Il libro | Il sangue di Montalcino scritto da Giovanni Negri


Einaudi. 18,50 €

L’autore è Giovanni Negri. Nel suo passato è stato Segretario del Partito Radicale, parlamentare ed euro parlamentare. Fondò l’osservatorio laico. Scrittore e giornalista, oggi, nelle Langhe è produttore di vino.

La trama: Roberto Candido, enologo di fama mondiale, o winemaker, “ che fa più fico”, come coglie ironicamente l’autore, viene trovato ucciso sotto un dipinto di San Cristoforo nell’abbazia di Sant’Antimo a Montalcino.  A svelare il segreto della sua morte sarà il Commissario Cosulich, che, manco a dirlo, di vino non capisce nulla e osserva, scettico, lo snobismo e i meccanismi di un ambiente di cui non coglie la sostanza.


Per risolvere il mistero, il Commissario imparerà ad approcciarsi ad un mondo affascinante e al contempo torbido fatto di enologi, produttori, grandi vini nazionali ed internazionali, invidie e provocatorie questioni che riecheggiano “ Difficile che il consumatore medio possa ormai distinguere un Cabernet da un Merlot nel momento in cui la barrique gioca un ruolo smodato in cantina….. La barrique doveva essere una serva del vino, ne è diventata la padrona” – pontifica uno dei personaggi chiave del giallo, il Professor Milioni. Così, tanto per citarne una e non oltre, per non togliervi lo sfizio della lettura.


Il finale è ovviamente a sorpresa e la storia si chiude secondo il canone classico alla Poirot – Agata Christie:  un banchetto in cui tutti i personaggi  son riuniti per conoscer la verità ed arrestare il colpevole. Certo è che le dinamiche , per un abituale lettore di gialli d’autore, sono quantomeno familiari. Il tono , la caratterizzazione dei personaggi , le descrizioni giocate su sfumature di audace e pungente scrittura rendono questo romanzo piacevole , colto e ricco. Si apre dunque un nuovo filone narrativo ? Per voi che viaggiate nel mondo del vino, proverete poi gran gusto nello scoprire che a una o l’altra questione avete partecipato e che forse certa gente l’avete davvero incontrata.

Così, tanto per giocare, facendo slalom tra i punteggi in calici, cappelli e forchette, suggerirei una valutazione in coltelli. In una scala da uno a cinque: tre coltelli!

Curiosità: l’autore ci dice che l’enologo è stato “ispirato” da Roberto Cipresso. In conferenza stampa si presenta anche il giornalista Pignataro, però qui nella finzione lavora al Gazzettino di Venezia:-)

Nota personale: nell’equilibrio di relazioni umane spesso rafforzate da riti non detti ma dolcemente assunti, questo libro, come molti altri l’ho letto in comune con mio padre ed ecco allora che quest’articolo lo firmo così: Sara Marte ed il suo papà cui, di tanto in tanto vengon a noia certi “stronzi che rigirano i calici con aria estasiata , fingendo di capire chissà cosa”.

Buone feste!

Sara Marte

5 Commenti

  1. Mi è proprio venuta voglia di leggerlo! Gli intrighi di un giallo abbinati al mondo dell’enologia non possono che appassionare e farsi leggere tutto d’un fiato.

  2. Bello. Più che gli intrighi si fanno leggere i racconti e le scoperte dietro ad ogni storia di vino e di vite. Illuminante.

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