Il nuovo Ilario Vinciguerra e le sue performances in Spagna con 30 chili in meno
di Enrico Malgi
Ma che hai fatto? Non ti riconosco più. Ilario Vinciguerra, uno dei giovani talenti della nouvelle vague gastronomica nazionale e titolare dell’omonimo ristorante a Gallarate, mi guarda con un’espressione incantata e vorrebbe subito replicare, ma si trattiene e preferisce sorvolare sulla mia domanda. Corre in suo aiuto, invece, Marika la sua dolce metà: “Avrebbe dovuto farlo già prima – mi dice – ma negli ultimi tempi la cosa si è fatta urgente e non è stato più possibile procrastinare”. Di che cosa stiamo parlando? Naturalmente del fatto che Ilario sia dimagrito di oltre trenta chili negli ultimi mesi. Adesso, finalmente può sfoggiare una perfetta ed invidiabile silhouette. Devo ammettere, però, che tutto sommato mi dispiace un pochino, perché in parte smentisce quello che avevo vaticinato su di lui nel mio precedente servizio: “…Mai fidarsi di un cuoco magro…Ilario Vinciguerra ha proprio tutte le carte a posto, perché possiede certamente la phisique du ròle. Diciamo che ha una stazza imponente…”. Poco male, comunque: per il 2012, infatti, la Guida Michelin gli ha confermato la stella, la Guida dell’Espresso altrettanto gli ha confermato i due cappelli e il punteggio di 17/20 e così anche il Gambero Rosso ha confermato le due forchette e incrementato il punteggio del 2011 da 86 a 88/100.
Io e mia moglie ci siamo trovati non per caso nella nuova, elegante e raffinata location di Gallarate (dopo che Ilario ha lasciato saggiamente quella troppo angusta di Galliate) inserita in una villa stile Liberty, molto più ampia, più centrale e più funzionale di quella precedente. Siamo venuti qua (a parte il fatto che a Gallarate sono di casa, perché ho stretti vincoli di sangue e poi qui conduco spesso delle serate enologiche a tema all’enoteca “Sogno di…vino”), perché abbiamo voluto festeggiare il nostro anniversario di matrimonio. E certamente non potevamo scegliere di meglio; oltretutto Ilario si dimostra felice di ospitarci, di parlarci del suo lavoro e di questa nuova sede gallaratese. Tra una portata e l’altra ed una bottiglia di vino diversa, per accompagnare ogni piatto, servita magistralmente dal maitre-sommelier Marika, Ilario trova il tempo per sedersi al nostro tavolo e dialogare con noi. Gli chiedo quali sono i suoi progetti futuri e se nel frattempo, da quando non ci siamo più visti, ha combinato qualcosa di interessante, a parte il trasloco, naturalmente. Prima di rispondermi aspetta un momento, mentre intanto scorgo una luce che brilla nei suoi occhi. “La cosa più importante che mi è successa nell’ultimo anno – mi confessa – è stata sicuramente la nascita di mia figlia. Professionalmente poi – prosegue – ho avuto molte gratificazioni dall’estero, soprattutto dalla Spagna, dove recentemente sono stato invitato più di una volta”.
E sì, perché gli spagnoli apprezzano molto la sua innovativa cucina creativamente mediterranea, molto simile alla loro. Vengo a sapere che a fine settembre è stato a Valencia, ove ha partecipato con una sua elaborazione gastronomica a base di riso al “Congreso mundial del Arroz y homenaje a la Paella”, che si è tenuto alla Ciudad de las Artes y las Ciencias. Era sicuramente in ottima compagnia, perché praticamente era presente tutto il gotha mondiale dell’arte culinaria. Solo per fare qualche nome: Pablo Loureiro, Andreu Ruiz, Joan Petrell, Raùl Barruguer, Senén Gonzalez, Martin Berasategui, Sahin Karagòz, Hoth Sombath, Bernd Knòller, Hiroshi Kobayashi, Anatoly Komm, Josean Martìnez Alija, Alvin Leung, Jiro Ono, Alberto Herraiz, Mathias Dahlgren, Bo Bech e tanti altri ancora. Gli chef italiani intervenuti, oltre a Ilario, sono stati Giancarlo Morelli, Gualtiero Marchesi e Davide Scabin, che hanno rappresentato la più folta partecipazione straniera.
Nell’arco di quest’anno, poi, Ilario ha preso parte ad Alicante, che si trova nella stessa regione autonoma di Valencia, a tre conferenze nell’ambito della manifestazione Lo mejor de la gastronomia. Ha trattato temi della sua cucina e preparato dal vivo alcune sue specialità culinarie. In successione: Petto di anatra marinato, scottato solo sulla pelle, con una riduzione di soya ed arance ed un cannoncino farcito con il suo fegato. Spaghetti con crema di scarola leggermente affumicata e colatura di alici. Risotto mantecato con mele annurche e olio extra vergine di oliva e polveri di capperi di Pantelleria.
Ristorante Ilario Vinciguerra
Via Roma, 1 – 21013 Gallarate (VA)
Tel. 0331 791597 – Cell. 3383998470
[email protected] – www.ilariovinciguerra.it
Chiuso la domenica sera e il lunedì intera giornata. Gli altri giorni sempre aperto.
6 Commenti
I commenti sono chiusi.
BEH SCOPRIRE CHE IN FONDO E’ DEL BASSO LAZIO(PENSO CHE LO SIA VISTA LA SUA FREQUENZA ALL’ALBERGHIERO A GIANOLA) E DICIAMO QUASI PIU’ CASERTANO CHE LAZIALE CI ONORA
grande ilario lotrovo in splendida forma sia fisica che in cucina complimenti !!!!!!!!!!!!!!!!
Sig. Vincenzo, Ilario è napoletano purosangue e precisamente di Piazza Carlo III.
E’ vero, però, che ha frequentato l’Istituto Professionale Alberghiero “Angelo Celletti” di Gianola di Formia, dove si è diplomato nell’anno 1994 se non ricordo male, prima di spiccare il volo per lidi prestigiosi e iniziare così una carriera prestigiosa e ricca di successi. Ma la storia è appena cominciata, perché Ilario è ancora molto giovane e darà sicuramente il meglio di sé nei prossimi anni, glielo assicuro.
Si hai proprio ragione caro Enrico, Ilario è dimagrito ma di certo la sua cucina è sempre grande e lo diventerà sempre più, un onore per i Napoletani ma altretanto per gli Italiani. E ricordati amico – fratello Enrico ti aspetto sempre nella mia enoteca dove tantissimi clienti chiedono di te, specialmente in questo periodo. A dimenticavo appena vieni a Gallarate facciamo la serata bollicine. Un abbraccio.
Carissimo Raffaele, vedo che sei d’accordo con me a proposito di Ilario. Mi raccomando, tu che stai a Gallarate, vallo a trovare qualche volta e portaci i miei saluti. Per quanto riguarda la mia prossima venuta da te, innanzi tutto mi fa piacere che i tuoi affezionati clienti sentono il bisogno di altre serate con i vini campani e, soprattutto, cilentani. Penso che verrò su a gennaio o febbraio prossimi, d’accordo? Le bollicine franciacortine, trentine o più probabilmente champagnone mi intrigano molto.
Un caro abbraccio a te e salutasmi tutti gli amici della tua enoteca.
Un maestro ed un punto di riferimento che tiene alta le quotazioni della ristorazione anche e non solo del Gallaratese. Per noi che lavoriamo nella ristorazione un grande onore.Giovanni