Bue”.
Le produzioni sono dislocate in eguale misura sulla fascia costiera e sulla fascia collinare – montana: da 0 metri sul livello del mare a 600 metri di altezza.
Il legame indissolubile con il territorio è un vantaggio competitivo che pone il comprensorio, che coltiva il Belmonte, in una condizione di innegabile superiorità rispetto ai potenziali concorrenti. Le colline declinanti verso il mare che proteggono dal freddo e dal vento e scaldano le colture, come d’altronde fa incessantemente il mare, il clima mite che favorisce i trapianti anticipati, il sottosuolo ricco di sostanze nutritive e con un buon livello di acidità e le acque pure, soprattutto nelle zone collinari-montane, il giusto livello pluviometrico del comprensorio, sono solo alcune caratteristiche del territorio che agevolano l’allevamento delle piante di Belmonte. A ciò si aggiunge l’adattabilità del pomodoro alle più diverse condizioni di terreno e di quota altimetrica (si coltiva dai 0 ai 600 metri).
Ma è la conservazione delle caratteristiche genetiche che rende unico il pomodoro di Belmonte; questo è il frutto del sapiente e tradizionale lavoro degli anziani che permette all’ecotipo di conservarsi in purezza.
Spesso, infatti, il miglior germoplasma è in possesso di agricoltori che da generazioni eseguono una sorta di selezione e di moltiplicazione e che hanno sempre prodotto le piantine in semenzai casalinghi.
I produttori di pomodoro si rivolgono a mercati prettamente locali e la maggior parte di essi vendono il loro prodotto su banchi di legno ricavati dagli stessi produttori a bordo della Strada Statale 18 che è il percorso alternativo per antonomasia alla disastrata autostrada A3 e dunque molto frequentata e percorsa dai turisti.
E’ evidente come alto sia il rischio che questa coltura tanto legata al territorio possa essere dismessa. Da qui l’idea di costituire la Comunità del cibo del pomodoro di Belmonte e far conoscere questo ecotipo e le sue caratteristiche gastronomiche ad un numero sempre crescente di persone. La Comunità è costituita non solo da produttori di pomodoro ma da ristoratori, da un agronomo e da chi, come una nostra associata, ha costruito un intero spettacolo teatrale in vernacolo sul pomodoro.
Notizie utili
www.pomodorodibelmonte.it
Responsabile della Comunità: Rosario de Micheli
Produttori
Rosario De Micheli, [email protected]
Nicola Martire, [email protected]
Salvatore Brusco, 0982.47093
Disciplinare di produzione e notizie tecniche
Giovanni Arlia, 334.4080943
La ricetta
Tra le ricette gastronomiche più note si ricorda il “condiglione” cioè un’insalata di fette di pomodoro condite con cipolla rossa di Tropea, capperi, rondelle di peperoncino fresco, olio extravergine di oliva, basilico, sale in cui si può aggiungere, in una versione ancora più raffinata, lamelline sottili di bottarga di tonno di Pizzo Calabro, oppure il pomodoro di Belmonte abbinato a provole fresche o al pesce spada cotto alla brace, oppure la frittura di pomodoro insieme al pescato di paranza o ancora crudo con cipolla e coda di aragosta.
4 Commenti
I commenti sono chiusi.
E’ proprio un peccato che il Pomodoro di Belmonte Calabro non arrivi qui in Romagna, mi piacerebbe molto assaggiarlo, preparato in insalata, e magari quando arriva ad una maturazione più avanzata, tagliarlo a metà e cucinarlo gratinato con un ripieno di pane grattugiato, prezzemolo, olio di oliva, sale e pepe, accompagnato da Piadina calda e un buon bicchiere di Sangiovese. La terra Italiana sforna dei prodotti unici al mondo grazie alla cultura legata all’agricoltura, e grazie alla esperienza dei nostri contadini che hanno saputo dare vita a prodotti gastronomici che tutto il mondo vorrebbe avere. Ciao a presto
Si trova a maratea ?? Ma ce lo manderebbero anche a potenza ?? L’ho assaggiato… In Calabria ed è veramente una star .
Sodo, compatto e saporito. Che scorpacciate ne ho fatte.. all’insalata con la cipolla rossa di tropea, o anche sulla fresella insieme al tonno a filetti di Pizzo Calabro…
Abbiamo regalato per gioco dei semi ad un banchista del mercato che si trova a Venezia Campo Santa Margherita.
Naturalmente hanno un sapore, nonchè una colorazione, diversi , ma vanno letteralmente a ruba.