Il Frantoio Porto di Mola e la DOP Terre Auruche
di Fabiola Pulieri
Antonio Capuano è il giovane General Manager di una nota azienda vitivinicola campana, Porto di Mola, situata tra le pendici del vulcano di Roccamonfina in provincia di Caserta e l’Appia, che nell’ultimo decennio si è dedicata con grande passione anche all’olio extravergine di oliva tanto che Antonio nel 2017 ha deciso di proseguire il progetto del nonno, valorizzando le risorse agricole e le materie prime del territorio in cui è cresciuto.
Antonio Capuano è il nome infatti che accomuna due figure dell’azienda: il nonno, Antonio Senior, fondatore della struttura, e il nipote, Antonio Junior. Insieme a loro c’è lo zio, Antimo Esposito, direttore dell’azienda, con il quale hanno dato vita al Frantoio Oleario Porto di Mola che sorge nei pressi di un antico porto commerciale di epoca romana, rinvenuto in uno scavo archeologico nel 1992 e che ha ispirato il nome dell’azienda, ed è un laboratorio di ultima generazione che grazie a metodi innovativi di estrazione a freddo assicura la produzione di un olio di alta qualità e una lavorazione fino a 40 quintali/ora.
Nel 2019 il Frantoio ha ottenuto il riconoscimento del Metodo Biologico per la produzione di olio extravergine di oliva con la conseguente trasformazione, etichettatura, commercializzazione e confezionamento di olio Biologico. Le sfide in frantoio per il giovane Antonio sono iniziate quando ha deciso di tornare dalla Spagna, dove lavorava nella finanza, per dedicarsi all’azienda di famiglia e dare una mano anche lui come poteva, ma mai avrebbe immaginato che il settore che inizialmente lo aveva solo incuriosito potesse diventare la sua grande passione al punto tale da coinvolgerlo in un progetto ancora più grande come quello del Consorzio Dop Terre Aurunche. Quest’ultimo, nato dopo il riconoscimento della Dop avvenuto nel 2011, è stato fermo per diversi anni per poi essere ricostituito agli inizi del 2020, rallentata l’attività a causa della pandemia è tornato ad essere operativo da novembre 2020. Antonio Capuano ne è il Vicepresidente e insieme ad altri 6 produttori si sta impegnando per far conoscere e catalizzare l’attenzione sulla DOP Terre Aurunche, sulla qualità dell’olio prodotto e sulle caratteristiche uniche e particolari delle cultivar locali.
L’olio extravergine di oliva DOP Terre Aurunche, secondo il disciplinare di produzione, richiede l’impiego di olive provenienti per almeno il 70% dalla cultivar Sessana e per non meno del 30% di Corniola, Itrana e Tonacella, da sole o congiuntamente.
La Sessana è una varietà originaria della zona di produzione e il suo nome infatti deriva dal nome della cittadina Sessa Aurunca, in provincia di Caserta, mentre le cultivar minori (Corniola, Itrana e Tonacella) sono originarie dei territori confinanti e rappresentano un altrettanto importante patrimonio della biodiversità locale.
Il territorio che demarca la DOP Terre Aurunche è situato nella parte nord della provincia di Caserta, nella zona intorno al vulcano spento di Roccamonfina, nei territori dei comuni di Caianello, Carinola, Cellole, Conca della Campania, Falciano del Massico, Francolise, Galluccio, Marzano Appio, Mignano Monte Lungo, Mondragone, Rocca D’Evandro, Roccamonfina, San Pietro, Sessa Aurunca, Sparanise, Teano, Tora e Piccilli.
L’olio extravergine di oliva Dop Terre Aurunche ha ottime caratteristiche fisiche, chimiche ed organolettiche, con acidità bassissima e un buon contenuto di polifenoli. Il colore va dal giallo paglierino al verde più o meno intenso, con un gusto equilibrato di amaro e piccante, tipiche note di carciofo e sentori mandorlati dolci. Tali caratteristiche, oltre alla particolare composizione varietale della cultivar Sessana, si devono al terreno di natura vulcanica.
La superficie degli oliveti interessati dalla DOP è stimata in circa 6.000 ettari e i produttori sono una quindicina. Il Frantoio Porta di Mola è tra questi e produce un ottimo DOP Terre Auruche che proprio pochi giorni fa ha ricevuto un importante riconoscimento: le due foglie sulla Guida Oli d’Italia del Gambero Rosso.
Il DOP Terre Aurunche dell’azienda Porto di Mola è particolarmente apprezzato in Campania e all’estero, negli Emirati Arabi e in Inghilterra, e il giovane Antonio Capuano conta di farlo “volare” al più presto anche oltre Oceano.
Nei progetti futuri c’è infatti un’espansione verso altri Continenti e una novità per la prossima raccolta 2021/2022 che riguarda un altro monocultivar, di Rosciola, già da qualche tempo sotto osservazione e studio perché presenta un piccante accentuato con un retrogusto di mela verde rinfrescante, interessante ma da bilanciare. L’azienda Porto di Mola produce anche un blend di Frantoio, Leccino, Sessana, Coratina e Itrana e un extravergine monocultivar Itrana ai quali si aggiunge un olio affumicato frutto di una lenta affumicatura a freddo con legno di quercia che ha richiesto molti studi e prove prima di giungere alla “affumicatura” finale.
Tenuta Porto di Mola
Via Risiera
81044 Galluccio (CE)
www.frantoioportodimola.it
[email protected]
Un commento
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Con gratitudine ed ammirazione per questo bel post sull’odio di qualità che, a differenza del vino, crisi attuale a parte, viaggia ormai speditamente da solo, ha ancora bisogno di tanta comunicazione per giungere finalmente al grande pubblico che deve imparare a riconoscerlo e ad apprezzare ed infine, cosa di non poca importanza,ad accettare il prezzo molto più alto di quello generalmente venduto nella grande distribuzione per i notevoli costi che comporta produrre un buon extravergine di fatto e non quello che ce l’ha solo scritto sull’etichetta FM