Il Panino Dop-Igp di Mc Donald’s, la via italiana alla qualità della multinazionale?
di Marina Betto
Negli anni “80 esplose il fenomeno dei paninari. Il primo fast food che ricordo si chiamava Burghy a San Babila Milano e fece epoca, poi vennero tutti gli altri. McDonald aprì il suo primo ristorane a Bolzano nel 1985 e dopo poco ci fu l’apertura romana in Piazza di Spagna che fece scandalo e alimentò molte proteste da parte degli abitanti del centro storico e soprattutto dello stilista Valentino che aveva l’atelier proprio lì vicino e detestava l’odore di quel posto e tutti quei ragazzi che si assiepavano nella piazza con i motorini per mangiare hamburger, che schiamazzavano e ridevano creando confusione nel tridente più chic del centro storico, succhiando dalle cannucce CocaCola e sbrodolandosi il piumino di ketchup e maionese addentando in strada quei panini così gustosi. Le cose sono molto cambiate da allora dopo quell’exploit e anche la ristorazione non è stata più la stessa.
Oggi la neo- ristorazione si compone non solo di fast- food ma di bar, mense, ambulanti, pizzerie, ristorazione da viaggio, agriturismo, wine -bar,food -hall, botteghe, macellerie, pescherie,street food e food-delivery. Tre sono gli elementi indispensabili per queste attività: la comunicazione, la creatività e le materie prime giudicate dal consumatore sempre più importanti. L’hamburger di chianina è nato per esempio dall’ utilizzo dei prodotti DOP e IGP, tendenza aumentata nel settore della neo-ristorazione del 39% negli ultimi cinque anni . Sempre più attività valorizzano nel menù soprattutto i formaggi, gli aceti, la carne e i salumi, i prodotti ortofrutticoli e l’olio di oliva DOP e IGP. Il contest promosso da Qualivita e Aicig con la collaborazione dei Consorzi di Tutela Dop e IGP per creare un buon panino con questi prodotti non è stato un’operazione banale perchè non è semplice, come ha spiegato lo chef Raffaele Bellini (chef McDonald’s Italia) agli alunni di due istituti alberghieri romani che si sono cimentati in una gara, creare il panino perfetto. Pane e salame, pane e mortadella, pane e formaggio sono sempre nell’immaginario di tutti quando si parla di panini e per creare una nuova farcia bisogna procedere per gradi. Innanzitutto si può cominciare da un disegno, colorarlo e dalla cromaticità espressa si può procedere selezionando gli ingredienti e quindi i fornitori poi bisogna pensare all’anatomia del gusto; in un buon panino ci deve essere una parte asciutta, una croccante ed una morbida. Fatto tesoro di questi consigli e scelti gli ingredienti tra circa 40 diversi prodotti DOP e IGP i ragazzi dell’ Istituto Vincenzo Gioberti e Ipsseoa Amerigo Vespucci di Roma hanno creato quattro panini presentandoli ad una giuria di giornalisti ed esperti del settore che hanno giudicato il nome, la presentazione e il gusto. Ipsseoa Amerigo Vespucci ha vinto con il panino intitolato KM 1300, perchè questi sono i km che uniscono il nord e il sud d’Italia. Hanno utilizzato Vitellone bianco dell’Appennino centrale IGP razza Chianina bordato con Pancetta Piacentina DOP croccante, Provolone Valpadana DOP fuso, Radicchio Rosso di Treviso IGP, salsa agrodolce alla Cipolla Rossa di Tropea Calabria IGP e Aceto Balsamico di Modena IGP, salsa maionese vegana allo zafferano di San Gimignano DOP. Tra gli altri ingredienti impiegati dai giovanissimi chef in erba negli altri panini c’erano lo Speak Alto Adige IGP, la fonduta di Parmigiano Reggiano DOP, la Brovada DOP, l’Insalata Luisa IGP varietà gentile, La Mozzarella di Bufala DOP, La Pancetta Piacentina DOP, Piave DOP.
Tutti i panini assaggiati sono risultati molto saporiti e molto simili per via della quasi medesima scelta di ingredienti, nessuno ha pensato di utilizzare il Pomodoro di Pachino IGP o la Toma DOP o azzardare il Miele varesino DOP magari per un dressing.Il seme della qualità è stato lanciato e la conoscenza e l’utilizzo di questi magnifici prodotti da parte dei giovanissimi garantisce di trasformare un’eccellenza per pochi in un piacere per tutti.